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Il fascino d’estate – i nostri consigli: «Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie» di Tim Burton

Dalla rubrica «Il fascino d'estate», Tim con «Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie». Un Ragazzo-Ostrica che giace sepolto in riva al mare, e il suo ricordo dura lo spazio di una marea che cancella tutto.

2 minuti di lettura

Per chi ama il mondo favolistico e gotico di Tim Burton, Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie (The Melancholy Death of Oyster Boy & Other Stories) è un libro da non perdere. Burton infatti non si è affermato nel mondo artistico soltanto come regista, ma ha sperimentato anche il campo letterario con abilità e inventiva, senza mai rinunciare al suo stile particolare.

Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie è stato pubblicato in Italia nel 1998 ed è una raccolta di ventitré filastrocche in rima che ci raccontano storie piuttosto insolite. Come accade nei film del regista statunitense, i protagonisti sono dei bambini emarginati, diversi, con bizzarre ambizioni o strane malformazioni. Ad accompagnare le poesie abbiamo poi i disegni realizzati dallo stesso Burton, che con la matita ricrea abilmente le atmosfere magiche e al tempo stesso lugubri dei suoi film.

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Le poesie hanno dei tratti molto inquietanti, ma strappano in molti casi un sorriso per la loro creatività e assurdità: sono storie di amori impossibili, di desideri avverati nel modo sbagliato, di bambini lasciati soli – o addirittura eliminati – per la loro surreale diversità. Come dei Pollicini dannati, i figli che nascono dalle coppie che li desiderano ardentemente sono mostruosi, con delle deformità impossibili, inquietanti e – in alcuni casi – divertenti. Abbiamo per esempio Oyster Boy, il bambino ostrica concepito durante una vacanza a Capri, o Robot Boy, il bambino di latta nato dal probabile incontro tra la madre e un frullatore. C’è poi Mummy Boy, il bambino mummia, Brie Boy, il bambino fontina, e Junk Girl, la ragazza spazzatura: la raccolta è una collezione di piccoli Edward mani di forbice che, per un motivo o per un altro, non possono far parte della grigia e omologata società americana, ma (forse per fortuna) se ne distaccano, a volte pagandone le conseguenze.

Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie

La mostruosità, il bizzarro e il diverso vengono quindi presentati in modo parodico, ironizzando sulla vita americana e creando delle fiabe alla rovescia, spesso prive di lieto fine, che ci stupiscono per la loro stranezza e irriverenza. Le sonorità infantile delle filastrocche le rende poi innocenti, lontane, come se stessimo entrando in un altro universo fiabesco e al tempo stesso macabro, crudele ma per noi innocuo: non ci trasformeremo mai in un letto e nessuno ci userà per fare un pisolino, così come non andremo mai a fuoco per esserci innamorati di un fiammifero. Eppure, leggendo le avventure di questi insoliti personaggi, torniamo bambini e ci immedesimiamo nella solitudine di Oyster Boy, che ad Halloween, tutto solo, vuole vestirsi da essere umano.

Infine, vale la pena leggere i testi in inglese – aiutati da un dizionario se si hanno difficoltà con la lingua – perché la traduzione italiana, per quanto possa avvicinarsi all’originale, non riesce a rendere totalmente giustizia alla complessa visione del mondo di Tim Burton, conservando solo in parte i suoni, le rime, i nomi e i concetti, elementi fondamentali in una filastrocca.

Morte malinconica del bambino ostrica e altre storie

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