18 maggio 2020, praticamente il giorno in cui il caro premier Giuseppe Conte ha aperto le gabbie.
Un giorno memorabile per la storia di Italia, ma soprattutto un giorno che ricorderemo per sempre negli annali della nostra vita, perché ci ha permesso davvero di guardare negli occhi la pochezza di cui solo e soltanto l’animo umano è capace.
Il liberato è la bestia umana a cui oggi dedicheremo questo pezzo.
Il liberato è quel soggetto che incontri per strada ed è animato da una spavalderia che metterebbe a disagio anche James Bond. Se la crede, il liberato, perché pensa di essere il padrone del mondo e ora, con la fine del lockdown, si sente onnipotente.
Corre sulle strade cittadine come se fosse a Maranello, sparato a duecentocinquanta chilometri orari completamente non curante della presenza dei pedoni, e quando scende dalla sua auto pagata con rate di trentacinque euro al mese per sessantadue anni, inizia a camminare col petto in fuori.
La mascherina? No, perché? Nasconderebbe quella faccia da scarto sociale che si ritrova. I guanti al supermercato? No, non servono al liberato, che si crede immune da ogni malattia. Il distanziamento sociale? Cosa ormai superata, lasciata per noi poveretti che ancora crediamo che il coronavirus possa essere una minaccia. Il liberato è andato subito a fare colazione con gli amici al bar, come se stesse festeggiando la vittoria dei mondiali, facendo subito chiarezza sul fatto che lui l’amante l’ha vista anche in Fase 2, in barba alle disposizioni governative, vanta il suo istinto fuori legge.
Fuori luogo.
Fuori senso.
Fuori peggio di un balcone.
Il Bestiario è un testo che, solitamente, descrive gli animali o le bestie. Nel Medioevo si trattava di una particolare categoria di libri che raccoglievano brevi descrizioni di animali reali o immaginari. Nel XIII e XIV secolo i bestiari si diffusero soprattutto in Inghilterra e Francia. Essi erano arricchiti anche da bellissime illustrazioni e pregevoli miniature. Tra le opere che hanno poi assunto questo nome nel corso della storia ricordiamo “Il bestiario amoroso” di Richard de Fournival del 1252 e il più recente “Bestiario” di Julio Cortazár del 1951. In questa rubrica, noi vi proponiamo una sferzante e ironica descrizione delle “bestie umane” che affollano la nostra società.
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