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Il Teatro Delivery ti porta il palco direttamente a casa

2 minuti di lettura

La speranza di rivedere i teatri aperti e poter di nuovo goderci uno spettacolo dal vivo è sempre viva, ma dobbiamo accettare questo momento di stallo. C’è, però, chi ha pensato a nuovi modi di fare teatro, anche in periodo di pandemia. La rete USCA (Unità speciale di continuità artistica) ha scelto diverse unità di attori che portano il teatro e la cultura a casa di chi desidera riavere un contatto con l’esperienza teatrale. Si cerca di pensare a come “fare” teatro, fuori dai soliti schemi standard. Per entrare nel vivo di questa proposta abbiamo intervistato Massimo Risi, attore e promotore di Teatro Delivery a Pisa, che ci ha descritto in che modo si svolge l’evento e l’importanza che ricopre ad oggi questa iniziativa. Il Teatro Delivery è presente in tutta Italia ed è possibile trovare l’USCA della propria regione o della propria città sul sito di Ippolito Chiarello, fondatore del movimento di “Barbonaggio teatrale delivery”, qui.

Teatro Delivery: “ordiniamo” il teatro

Il Teatro Delivery presenta differenti menù che il cliente può scegliere secondo la propria preferenza. Ogni USCA ha il proprio modo di creare proposte sempre nuove e differenti: a parte qualche “pezzo” storico, i menù cambiano ogni mese. Si cerca di arrivare al maggior numero di persone, seguendo i gusti dei clienti o facendo conoscere nuove tendenze teatrali contemporanee. Esistono programmi specifici anche per i più piccoli, così da inserirli nel mondo teatrale: troviamo, infatti, l’apposito menù “happy Theatre” o alcuni laboratori specifici.

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A Pisa, per esempio, i menù sono differenziati in: poetico (attraverso una lettura poetica di diverse opere) e teatrale. Quest’ultimo viene suddiviso tra contemporaneo, scenico e “km 0”.

Una volta selezionato il menù, si dovrà indicare sia il giorno in cui si vorrebbe ricevere questo “teatro a domicilio” che la località: se la casa possiede uno spazio privato (es. giardino) è possibile restare nel domicilio, altrimenti si sceglierà un luogo adeguato vicino all’abitazione (es. parco).

Teatro Delivery: «Toc toc, è arrivato il teatro»

Con questo incipit ci si presenta a casa del cliente e si cercherà di sistemare lo spazio in modo adeguato. La scelta è quella di una scenografia semplice e funzionale, così da dare maggior risalto alla rappresentazione. Dopo una breve introduzione, l’attore porterà il pubblico all’interno del testo scelto. In questo modo si crea un momento di condivisione, diverso da quello a cui ora siamo ormai abituati. Il tutto viene svolto in sicurezza e secondo le norme anti-Covid vigenti nelle regioni o comuni, restando all’aperto e ben distanziati.

Pensiamo anche al futuro

Ci si potrebbe chiedere come questa forma di teatro possa sopravvivere alla fine dell’emergenza sanitaria: cosa accadrà quando i teatri potranno finalmente riaprire e ci potremmo di nuovo gustare le rappresentazioni in sala? Risi ritiene che questa nuova esperienza possa essere un “ponte” tra il teatro e il pubblico (sia nuovo che abituè). Si riprendono le abitudini tipiche di quelle antiche compagnie teatrali che si esibivano in piazza, viaggiando di città in città. Questa forma teatrale riporta il teatro alla sua forma originaria, nomade, ripreso anche da “Barbonaggio Teatrale” e da “TeatroXcasa”, di Brandi e Tarsitano.

Che cosa ha imparato il teatro dalla pandemia?

Una domanda legittima dello stesso Risi. La risposta appare molto semplice: «che tutto è luogo teatrale». Basta un attore e uno spettatore a fare uno spettacolo, senza grandi difficoltà. Un ritorno, quasi, al “teatro povero” di Grotowski, all’importanza della presenza umana del teatro performativo. Come ricorda anche Risi, è comodo stare in sala ad osservare lo spettacolo, quasi da lontano, solo come “osservatori”, ma forse è tempo che il teatro torni ad essere partecipazione, da entrambe le parti, come lo era in origine.

Il teatro ha sostanzialmente due vie d’uscita: o torna ad essere quello che era prima o si trasforma, diventa un’assemblea, un processo simbolico, una riunione di condominio, un teatro vivo, che racconta storie. Il problema adesso, non è tornare alla normalità, il problema era la normalità.

Paolo Rossi.

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Greta Mezzalira

Classe 1995, laureata in Filologia Moderna. Innamorata del teatro fin dalla prima visione di "Sogno di una notte di mezza estate" durante una gita scolastica. Amante di musical e di letteratura.

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