Land Art è arte che nasce dall’ambiente, come materia prima e come ispirazione. Un approccio che vuole rieducare un’umanità urbanizzata all’antico, primordiale, ricco, contatto con il naturale. L’artista plasma lo spazio per rievocare la percezione del sublime, uno stato di impotenza meravigliata nella contemplazione della forza della natura. La corrente, nata in America tra il 1967 e il 1968, ha disseminato le sue opere per il mondo, toccando in particolare zone immense e incontaminate, che spalancano gli occhi e inondano i cuori. Sono manufatti che respirano il tempo dei materiali che li compongono, effimeri come tutto ciò che è vivo.
Coi piedi e con la testa sui paesaggi dell’uomo
È uno sfondamento di limiti e confini, che affronta la bidimensionalità del quadro e la tridimensionalità della scultura aprendo l’opera su uno spazio a trecentosessanta gradi. Cadono i filtri e le consuetudini delle pratiche artistiche tradizionali, che sopravvivono tra le righe, a sostegno delle radici delle nuove creazioni. L’apertura è senza rimorsi, a un nuovo coinvolgimento, a una nuova spontanea giuntura tra arte e vita. Dopo l’epoca grassa del boom economico, la Land Art punta a riattivare dei meccanismi spontanei, genuini, di dialogo con la natura. C’è un intento educativo, se non sempre devotamente ecologico, in questo approccio. Il paesaggio è agito in modo bipolare, ora con aggressività, ora con istinto di protezione.
Anche il pellegrinaggio tra opere di Land Art è una forma di turismo culturale, che si nutre di cultura e natura per innescare riflessioni profonde di colore esistenzialista. La corrente ha avanzato con percorso controverso, e la finalità di segnalazione della presenza viva di un ambiente talvolta si è annodata a un modo invasivo, manipolatore, di far prevalere la mano dell’uomo su quella della natura. Se i primi Earth Workers si definivano fanatici della natura e agivano tra New York e l’incontaminato ovest americano, l’evoluzione della corrente ha poi spesso portato a manifestazioni di natura e intenti a tratti ossimorici.
Cammino controculturale dal basso e dal centro
Come l’arte concettuale anche la Land Art è attivata da una ricerca di senso, con l’estensione della ricerca artistica alla realtà a tutto tondo. Il movente dell’opera è una riflessione, la volontà di comunicare un messaggio, di educare, di trasmettere un’empatia, la materia è la realtà tutta, fisica e mentale. Le opere, in continuo divenire, evolvono con l’ambiente circostante, con cui si integrano nel contrasto. La Land Art depone un elemento, figlio di un diverso paesaggio, quello umano, in uno spazio un tempo abitato solo dalla natura. Il contrasto innesca la riflessione e fa del pellegrinaggio e dell’osservazione un motivo di crescita. Un turismo che si aggancia non più solo ad una civiltà o una specifica tradizione, ma alle fila dell’umanità intera, e degli interrogativi esistenziali. Controculturale per certi versi, più antropologico.
Per esperire queste opere appieno è necessario camminarci attraverso, con lentezza. Farne esperienza attraverso la documentazione archiviata in musei e gallerie è tradirne l’ispirazione profonda. Solo una visione dal basso, dal centro, dal cuore vivo dell’opera e in essa, permette di fruirne appieno.
Dalla montagna esce l’arte: Artesella
La montagna incontra l’arte, e il camminatore attento, anche ad Artesella, in Trentino Alto Adige. Sono la storia e la natura del luogo la materia su cui artisti provenienti da tutto il mondo modellano le proprie opere. Artesella nasce dall’unione spontanea e sperimentale di un gruppo di amici di Borgo Valsugana, che nel giardino di Villa Strobele, in Val di Sella, pensano a un sodalizio tra arte contemporanea e natura. I principi cardine della loro azione:
«- L’artista non è protagonista assoluto dell’opera d’arte ma accetta che sia la Natura a completare il proprio lavoro;
– La natura va difesa in quanto scrigno della memoria;
– La natura non viene più solo protetta, ma interpretata anche nella sua assenza: cambia quindi il rapporto con l’ecologia;
– Le opere sono collocate in un hic et nunc e sono costruite privilegiando materiali naturali. Esse escono da paesaggio, per poi far ritorno alla natura». (dal sito www.artesella.it)
I primi passi si muovono nel 1986 ma è solo nell’ottobre del 1989 che si sancisce la nascita dell’associazione Arte Sella, sotto l’egida di Emanuele Montibeller. Il percorso esplorativo dello spazio si definisce nel 1996, lungo un sentiero forestale sul versante meridionale del monte Armentera. A questo itinerario ArteNatura si aggiunge dal 1998 l’Area di Malga Costa, prima luogo espositivo e poi sala da concerto. Una delle opere più rappresentative del percorso è la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri, che la natura sta completando. Purtroppo l’intera area è stata fortemente compromessa dalla tempesta del 29 ottobre 2018. L’impegno convinto e mai fiacco di istituzioni, artisti, aziende e privati cittadini ha però permesso la ricostruzione dell’Area di Malga Costa e della Cattedrale Vegetale. Anche se ferito, oggi il sito è vivo e aperto ad accogliere passi più lenti, ancora più rispettosi.
Fonte immagine di copertina: www.apulialandartfestival.com
Ottimi argomenti, da perseguire ancora. Un saluto amichevole, beppe sebaste