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Preci: alle origini della chirurgia
empirica medioevale

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preciÈ a dir poco sorprendente trovare tra le vette del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in Valnerina, un’insospettabile quanto antica scuola dichirurgia riconosciuta a livello internazionale. Il piccolo borgo di Preci, 800 anime, situato al confine tra Umbria e Marche a 596 metri s.l.m., è stato infatti nei secoli passati un vero e proprio perno della storia della medicina moderna. Le leggendarie origini di questa affascinante tradizione sono dovute probabilmente all’incrocio e allo scambio tra gli studi dei monaci benedettini dell’Abbazia di Sant’Eutizio e l’approfondita conoscenza dell’anatomia animale da parte dei pastori della vicina Valcastoriana. La consistente migrazione monastica, il contatto con il Medioriente attraverso la via Nursina, che collegava il centro Italia con Bisanzio attraverso il porto di Ancona, e una significativa componente ebraica integrata nella popolazione del luogo, hanno forgiato a partire dal 1200 una raffinata e ineguagliabile tradizione chirurgica, che ha raggiunto il suo apice nel XVI secolo. I monaci di Sant’Eutizio già dall’anno Mille si cimentavano nello studio della medicina e nella coltivazione di piante officinali prodigandosi, secondo la loro regola, nella cura degli infermi.

In seguito al Concilio Lateranense del 1215 che impedì loro tale pratica, i monaci trasferirono le loro conoscenze alla popolazione, formando accanto a veri e propri accademici i medici cosiddetti “empirici“, ovvero che non avevano frequentato l’università. Col tempo questi medici si specializzarono soprattutto nella rimozione delle cataratte, nella litotomia (ovvero l’esportazione dei calcoli renali) e nella cura dell’ernia inguinale, ideando strumenti e ferri all’avanguardia e raggiungendo una percentuale di interventi riusciti pari al 90%. Più di trenta dinastie di chirurghi “preciani” contribuirono a diffondere la fama di questa modernissima scuola in tutta Europa, richiamando l’attenzione delle più importanti corti del tempo. Tra i numerosi pazienti illustri dei dottori Cesare Scacchi e Orazio Cattani figurarono il Gran Monarca di Costantinopoli Amorat IV e la Regina d’Inghilterra Elisabetta I, che venne operata di cataratta. Nell’ambito della famiglia Scacchi emerge anche Antonio, che nel 1400 fu medico alla corte di Luigi XI, accanto al rinomato Sigismondo Carocci che fu chirurgo presso l’imperatore Ferdinando II d’Asburgo e la moglie Eleonora Gonzaga, e ad Alessandro Patrizio Cattani che, oltre a essere insignito di numerosi titoli e riconoscimenti da Papa Benedetto IV, fu il medico della famiglia reale alla corte di Napoli. Questi personaggi divennero punti di riferimento della pratica medica, contribuendo a perfezionarla grazie a numerose pubblicazioni e docenze presso le università di tutta Europa.

Oggi il Museo della Scuola Chirurgica Preciana espone una significativa raccolta di scritti, ferri chirurgici e strumenti del mestiere a testimonianza di questa inaspettata vocazione preciana per la scienza e la ricerca. Ma Preci (che deriva probabilmente dal latino preces, ovvero preghiera) è stata anche una “capitale” della meditazione e della vita monastica, immersa com’è tra la valle del fiume Nera e il torrente Campiano. L’antica e imponente Abbazia di Sant’Eutizio, risalente al V secolo, conserva ancora oggi le spoglie dell’omonimo Santo che sostituì nel 510 il fondatore e padre spirituale Santo Spes alla guida della vita eremitica del monastero. Custode di uno dei più elaborati e importanti scritti in volgare, la Confessio eutiziana dell’XI secolo, l’intero complesso arroccato tra i monti si sviluppa su due cortili principali, dove oltre al monastero e alla chiesa si trovano le suggestive grotte dove Sant’Eutizio, Santo Spes e San Florenzio erano soliti ritirarsi in meditazione.

Abbazia di Sant'Eutizio
Abbazia di Sant’Eutizio

Di particolare fascino è la cornice del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, una delle più importanti aree naturalistiche del nostro Paese, che mira a preservare e valorizzare la storia, la cultura e la bellezza paesaggistica di questo gioiello del centro Italia che vanta una grande ricchezza floro-faunistica con ben 1800 specie di piante, oltre 50 specie di mammiferi (tra cui il lupo, la marmotta e il capriolo), 150 di uccelli e 20 tra rettili e anfibi. Inoltre, proprio tra queste vette si narra che sia vissuta la leggendaria Sibilla appenninica, sacerdotessa e maga che, circondata dalle sue fate, prediceva il futuro ai viandanti di passaggio. Per apprezzare il pregevole contesto naturalistico di Preci e dei suoi dintorni particolarmente indicato è l’itinerario Trek Urbano, che attraverso bellezze boschive e artistiche (come l’antica Chiesa di Santa Maria o la Chiesa della Madonna della Peschiera) conduce i visitatori dall’Antico Mulino della frazione Borgo Garibaldi fino al centro storico della cittadina.

Preci è una tappa obbligata anche per gli amanti di una tradizione culinaria genuina e pregevole. Le terre dell’Umbria e delle Marche infatti si distinguono da sempre per la qualità e per la ricchezza dei loro prodotti tipici. Allevatori e agricoltori, grazie alla riscoperta di sapori e antichi metodi di produzione, ancora oggi riescono a offrire al nostro mercato un patrimonio gastronomico invidiato in tutto il mondo.

Oltre a una notevole biodiversità agraria, tra cui le coltivazioni biologiche di farro, orzo, lenticchia e fagiolo, il tartufo nero di Norcia (denominato scientificamente Tuberum Melanosporum Vittadini) è sicuramente la punta di diamante della cucina della Valcastoriana. Un importante sistema di impianti per l’allevamento della trota costituisce ben il 7% del mercato nazionale, mentre il certificato Prosciutto di Norcia IGP diventa protagonista in occasione della manifestazione annuale Pane, Prosciutto & Fantasia (festa che si svolge solitamente negli ultimi giorni di settembre) che, oltre a dimostrazioni di antichi mestieri e spettacoli folcloristici, offre ai visitatori l’occasione di degustare i prodotti locali per le caratteristiche vie del paese. Tra le ottime trattorie del luogo segnaliamo Il Castoro, ristorante a conduzione familiare situato ai piedi del borgo, nel quale si può degustare un’ampia selezione di prodotti e di piatti della tradizione locale.

Valentina Cognini

Nata a Verona 24 anni fa, nostalgica e ancorata alle sue radici marchigiane, si è laureata in Conservazione dei beni culturali a Venezia. Tornata a Parigi per studiare Museologia all'Ecole du Louvre, si specializza in storia e conservazione del costume a New York. Fa la pace con il mondo quando va a cavallo e quando disquisisce con il suo cane.

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