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#saveFoP: libertà di panorama a rischio

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1 minuto di lettura

di Susanna Causarano

Turisti amanti della condivisione immediata delle vostre selfies davanti al Colosseo o alla statua del Perseo, tremate! Dal 9 luglio infatti potrebbe rivelarsi illegale fotografare e postare sui social una bella foto davanti ad un monumento, scattata durante una piacevole vacanza. Proprio domani infatti verrà discussa al parlamento europeo la proposta di legge presentata dal europarlamentare Jean-Marie Cavada che prevede la richiesta di autorizzazione alle autorità competenti, ogni qualvolta si desideri pubblicare una foto che ritragga un monumento o un edificio. Certamente questa norma interessa chi ne fa un uso commerciale, ma nell’era del web anche un blog personale che contiene banner pubblicitari si definisce commerciale e la protesta non ha tardato ad arrivare. Wikipedia, che nel suo sito usa questo genere di fotografie, ha simbolicamente oscurato i monumenti e sul sito www.change.org (https://www.change.org/p/salviamo-la-libert%C3%A0-di-fotografare-savefop-europarl-it) è già possibile sottoscrivere una petizione che ha come slogan salviamo la libertà di panorama (#saveFoP). Al momento in Europa non esiste una legge univoca in materia: in Inghilterra vi è libertà di panorama a 360 gradi, in Danimarca è lecito scattare immagini ad edifici ma non ad opere d’arte mentre in Francia l’unica regola è il divieto di pubblicare online foto della Torre Eiffel di notte perché soggetta al diritto d’autore solo al calar del sole. In Italia il divieto di scattare foto ai monumenti per uso diverso da quello personale e privato è già in vigore da tempo.

Fa sorridere che in un momento critico come quello in cui si trova l’Europa oggi, con problemi di portata storica, qualcuno pensi che ci sia bisogno di limitare ancora un po’ la libertà di condividere l’arte, la bellezza, ultimo palliativo in questo mondo così abbruttito. Non sarebbe meglio lasciare che ognuno pubblichi sul proprio sito o blog la foto di una bella villa storica, invogliando forse così qualche lettore ad andarla a visitare, piuttosto che tassare alla cieca? Le foto e i video di brutture si moltiplicano, a tutte le ore del giorno e della notte, in TV, in internet, ma di certo nessuno pensa a tassarle. A pensare male si fa peccato ma a volte ci si azzecca e il sospetto che questi soldi  servano solo a rimpinguare casse già stracolme, speculando sul paesaggio e la bellezza, che dovrebbe essere (almeno quelli) beni di pubblica utilità, viene. Come testata che si definisce culturale non possiamo che esortare tutti i nostri lettori ad unirsi alla protesta, firmando la petizione e i nostri colleghi ad oscurare i monumenti. Blacked_out_London-Eye-2009

Redazione

Frammenti Rivista nasce nel 2017 come prodotto dell'associazione culturale "Il fascino degli intellettuali” con il proposito di ricucire i frammenti in cui è scissa la società d'oggi, priva di certezze e punti di riferimento. Quello di Frammenti Rivista è uno sguardo personale su un orizzonte comune, che vede nella cultura lo strumento privilegiato di emancipazione politica, sociale e intellettuale, tanto collettiva quanto individuale, nel tentativo di costruire un puzzle coerente del mondo attraverso una riflessione culturale che è fondamentalmente critica.

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