Mettiamo subito in chiaro un punto: l’orgasmo non è una questione maschile o femminile. È una questione umana. Già si possono sentire le polemiche a riguardo, ma in questo articolo cercheremo di capire perché possiamo parlare dell’orgasmo al di là delle mere differenze di genere.
Uomo e donna non sono uguali, almeno nell’anatomia quella di base. Ma questo non li rende così diversi sul piano del desiderio e sul piano del godimento. Ma andiamo per ordine, in un’operazione di progressiva decostruzione del mito del genere e delle sue abissali e incolmabili differenze.
«Maschio e femmina Dio li creò» (Genesi 1, 26-28)
Secondo la Bibbia, Dio, il sommo creatore per ebrei e cristiani, avrebbe concepito tutti gli esseri viventi divisi in due generi ben distinti: quello maschile e quello femminile. Anatomicamente, quindi, l’uomo e la donna dovrebbero essere diversi e lo sono, in quanto hanno un apparato genitale molto diverso. Ma gli esseri umani sono dotati di pensiero, oltre che di anatomia e istinti primordiali e stando alle parole del buon Cartesio, cogito ergo sum.
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Senza il nostro sistema di pensiero, infatti, non saremmo esseri umani e non ci distingueremmo dagli altri esseri viventi per complessità di azioni, visioni e progresso. E a risentire di questa complessità, c’è anche un’azione che solo in apparenza è naturale, ovvero il sesso.
Oltre la presunta naturalità del sesso
L’impulso sessuale non è da considerarsi totalmente naturale nel genere umano. Infatti esistono miriadi di sfumature anche in quest’ambito e sarebbe un discorso da sciocchi quello di ridurre l’atto sessuale ad un istinto puramente bestiale o, peggio ancora, naturale.
Perché, partendo dalla tesi secondo cui nell’essere umano non v’è nulla di naturale, anche il sesso apparirebbe come frutto di abitudini e consuetudini sociali.
Allo stesso modo in cui non andiamo in giro nudi, come natura ci ha fatti, ma vestiti, allo stesso modo in cui cuociamo il cibo e lo modifichiamo non nutrendoci di carne cruda o ghiande, allo stesso modo in cui sappiamo usare la tecnologia per ottimizzare e semplificare molti dei processi che riguardano le nostre vite, così anche le abitudini sessuali hanno risentito e risentono tutt’ora della nostra evoluzione. L’essere umano, difatti, a differenza degli animali, non cerca la sua natura, ma il modo più efficace per esprimere se stesso, passando anche attraverso la tecnica e la tecnologia che sono comunque frutto del suo ingegno e della sua smisurata capacità di cambiare la realtà.
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Il sesso è un linguaggio
Il sesso, in sé, è un linguaggio e anche l’orgasmo lo è, perché permette all’essere umano di avere una strada di espressione privilegiata che solletica gli istinti, ma al contempo incontra la mente e i suoi tarli. Questo avvicinamento tra istinti e mente, tra natura e cultura si sintetizza nel sesso e nel suo momento più glorioso, l’orgasmo. Ciò rende facile comprendere di fronte a quale immensa complessità ci situiamo parlando di questi argomenti, ma al contempo ne rafforza l’assoluta semplicità.
Si fa esperienza del sesso come di un’aporia filosofica, un corpo unito a un altro corpo o a più corpi, un mondo unito a un altro mondo, a un’altra pelle, a un’altra voce, e che si scioglie quando si risolve. Godere vuol dire essere in questo luogo dove il corpo non appartiene più al corpo, dove diviene pura risonanza, pura intelligenza dell’altro e in questo abbandono, pensiero.
Anne Dufourmantelle, Sesso e Filosofia, 2004- 20
Come sostiene, appunto Dufourmantelle, il sesso è un’aporia, come spesso accade con le argomentazioni filosofiche, perché il sesso è contraddittorio di suo, perché è fisico e al contempo mentale, è naturale e al contempo culturale, è sporco, ma al contempo sublime. E si potrebbe andare avanti all’infinito manifestando tutte le contraddizioni insite nella sfera sessuale, nel sesso e anche nell’orgasmo, a questo punto. Dunque, come si potrebbe mai dire che vi è un orgasmo differente basato sulla differenza biologica tra uomo e donna e basta? Come si può ridurre tanta complessità e tanta bellezza a una mera differenza di apparati genitali e riproduttivi? No, è in pratica impossibile.
Per questo è nostro dovere cercare di capire qualcosa in più e di tracciare nuove strade, perché quelle già battute non bastano più. L’orgasmo, come acume sessuale, racchiude in sé tutte le innumerevoli sfumature che si trovano nell’essere umano, che sia esso maschio, femmina, trans o asessuato.
Il mito dell’orgasmo: limiti e falsità
L’orgasmo, questo grande sconosciuto. Si, perché non conosciamo l’orgasmo o più che altro non lo conosciamo abbastanza, anche a causa di tutta una manipolazione fatta, in partenza, ai danni dell’auto-erotismo. L’auto-erotismo, infatti, praticato già negli anni dell’adolescenza, aiuta ogni essere umano a conoscere il proprio corpo e a capire come è fatto, quali sono i gesti o i pensieri che più eccitano sia il corpo che la mente.
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In virtù di questo non dobbiamo dimenticare per nessun motivo che, al di là dell’atto meccanico, vi sono anche un immaginario, un’immaginazione, che possono essere fonte di uguale piacere e trasporto. Infatti l’orgasmo non passa solo dal corpo e comprendere questo primo passaggio è fondamentale per comprendere che la differenza netta tra maschile e femminile c’entra ben poco o che, meglio, può essere ricondotta al margine del nostro discorso. Il mito vuole che chi ha un apparato genitale maschile sia più facilitato nell’avere un orgasmo, mentre chi possiede un apparato genitale femminile trovi enormi difficoltà. Ebbene, nulla di più falso.
Superamenti
Di fatti non tutti gli uomini raggiungono l’orgasmo in maniera regolare e meccanica, così come non tutte le donne non lo raggiungono mai durante il corso di tutta la loro vita. Alcuni uomini hanno un immaginario estremamente raffinato e creativo e il loro corpo, così come la loro vita sessuale, risente profondamente di questi condizionamenti, così come ci sono donne molto fisiche che, invece, riescono a raggiungere l’orgasmo con la semplice penetrazione o il semplice sfioramento delle parti intime.
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Per non parlare poi delle persone transessuali, pansessuali, omosessuali e bisessuali, che hanno una vita sessuale estremamente diversificata e mai sempre uguale a se stessa e che sono meno propense a classificazioni binarie, ma li lasciano trasportare dalla pancia, dai sensi, dall’immaginazione, coinvolgendo molti più elementi e andando oltre gli stigmi mentali delle persone etero-normate.
La dittatura imposta dall’eteronormatività e da tutte le credenze ad essa collegate, come la leggenda dell’irraggiungibile orgasmo femminile sono parte di un tessuto di falso pensiero che induce ad azioni falsate di una realtà umana che dovremmo rispettare, amare e accogliere nella sua immensa diversità.
Come sostiene Jean- Luc Nancy:
Ci vuole un corpo delle entrate del corpo: entrate di un dizionario, di una lingua, di un’enciclopedia, tutti i topoi con cui introdurre il corpo, il registro di tutti i suoi articoli, l’indice dei suoi posti, delle sue posizioni, dei suoi piani e dei suoi recessi. Il corpus sarebbe la registrazione di questa lunga discontinuità delle entrate.
Corpus, 2014- 47
Nancy non ci sta dicendo altro che un corpo non è un limite già stabilito, inviolabile e perpetuo, ma è un essere in movimento e in continua evoluzione ed è proprio da questo che nasce la sua infinita complessità.
Per secoli ci hanno fatto credere che uomini e donne avessero solo un tipo di sessualità a loro consentita, ma che soprattutto uomini e donne fossero completamente differenti. E, invece, è solo la cultura che li ha resi così “diversi”, è il linguaggio verbale e non verbale che alle donne parla di complessità, di sentimenti, di tenerezza e agli uomini parla di semplicità, istinti e brutalità. Ma questo non è vero, proprio in virtù del fatto che una volta smascherato quel linguaggio così limitante, ci si apre davanti un mondo ricco, colorato e molto più variegato di come lo avessimo mai potuto immaginare.
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Immagine di copertina: Photo by Taras Chernus on Unsplash