Adele Bloch-Bauer, donna colta, di famiglia ebraica benestante e famosa, fu amica, musa e mecenate di Gustav Klimt. Sue erano le fattezze della Giuditta I (1901), mentre il Ritratto di Adele Bloch-Bauer (1907) è il primo dedicato alla nobildonna e il più rappresentativo del periodo aureo dell’artista viennese.
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Insieme ad altre tele di Klimt, l’opera fu confiscata dai nazisti e al centro di una contesa tra la nipote di Adele, Maria Altmann, rifugiatasi in America, e il governo austriaco, risoltasi in favore dell’erede solamente nel 2006. La vicenda è stata raccontata in diversi documentari e nel film Woman in Gold, diretto da Simon Curtis e interpretato da Helen Mirren.
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«Ritratto di Adele Bloch-Bauer», analisi dell’opera
L’opera è considerata la Monna Lisa d’Austria.
Un volto magnetico su un diafano décolleté e le mani intrecciate in una posa tutt’altro che naturale sono gli unici elementi figurativi che si stagliano su uno sfondo arabescato in cui l’oro è il colore dominante.
Le decorazioni, che non sono contorno dell’opera ma sua essenza strutturale, riprendono complicate geometrie, motivi e simboli antichi, come l’occhio di Horus della cultura egizia, e rimandano ai mosaici e ai preziosismi dell’arte bizantina.
A parte la raffigurazione dei lineamenti di Adele, il resto del quadro è bidimensionale, non c’è profondità, l’abito si perde nello sfondo luminosissimo. Tutto è oro fuorché una zona verde in basso a sinistra che simula il pavimento, separata da uno zoccolo dipinto a scacchi neri e bianchi.
L’estrema raffinatezza nelle forme e nei colori caldi contribuiscono a rendere la figura di Adele una sorta di donna gioiello rappresentata in una dimensione onirica, al di fuori del tempo e dello spazio.
A proposito di Gustav Klimt
Figlio di un artigiano orafo, Gustav Klimt fu essenzialmente decoratore e ornatista. Reputato uno dei maestri dell’Art Nouveau, fu una delle figure principali della Secessione viennese, il movimento nato da un gruppo di pittori ed architetti che si allontanarono dalla tradizione accademica per accostarsi alle correnti più innovative.
La donna è il soggetto preferito di Gustav Klimt, che la ritrae con una sensualità tale da suscitare spesso scandalo tra i suoi contemporanei. Non si possono però dimenticare i suoi paesaggi realizzati en plein air, tra Italia e Austria, con cui sperimenta tecniche e resa del colore che attingono da impressionismo, vedutismo ed espressionismo.
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