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con un piede impigliato nella storia

Il fascino d’estate – i nostri consigli: «Con un piede impigliato nella storia» di Anna Negri

Anna Negri racconta le ferite del passato nel suo romanzo autobiografico: i drammi familiari e le difficoltà derivanti da un'infanzia privata della spensieratezza.

1 minuto di lettura

La famiglia che tiene Anna «Con un piede impigliato nella storia»

Ho cominciato a credere che nessuno scegliesse quello che pensava, eravamo tutti frutto di una serie di combinazioni storiche. Sapevo che la pensavo in un certo modo perché avevo avuto la fortuna – o la sfortuna – di avere quei genitori, ma non credevo che chi non la pensasse come me fosse più stupido, era solo che non aveva avuto certe informazioni, come io non ne avevo avute certe altre. E a volte cercavo di immaginarmi come avrei visto il mondo se avessi avuto dei genitori diversi. Insomma, uno ereditava non solo un corpo ma anche dei pensieri, con i quali crescendo doveva confrontarsi.

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Il 14 maggio 1977 in via De Amicis a Milano durante una manifestazione di estrema sinistra venne ucciso, all’età di 22 anni, il brigadiere Antonio Custra. All’indomani dell’omicidio, Anna Negri – che all’epoca aveva 12 anni e un fratello di pochi anni più piccolo – assistette alla prima perquisizione in casa di suo padre, Toni Negri, affermato docente universitario e ideologo della sinistra extraparlamentare. Fissi nella sua mente sono rimasti il suono insistente del campanello, il buio della stanza, il muro di poliziotti, la canna fredda della mitraglietta puntata sulla sua pancia.

L’arresto del padre

Anna, protagonista in Con un piede impigliato nella storia, vive in una famiglia animata da un continuo fervore politico, da un viavai di intellettuali e militanti. Lei e suo fratello, sempre esposti alle discussioni dei più grandi e alla presenza delle figure che frequentano la loro casa, si scoprono bambini malati di realtà, privati della spensieratezza dell’infanzia e delle sue illusioni.

anna negri con un piede impigliato nella storiaLa sua «fantasia tutta pastello» di una vita normale viene definitivamente infranta con l’arresto del padre nel 1979 e la successiva condanna a dodici anni per complicità con le Brigate Rosse. Più che l’incarcerazione del padre, Anna sembra soffrire il logoramento della madre che segue il marito fra i vari penitenziari e quando Toni,«turista dei sentimenti», fuggirà a Parigi con una nuova compagna e avrà da lei una figlia, la madre diverrà una mina vagante, costantemente in bilico fra nevrosi e ottimismo e la figlia subirà tale squilibrio.

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Per quanto si sforzi, nella sua vita camminerà sempre Con un piede impigliato nella Storia: ai suoi problemi alimentari e di droga, ai suoi amori nella vana ricerca di stabilità fanno da cornice i morti del terrorismo e della contestazione. La biografia, edita da Feltrinelli nel 2009, è una pungente testimonianza di una ferita italiana non ancora del tutto rimarginata e della complessa e contraddittoria situazione familiare che l’autrice, ora regista di successo, ha dovuto affrontare.

di Camilla Volpe.

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Camilla Volpe

Classe 1995. Prima a Milano, ora sotto il Vesuvio - almeno per un po'. PhD candidate in Scienze Sociali e Statistiche. Mamma e papà non hanno ancora capito cosa faccio nella vita.

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