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«San Francesco in estasi», il gioco di luci e ombre di Caravaggio

2 minuti di lettura

Michelangelo Merisi (1571-1610), detto il Caravaggio, oggi è considerato uno dei pittori più eccellenti della storia dell’arte. Per molto tempo fu dimenticato, ma grazie ad un giovanissimo Roberto Longhi, che nel 1911 gli dedicò la tesi di laurea, oggi noi possiamo ammirarlo. Le sue opere piene di giochi di luce ci restituiscono una sensazione di tattilità unica, come in quest’opera: San Francesco in estasi (San Francesco riceve le stigmate).

«San Francesco in estasi»: analisi dell’opera

San Francesco in estasi è il primo soggetto sacro eseguito da Caravaggio. Era parte della collazione del cardinale Francesco Maria del Monte, devoto a San Francesco. L’opera è databile attorno al 1595-1596, ma la questione è ancora oggetto di dibattito. La scena dipinta è tratta dal testo di San Bonaventura: San Francesco venne letteralmente “colpito” da una visione mentre si trovava sul monte della Verna, in compagnia di frate Leone ed alcuni pastori.  

san francesco in estasi
Michelangelo Mrisi detto Caravaggio, Estasi di San Francesco (San Francesco riceve le stigmate), 1594 – 1595, Olio su tela, 92,5×128,4 cm, 
Hartford, Wadsworth Atheneume

In primo piano troviamo San Francesco, ma non è immortalato nel momento in cui è investito dalla luce sacra, bensì nell’apice del dramma. Ha appena ricevuto delle stigmate, come si vede dal segno che ha sul costato, indicata dalla mano destra del Santo. Di solito gli occhi sono rivolti al Signore, qui sono chiusi. L’angelo è l’unico a reggerlo. Pone la mano sinistra dietro la schiena del Santo, mentre la destra passa intorno alla vita e afferra il cingolo di corda stringendolo con la mano. Ogni nodo della cintura francescana rappresenta un voto della Professione Religiosa: obbedienza, castità e povertà. Con questo piccolo dettaglio l’angelo ci sta ricordando la prova che il Santo sta affrontando, ossia la rinuncia ai beni terreni e materiali.

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Com’è tipico nei quadri di Caravaggio, anche nel San Francesco in estasi l’oscurità è dominante. L’unica fonte di luce in quest’opera è la luna che modella i contorni; le vesti e in maniera particolare la pelle dell’angelo. I dettagli non colpiti dalla luce sono appena delineati. Sulla sinistra, anche se poco visibili, ci sono in lontananza il frate Leone con i pastori attorno ad un fuoco. La scena è resa piena di dettagli dalla vegetazione. Tema ricorrente nelle successive nature morte realizzate da Caravaggio. Osservando i due alberi dietro i personaggi principali notiamo a sinistra un albero secco e l’altro a destra rigoglioso. Entrambi alludono a San Francesco, costantemente in bilico tra la vita e la morte.

Curiosità

La vita di Caravaggio è stata molto movimentata e segnata da guai con la legge. Il più grave fu quello che avvenne il 26 maggio 1606 a Roma. Il pittore, coinvolto in una partita di pallacorda a Campo Marzio, subisce una fallo dalla squadra rivale. Come conseguenza nasce una rissa, nella quale il pittore ferisce mortalmente Ranuccio Tomasoni da Terni. All’origine della rivalità c’è anche una donna: Fillide Melandoni. La conseguenza dell’episodio è una condanna capitale: morte per decapitazione. Condanna che può essere eseguita da chiunque riconoscesse l’artista. Caravaggio, ossessionato dall’episodio, da questo momento nei suoi quadri inizia a inserire teste mozzate o condannati a morte che hanno le sue fattezze.

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Elisa Onori

Nata a Foligno nel 1998, studentessa di Storia dell’Arte con il desiderio di far avvicinare più persone possibili in questo mondo così unico. Nei momenti liberi, le piace rifugiarsi nel cinema d’autore e nei grandi classici della letteratura.

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