È tempo di bilanci per il Salone del Libro 2019.
Nonostante le polemiche, il Salone del Libro è stato – dati alla mano – un nuovo successo anche se sono ancora possibili ulteriori miglioramenti.
I dati positivi: crescono i visitatori e le vendite
Nonostante la campagna di boicottaggio pre-apertura, il Salone ha registrato 4mila visitatori unici in più rispetto all’edizione dello scorso anno.
Un dato interessante e sicuramente positivo, data la condizione attuale dell’editoria italiana che risente della massiccia presenza di lettori deboli, quelli che non leggono mai o quasi.
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La crescita maggiore si è registrata tra i giovani, soprattutto tra i bookbloggers che hanno condiviso in diretta con i loro followers gli acquisti, gli incontri e gli eventi del Salone.
Equilibrio tra grandi e piccoli editori
Altro dato positivo è stata la distribuzione degli editori. La presenza delle più grandi case editrici (Mondadori, Einaudi, Adelphi, Sellerio) all’Oval – il nuovo spazio inaugurato quest’anno – ha permesso una più equa distribuzione degli editori negli altri padiglioni permettendo così che gli indipendenti non fossero messi in ombra dai giganti dell’editoria.
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Dati negativi: scarsa organizzazione tematica tra gli stand
Se si è risolta la distribuzione degli stand per “ordine di grandezza”, è ancora caotica quella in base tematica.
Editori specializzati in fantasy collocati vicini a quelli horror e altri casi simili non aiutano il visitatore in cerca del libro adatto alle sue esigenze. Questo porta i visitatori meno organizzati a visitare gli stessi stand; di norma quelli degli editori più grandi e conosciuti.
Una distribuzione in base tematica degli stand potrebbe invece essere un vantaggio sia per i lettori che per gli editori. I lettori potrebbero essere in grado di andare “sul sicuro”, scoprendo magari nuovi piccoli editori specializzati nel settore; gli editori potrebbero in questo modo emergere dalla folla caotica delle case editrici rivolgendosi ad un pubblico selezionato, con gusti affini, che non giunge allo stand per caso e poi se ne va in cerca d’altro.