Come annunciato nell’editoriale del direttore, anche noi di Frammenti Rivista vogliamo fare la nostra parte per sensibilizzare le coscienze su qualcosa che nel 2020 dovrebbe essere ovvio: il colore della pelle di una persona – che non è né un merito né una colpa – non dovrebbe mai essere motivo di discriminazioni. Siamo convinti che anche la narrativa possa aiutarci a scoprire i lati oscuri della società e non ripetere gli errori del passato. Abbiamo quindi selezionato per voi 5 libri contro il razzismo.
Leggi anche:
«I can’t breathe»: una storia potente (che forse può cambiare gli Stati Uniti)
«Il buio oltre la siepe» di Harper Lee
Uno dei grandi classici tra i libri contro il razzismo è Il buio oltre la siepe di Harper Lee (acquista). Nel ”profondo” sud degli Stati Uniti un avvocato di nome Atticus Finch è alle prese con un caso di violenza carnale. L’imputato è un uomo di colore, e ad Atticus è affidata la sua difesa. Nonostante le evidenti prove di innocenza l’uomo viene comunque accusato del delitto e di conseguenza condannato a morte.
Una condanna ingiusta che diventa “giusta” nel momento in cui la società in cui avviene il caso è una società profondamente razzista, come gli Stati Uniti degli anni ’50. E l’ingiustizia, così banale, che viene perpetrata con profonda indifferenza da una società accecata dal proprio odio ignorante, viene raccontata in questo romanzo attraverso gli occhi ingenui di una bambina, Scuot, la figlia di Atticus. Così, tra le emozioni, le gioie e i piccoli dolori di un’infanzia come molte altre, si staglia un odio che agli occhi genuini di chi non ha ancora imparato ad odiare assume quella sua fisionomia di atroce assurdità.
(Scelto da Vladislav Karaneuski)
«12 anni schiavo» di Solomon Northup
12 anni schiavo (acquista), scritto in prima persona e pubblicato nel 1853, è lo sconvolgente racconto della vita di Solomon Northup, uomo di colore, nato libero ma costretto in schiavitù per dodici interminabili anni. Ci troviamo a Washington: è il 1841 quando il nostro protagonista ingaggiato e ingannato da due sconosciuti come violinista, verrà assalito nel cuore della notte, drogato, legato e trascinato al mercato degli schiavi. Iniziano così, con la deportazione in Louisiana, i dodici anni in cui sperimenta l’abiezione della schiavitù, la brutalità e le violenze che hanno scritto una delle pagine più nere della storia d’America: quella nascosta dietro la splendente vetrina del Paese che cresceva abbattendo ogni confine.
La copertina del libro.
Contro tutto e tutti, deciso a riguadagnare la propria libertà, Solomon, grazie a «un bianco diverso dagli altri» riesce a rimettersi in contatto con la propria famiglia, avviando, così, la dura e appassionata battaglia legale che nel 1853 gli restituirà la libertà. Documento di straordinario valore umano e storico, scritto subito dopo la liberazione, 12 anni schiavo rivela la forza dell’orgogliosa rivendicazione della dignità e dell’uguaglianza di tutti gli uomini.
(Scelto da Federica Funaro)
«Fermento di luglio» di Erskine Caldwell
Nel sud degli Stati Uniti tra la fine dell’Ottocento e inizio del Novecento prosperava un assurdo e violento razzismo. Triste constatare che oggi la situazione non è cambiata poi molto. Per fortuna di autori scomodi ce ne sono sempre stati, fra questi Erskine Caldwell che senza peli sulla lingua, racconta ciò che all’epoca gli costò addirittura l’arresto: la verità.
La copertina del libro.
In Fermento di luglio (acquista), pietra miliare fra i libri contro il razzismo, seguiamo la fuga di un ragazzo di colore accusato ingiustamente di aver stuprato una ragazza bianca. Sullo sfondo di un’assolata Georgia, seguiamo le indagini dello sceriffo di contea che tenta di salvare il ragazzo da un linciaggio da parte della popolazione. La giustizia trionferà sulla stupidità umana? Il finale, purtroppo, è fin troppo scontato.
(Scelto da Azzurra Bergamo)
«Canta, spirito, canta» di Jesmyn Ward
Terzo capitolo della trilogia di Bois Sauvage, Canta, spirito, canta narra le vicende di Jojo e della sua famiglia alle prese con gli spiriti dissepolti del passato. Il passato con cui i protagonisti devono fare i conti è quello della violenza razziale nel Sud degli Stati Uniti, che si presenta sotto forma dei fantasmi delle loro vittime – Given e Richie –, i quali reclamano «un canto. Il posto è il canto e io sarò parte del canto», ovvero la giustizia contro i crimini delle violenze subite.
A sinistra, la copertina del libro; a destra, Jesmyn Ward.
Quello di Jesmyn Ward è un romanzo di grande potenza espressiva, che alternando un linguaggio colloquiale e rabbioso a uno estremamente lirico e suggestivo fa i conti con le macerie umane dell’America contemporanea: quella della violenza razziale e delle sue vittime. I fantasmi del passato reclamano giustizia attraverso la memoria, il cui riscatto spetta alle giovani generazioni. Un romanzo, dunque, che fa della sua autrice una degna erede della tradizione letteraria afroamericana che va da Langston Hughes a Toni Morrison.
(Scelto da Alberto Paolo Palumbo)
«Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop» di Fannie Flagg
Il romanzo, ambientato nell’Alabama degli anni ’30, è un gioiellino tra i libri contro il razzismo. La protagonista, Idgie Threadgood, che gestisce insieme alla compagna Ruth un caffè nella cittadina di Whistle Stop, fa di tutto per proteggere dal razzismo i suoi dipendenti neri, che ha sempre trattato con lo stesso rispetto riservato ai bianchi.
La copertina del libro.
Quando Frank Bennett, l’ex marito di Ruth, uomo violento e membro del Ku Klux Klan, viene misteriosamente ucciso, Idgie fa di tutto per evitare che i sospetti ricadano sui suoi dipendenti: è consapevole, infatti, che davanti a un giudice bianchi e neri non godono delle stesse possibilità. In uno dei due casi la condanna sarebbe già scritta in partenza. Triste, per il lettore di oggi, constatare che l’Alabama di 90 anni fa ricorda ancora troppo la Minneapolis del 2020.
(Scelto da Francesca Cerutti)
In copertina: una scena dal film Il buio oltre la siepe (1962) tratto dall’omonimo romanzo
Ognuno deve fare la propria parte contro le (purtroppo ancora tante) discriminazioni razziali: i cittadini, la politica, i media. Anche noi di Frammenti Rivista facciamo la nostra: ogni giorno dedichiamo un articolo al movimento Black Lives Matter e più in generale alla lotta al razzismo e alle discriminazioni. E, come sempre, lo faremo da una prospettiva culturale. Li trovi tutti qui.
Segui Frammenti Rivista anche su Facebook, Instagram e Spotify, e iscriviti alla nostra Newsletter
Sì, lo sappiamo. Te lo chiedono già tutti. Però è vero: anche se tu lo leggi gratis, fare un giornale online ha dei costi. Frammenti Rivista è edita da una piccola associazione culturale no profit, Il fascino degli intellettuali. Non abbiamo grandi editori alle spalle. Non abbiamo pubblicità. Per questo te lo chiediamo: se ti piace quello che facciamo, puoi iscriverti al FR Club o sostenerci con una donazione. Libera, a tua scelta. Anche solo 1 euro per noi è molto importante, per poter continuare a essere indipendenti, con la sola forza dei nostri lettori alle spalle.