Da affascinante reportage sospeso tra storia e attualità, Scintille – Una storia di anime vagabonde, scritto dal giornalista libanese di origini ebraiche Gad Lerner e pubblicato da Feltrinelli nel 2009, pagina dopo pagina diviene un vero e proprio diario di viaggio nella cultura e nella bellezza del mondo mediorientale, un complesso interrogarsi su se stessi e sulle origini della propria famiglia.
Nato a Beirut nel 1954 e trasferitosi a Milano a soli tre anni, Gad Lerner, cittadino italiano ma apolide nello spirito, dipinge attraverso immagini, aneddoti e incontri con intellettuali e politici un ritratto famigliare “a mosaico” dove i protagonisti diventano “scintille“, ovvero schegge, corpi, nomi che si alternano freneticamente nell’emblematica immagine del gilgul, che secondo la Qabbalah ebraica rappresenta l’incessante rimescolamento di tormentate anime vagabonde che dal passato tornano a vivere nel nostro presente.
È proprio da questa loro smania di ricerca che nasce la topica e inguaribile sindrome dell’ebreo errante, mito e dannazione dell’identità e della cultura ebraica, che ha influenzato il pensiero e le opere di numerosi intellettuali europei, da Marc Chagall a Marcel Proust, da Gustav Mahler a Franz Kafka.
Accompagnato dai soldati italiani della Brigata Folgore al confine tra Israele e Libano, proprio nel momento in cui si incontrano le sue «tre patrie», Gad Lerner realizza che le vicende della sua famiglia altro non sono che metafora dell’ebreo contemporaneo, diviso tra modernità e tradizione, tra ricordo e proiezione verso il futuro, tra Oriente ed Occidente. Se, infatti, la sua affascinante madre Tali rappresenta la sensualità e la modernità di un Libano ammaliante e dalle mille contraddizioni, il malinconico padre Moshe («il vero Lerner» come si definisce lui stesso) è simbolo dell’inquietudine delle ostili e fredde foreste di Boryslaw, nella lontana e straniante Galizia.
Una storia priva di radici, fatta di interrogativi, fughe, ricerche, che inizia nella più sperduta Ucraina e attraverso il tormento della perenne diaspora conduce le famiglie Lerner, Borgman e Taragan a incrociare i conflitti tra Israele, Libano e Siria, passando attraverso la tragedia della persecuzione razziale, il travaglio dei primi movimenti di aliya (ovvero il diritto di ogni ebreo di emigrare in Israele) e della nascita dello Stato ebraico. Scintille è un viaggio alla ricerca di se stessi, che supera i confini politici tra i Paesi ed esalta il grande scambio di culture insito nel «cosmopolitismo levantino» costringendo l’autore a vivere una condizione di eterno viandante, secondo le proverbiali parole del detto ebraico Lech Lecha! che significa vai verso te stesso!, cioè abbandona la casa della famiglia e inizia una nuova ricerca.
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