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Tracce 2018 – Lasciarsi guidare dalla moda

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1 minuto di lettura

Mi considero un artista, con l’unica differenza che le mie creazioni si indossano, non si appendono ad un muro.

Roberto Cavalli

Ed è proprio con questo spirito che si apre la mostra Tracce 2018 – Lasciarsi guidare dalla moda visitabile fino al 31 dicembre a Palazzo Pitti, Firenze.

Una collezione di meravigliosi abiti realizzati da grandi stilisti quali Roberto Capucci,Gianfranco Ferré, Roberto Cavalli e molti altri che trovano il loro spazio tra l’arte appesa ad un muro proveniente dalla collezione della Galleria di Arte Moderna e la loro arte, quella che si indossa.

La mostra

La prima sala di Tracce 2018, propone capi dai colori della natura che si sposano perfettamente con i dipinti floreali appesi alle pareti per poi proseguire con colori e accostamenti quasi contrastanti tra loro man mano che si procede nella mostra.

A troneggiare nella seconda sala troviamo il maestoso abito teatrale della Vestale dalla “Norma” di Bellini realizzato da Capucci in omaggio a Maria Callas.  Ad accompagnare questo abito-scultura, l’olio su tela Eterno idioma di Giulio Bargellini, un quadro dal sapore ellenistico che ben si sposa con la solennità dell’abito.

In ogni sala si mescolano quadri e abiti, stili e colori diversi. Dalle linee pure ed essenziali di Mila Shön allo stile più aggressivo con applicazioni in metallo di Gianfranco Ferré. Ogni capo rappresenta la personalità e la voglia di sperimentare di ogni artista.

Il tema del viaggio

Tracce 2018 prevede una sala dedicata al viaggio in cui vengono esposti non solo abiti di varie epoche adatte allo scopo, ma anche valigie, foulard e guanti che ci catapultano nell’immaginario collettivo della fuga verso l’avventura
Ad alimentare la nostalgia per gli anni passati ci sono i giocattoli in latta e un dipinto di Elisabeth Chaplin raffigurante un bambino con in mano una macchinina che esprime un senso di spensieratezza.

Gli abiti funebri di Cosimo I de’ Medici

Oltre agli abiti d’alta moda, Tracce 2018 espone anche gli abiti con cui fu seppellito Cosimo I nel 1574. Dopo dieci anni di restauri, possiamo ammirare un esempio di moda cinquecentesca: dal Giubbone in raso recuperato con successo, alla cappa magna dei Cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano purtroppo solo semi-ricostruito.

È anche grazie all’abbigliamento che possiamo capire che tipo di uomo era Cosimo I: un politico, un capo militare e fondatore dell’ordine cavalleresco di Santo Stefano.

La moda ha infatti anche questo compito, raccontare un’epoca e tessere un ponte con il passato.  

Immagine di copertina: Azzurra Bergamo Copywriter ©

Azzurra Bergamo

Classe 1991. Copywriter freelance e apprendista profumiera. Naturalizzata veronese, sogna un mondo dove la percentuale dei lettori tocchi il 99%.

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