Scritto da Paola Maria Liotta, Al mutar del vento riporta il lettore tra le antiche strade dell’Antica Grecia, precisamente sulle spiagge di Creta. Edito da Il Convivio Editore, questa breve opera vuole mostrare al lettore i più intimi sentimenti dei personaggi che circondano il mito di Arianna e la storia del Minotauro.
Riflessioni antiche in «Al mutar del vento» di Paola Maria Liotta
Al mutar del vento si divide in tre sezioni differenti, così da permettere una più piena comprensione della storia.
La prima parte è intitolata “Monologhi in forma di visioni”. Racchiude brevi ed intimi monologhi che mostrano i diversi punti di vista che compongono il mito di Arianna.
S’inizia con Pasifae, madre di Arianna, che la sua disperazione nel vivere nella corte cretese dopo lo scandalo dato dalla nascita del Minotauro. Prende parola anche Europa, nonna di Arianna, per narrare del concepimento del re Minosse con Zeus, avvenuto in modo non esattamente consenziente, a Zeus.
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Sono presenti anche personaggi secondari, come Icaro o Dedalo. Il primo, per esempio, racconta alcuni momenti d’infanzia passati a Creta, di come sia stato rinchiuso con suo padre nel labirinto da lui creato e di come ne sia uscito… morendo nel tentativo.
Per ultimo ma non meno importante, prende parola al Minotauro stesso, Asterio. Non viene più descritto come un mostro mitologico ma come semplice umano, con alcune caratteriste differenti rispetto alla norma, come la corporatura robusta e una maggior presenza di peluria.
La seconda parte è denominata “Dialoghi di vento e di mare”. Si divide in brevi dialoghi tra i personaggi e descrive più a fondo le loro relazioni dopo l’entrata nel labirinto di Teseo. In questa sezione l’autrice mostra al lettore come i personaggi si siano incontrati nuovamente, come abbiamo cercato di far comprendere all’altro le loro reali intenzioni. Una sezione pregna di richieste di perdono, di abbracci ritrovati, di sapore di “casa”.
La terza ed ultima parte è chiamata “Narrazione di terra e cielo”. Racconta i veri accadimenti del mito, così come li vede Paola Maria Liotta. Ora i personaggi principali si limitano praticamente ad Arianna e Teseo e viene descritto il loro rapporto, il loro piano e la loro separazione. L’autrice di Al mutar del vento cambia le carte in tavola poste dal mito e lo riscrive sotto una diversa luce: gli antichi miti leggendari erano solo frutti di incomprensioni e maldicenze.
La “vera” storia
Il sottotitolo di Al mutar del vento è “La vera storia di Arianna, Teseo e il Minotauro”. Di fatto, la realtà che quest’opera descrive è molto diversa dai miti a cui siamo abituati.
Pasifae non concupì con un toro, ma un uomo mandato da Poseidone. Il Minotauro non fu un mostro, ma un timido ragazzo allontanato per il suo aspetto diverso. Non fu nemmeno ucciso, ma venne salvato. Teseo non abbandonò Arianna sull’isola di Nasso, ma fu convinto a lasciarla lì da lei stessa.
Una storia che rende più umane e verosimili le azioni – e le loro motivazioni – dei personaggi che la compongono. Ognuno con ragioni diverse, giuste o meno che fossero, non spinti da eventi straordinari o creature mostruose.
La “vera storia” è una storia di esseri umani, vissuti in un’epoca differente dalla nostra eppure non troppo lontana, poiché ancora ci tocca come lettori e persone. La sofferenza di Pasifae, ostracizzata da tutti gli abitanti di Creta. Il rifiuto di Minosse verso una moglie adultera e il suo dovere regale che lo obbliga a dover agire freddamente. Il dolore del Minotauro, rifiutato come figlio. L’amore di Arianna e Teseo, più forte del Fato.
I sentimenti umani popolano questi brevi monologhi o dialoghi, mostrandoci non eroi mitologici e irraggiungibili, ma esseri umani fatti di carne e sentimenti.
Il mito è un sogno ad occhi aperti, forse, ma il suo nucleo primigenio è vero, pulsa di verità e bellezze antiche quanto il mondo, e di coraggio e di molte altre virtù, ormai rare.
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