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L’Autocertificato Creativo | Bestiario della Fase 2

1 minuto di lettura

La tanto attesa “Fase 2”, dopo il lockdown dovuto all’emergenza sanitaria da coronavirus, ha dato alla luce delle nuove e stupefacenti bestie.

La prima di cui racconteremo oggi è l’autocertificato creativo.

L’autocertificato creativo è quel soggetto umano capace di compilare un’autocertificazione servendosi di tutta la fantasia e l’immaginazione di cui è capace.

I ragazzi del ’68 si univano al grido di “potere all’immaginazione!”. Ecco, dovrebbero vederci oggi per comprendere quanto potere abbia l’immaginazione e quanto sia pericolosa nelle mani dei bugiardi seriali che ci sono in giro. Ma dopotutto bisogna sopravvivere e così nascono le scuse più fantasiose e indimenticabili, perché sono molte le esigenze improrogabili che ci troviamo costretti a giustificare in tempo di Fase 2.

Ed ecco che emerge, sovrano l’autocertificato creativo!

Così una capatina dall’amante per la sveltina post-ufficio diventa una “seduta dalla psicologa tal dei tali” e una partita di calcetto in totale illegalità diventa “attività di fisioterapia dal dottor laqualunque”. Poi ci sono i solitari, quelli che giustificano le loro improbabili e inutili uscite sostenendo di dover riflettere sul senso della vita, al pari di chi si è precipitato ad adottare un cane per farsi la passeggiatina serale e, magari, chiamare sempre quell’amante scambiata per psicologa. C’è chi vuole incontrare quella persona che si era ripromesso di vedere a marzo, ma poi è scoppiata l’emergenza che ha fatto cadere ogni speranza, lasciandoci con lo stesso senso di vuoto di un bambino a cui cade il gelato. Quindi via con la scusa dei congiunti! “Devo andare a trovare la mia fidanzata /il mio fidanzato”. E così, per magia, dei perfetti estranei, fino a poco tempo prima definiti “scopamici”, diventano degli affetti stabili e irrinunciabili.

Ma congiunto a chi? Se mentite, per lo meno, fatelo con stile.


Il Bestiario è un testo che, solitamente, descrive gli animali o le bestie. Nel Medioevo si trattava di una particolare categoria di libri che raccoglievano brevi descrizioni di animali reali o immaginari. Nel XIII e XIV secolo i bestiari si diffusero soprattutto in Inghilterra e Francia. Essi erano arricchiti anche da bellissime illustrazioni e pregevoli miniature. Tra le opere che hanno poi assunto questo nome nel corso della storia ricordiamo “Il bestiario amoroso” di Richard de Fournival del 1252 e il più recente “Bestiario” di Julio Cortazár del 1951. In questa rubrica, noi vi proponiamo una sferzante e ironica descrizione delle “bestie umane” che affollano la nostra società.

 


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Anto D'Eri Viesti

A proud millennial. Dopo il dottorato in semiotica e gender studies decide di dedicarsi solo alle sue passioni, la comunicazione e la scrittura.
Copywriter e social media manager.
La verità sta negli interstizi, sui margini e nei lati oscuri.
Tanti fiori, cioccolato e caffè.