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«Ragione e sentimento», recensione del classico di Jane Austen

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2 minuti di lettura

Pochi autori riescono a trasportare il lettore indietro nel tempo in modo diretto, senza troppi giri di parole e pesanti descrizioni di epoche ormai passate. Tra questi abbiamo Jane Austen, scrittrice britannica vissuta a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo e celebre per romanzi come Orgoglio e Pregiudizio e Ragione e Sentimento.

«Che cosa hanno a che fare ricchezza o grandezza con la felicità?»
 «La grandezza poco,» disse Elinor «ma la ricchezza ha molto a che fare con essa»
«Elinor, vergogna!» disse Marianne «La ricchezza può farti felice solo quando non lo può fare nient’altro. Oltre ai mezzi sufficienti per vivere, non può dare in sé alcuna vera soddisfazione!».

Come indica chiaramente il titolo, Ragione e Sentimento (1811) si basa sul contrasto tra le personalità di due sorelle, Elinor e Marianne Dashwood. La prima affronta la vita con raziocinio, misurando ogni parola e analizzando ogni situazione nei dettagli; la seconda, al contrario, è passionale, disinvolta e non riesce mai a tenere a freno la lingua, anche nelle occasioni in cui bisognerebbe tacere. Le due, trasferitesi nel Devonshire con la madre e la sorella minore dopo la morte del padre, affrontano quindi l’amore per due gentiluomini (Edward Ferrars e John Willoughby) in modo opposto: Elinor è cauta, equilibrata, taciturna; Marianne ama invece con tutta se stessa, recitando poesie e cantando canzoni al pianoforte, oltre a «non ammettere un secondo amore nella vita». Quando entrambe le sorelle hanno una delusione amorosa, le reazioni continuano a essere totalmente in contrasto: Elinor si chiude in se stessa, tace per non pesare sulla madre e sulle sorelle ed è poco incline a lacrime e svenimenti; Marianne invece piange, si dispera ed è costretta a letto da una grave malattia causata proprio dai suoi sentimenti tormentati.

ragione e sentimento marianne

L’opera potrebbe essere in parte un romanzo di formazione: le sorelle Dashwood non sono personaggi statici, ma evolvono e imparano una dall’altra, contagiandosi a vicenda: Elinor imparerà – seppur solo in parte – a esternare i suoi sentimenti, mentre Marianne, con lo scorrere delle pagine, scoprirà come contenere le sue emozioni. Alla fine, però, è solo uno dei due estremi tra ragione e sentimento a trionfare, accontentando i lettori che si sentono più vicini a una sorella, ma deludendo quelli che si collocano dalla parte dell’altra. Uno dei grandi pregi di Ragione e Sentimento è proprio il mettere in scena due personaggi tanto diversi da costringere il lettore a schierarsi dalla parte di una delle due sorelle: i più calmi troveranno in Elinor un buon modello comportamentale, mentre i più passionali non potranno che non empatizzare con i tormenti di Marianne. Non abbiamo poi dubbi su chi Jane Austen lodi di più tra le due sorelle: è l’autocontrollo di Elinor l’estremo più apprezzato dall’autrice, mentre il lettore viene messo in guardia dall’eccessiva passionalità e loquacità di Marianne, una scelta più o meno condivisibile a seconda del carattere di chi legge.

ragione e sentimento elinor

Pur essendo sostanzialmente un romanzo basato sul tema dell’amore, non si tratta di un’opera frivola o eccessivamente romantica: Jane Austen è nota per l’ironia pungente con cui vengono presentati i suoi personaggi, che lei stessa in molti casi prende in giro e critica implicitamente. Non dobbiamo quindi pensare che i superficiali pettegolezzi della signora Jennings debbano essere presi sul serio, al contrario, la scrittrice attacca con vivacità una società basata su dialoghi futili, su matrimoni dai buoni profitti e sul reddito annuale di una famiglia.

Il romanzo è interessante anche dal punto di vista stilistico: si tratta della prima opera in cui Jane Austen sperimenta il discorso indiretto libero, oltre a utilizzare molti dialoghi, in modo da rendere l’opera immediata e scorrevole. Il romanzo – che la scrittrice pubblicò in forma anonima, firmandolo semplicemente con la frase «by a Lady» – ebbe infatti molto successo già dopo pochi anni dalla sua pubblicazione ed è anche oggi considerato uno dei testi principali della letteratura inglese.

 


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