Riccardo III dopo l’apocalisse
L’anno è il 3300, i sopravvissuti sulla terra sono pochi e tra questi ci sono i teatranti: persone che sono sempre riuscite ad adattarsi in qualsiasi tipo di luogo e situazione.
In questo scenario post-apocalittico questi artisti si ritrovano e si raccontano la storia del famigerato Riccardo III. Tramite di questa storia è un bravissimo Davide Lorenzo Palla affiancato alle musiche da Tiziano Cannas Aghedu per la regia di Riccardo Mallus.
Un salto nel futuro?
Può sembrare che la scena descritta e le impalcature ci trasportino nel teatro del futuro, ma qui la mossa del drammaturgo e del regista è intelligente: ci portano nel teatro del futuro, ma in realtà andiamo con la mente a quando Shakespeare metteva in scena le sue opere. Il pubblico descritto è quello del 1500: interviene, grida, insulta, prende parte alla rappresentazione e si schiera con i personaggi che preferisce.
Non si sa se sia voluto questo effetto, ma la sensazione è proprio quella di essere nel Globe elisabettiano, in mezzo a popolani e nobili che ben ricordano la figura di Riccardo.
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Per noi astanti del 2018 (o del 3300) nel monologo iniziale l’attore ci spiega quali siano state le vicende che hanno portato al dramma che si sta per rappresentare in modo da metterci nella condizione di conoscere a pieno tutta la storia della famiglia reale inglese, proprio come i contemporanei di Shakespeare.
L’attualità di Riccardo III
Oltre al pubblico, anche Shakespeare fa un salto nel futuro e arriva nel 2018 tra battute su condoni e frecciatine sulla politica che assolutamente non risultano fuori luogo nel complesso dello spettacolo.
Perché funziona questa trasposizione nel futuro che l’attore/narratore ci fa vivere? Semplice: conosce il suo pubblico, così come Shakespeare conosceva il suo.
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Non siamo più abituati a intervenire e a prendere le parti di un personaggio o meno, non ci sentiamo più parte necessaria dello spettacolo ormai. Quindi il protagonista fa una cosa molto semplice: ci dà il permesso di farlo, ci guida negli interventi, dal boato all’urlare «co-ro-na!» per incoronare Riccardo come nostro re. E all’urlo di lunga vita a Re Riccardo III siamo ormai complici di quest’uomo che è riuscito a indossare il ruolo che noi gli abbiamo affidato: il nostro Re.
La svolta
Abbiamo sentito per tutto lo spettacolo la voce di Davide Lorenzo Palla, ma c’è una svolta: Riccardo III sente la voce della propria madre, la duchessa di York,che qui non è più raccontata ma è voce vera e possente nella testa del povero re.
Le immagini della sua infanzia sono tremende, gli ricordano la sua deformità. È un Riccardo III che non abbiamo mai visto: fragile, preso in giro, ferito.
Incredibile qui sentire la divisione nel pubblico: alle parole della ninna nanna «La mamma lo ucciderà» qualcuno ride non credendo che queste parole possano uscire dalle labbra di una madre, ma l’altra parte di pubblico è in silenzio: non danno per scontato che la duchessa non abbia detto quelle parole a un bambino deforme, malnato, «nato coi denti» che per la madre aveva già in fasce un viso terrificante, presagio di una crudeltà inimmaginabile.
Il ruolo che ci si cuce addosso
Riccardo ha scelto: diventerà il cattivo della storia, della sua storia. Non ha scelto, gli altri hanno scelto e lui, per l’essere umano ambizioso che è, adempie il suo ruolo alla perfezione.
Come la peste lui fa germinare l’odio, lo fa crescere e in esso lui vivrà per sempre, in una società che si ammala e diventa nera, brutta, malforme come il suo corpo, ricolma d’odio.
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Queste le riflessioni nate tutte durante lo spettacolo, reso fruibile per chi non conosce il testo da una narrazione semplice e coinvolgente.
Intenso e profondo nel rappresentare le tante sfaccettature di un personaggio estremamente crudele ma allo stesso tempo fragile, che si è fatto scudo di una bruttezza d’animo per nascondere le fragilità marchiate su un corpo maledetto dalla natura.
Riccardo III da William Shakespeare
di e con Davide Lorenzo Palla
regia di Riccardo Mallus
progetto artistico Tournée da Bar
produzione Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano
Teatro Carcano, 8-11 novembre 2018