Cos’è la videoarte? Una semplice declinazione del cinema sperimentale? L’ultima (e oggi la più vitale) delle Neoavanguardie? O forse si tratta del medium più moderno e allo stesso tempo più adatto a raccogliere e a reinventare la tradizione della grande pittura classica?
Sembra proprio procedere in questa direzione parte del lavoro di Bill Viola, uno dei più grandi protagonisti della Videoarte a livello internazionale. Dalla metà degli anni ’90 Viola guarda ai grandi maestri della pittura del passato, con il proposito di sostituire pennelli e colori con i mezzi che danno forma e voce alla nostra contemporaneità: il tubo catodico, ieri, e il digitale, oggi.
Il primo frutto di questa ricerca è il video The Greeting, presentato per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1995. L’opera è ispirata a La Visitazione del Pontormo, custodita presso la Pieve di San Michele Arcangelo a Carmignano. Il gigante del Manierismo italiano raffigurava nel suo dipinto l’incontro tra Maria, in attesa di Gesù, e sua cugina Santa Elisabetta, incinta di San Giovanni Battista. Bill Viola invece non narra un episodio biblico, bensì ci mostra semplicemente un incontro.
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Nel video due donne sono impegnate in una conversazione. Dopo qualche minuto entra in scena una terza figura femminile che interrompe il dialogo. Quest’ultima si avvicina alla più giovane del gruppo, le sussurra qualcosa all’orecchio ed infine si abbracciano.
Il filmato, realizzato con una macchina da presa fissa e presentato in slow-motion, finisce per dilatare il tempo dell’azione a dismisura o, per meglio dire, compie il miracolo di instillare il tempo in un medium eminentemente atemporale: la pittura. Così Bill Viola cattura lo spirito del Pontormo e lo fa rivivere alla luce della contemporaneità, intensificando gesti, movimenti ed emozioni dei personaggi, i quali vengono spogliati della loro simbologia religiosa, ricontestualizzati in una nuova dimensione e resi perciò esemplari.
Quello che l’artista italoamericano ci mostra in The Greeting non è una mera narrazione tratta dal vangelo di Luca, né una semplice trasposizione in chiave moderna dell’opera del Pontormo, bensì l’emozionante visione di un incontro che, sospeso in un’atmosfera senza tempo, diviene metafora universalmente poetica delle più semplici e genuine affezioni umane.
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