Ezra Pound e l’arte italiana
Fra le Avanguardie e D’Annunzio è il titolo del bel saggio di Andrea Mirabile (Leo S.Olschki editore), nella prestigiosa collana di Storia, Letteratura, Paleografia. Andrea Mirabile si occupa principalmente delle relazioni fra testi letterari e arti figurative in qualità di Professor of Italian and Cinema & Media Art presso la Vanderbilt University di Nashville. È autore di importanti libri sulla teoria della letteratura, Le strutture e la storia, Roberto Longhi e il suo circolo in Scrivere la pittura, gli scritti in francese di D’Annunzio e la metafora della cecità nella cultura italiana del Novecento. Con il saggio Ezra Pound e l’arte italiana l’autore si inoltra nella poesia del più controverso poeta americano del Novecento, che trascorse gran parte della sua vita fra Rapallo e Venezia. Da qui si comprende perché la sua monumentale opera i Cantos, una Divina Commedia americana, risentono degli influssi letterari italiani e soprattutto l’arte del Quattrocento: Beato Angelico, Botticelli, Bellini, Carpaccio e il Mantegna. Le immagini veneziane, gli artisti e l’architettura costituiranno le sorgenti stesse della fase paradisiaca dei Cantos. Pound è il D’Annunzio americano ed è in debito nei confronti di un Decadentismo che è tipicamente italiano.
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Edipo non deve nascere
Massimo Blanco è l’autore di Edipo non deve nascere – Lettura delle Poesies di Mallarmé (ed.Leo S.Olschki). M. Blanco insegna Letteratura francese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma. I suoi interessi di ricerca vertono sulla poesia francese del XIX secolo (Baudelaire e Mallarmé) e del XX secolo (Paul Valéry, il Surrealismo, la poesia della seconda metà del Novecento). Con quest’ultimo saggio Blanco affronta il mito solare di Mallarmé da una nuova prospettiva. Se per la mitologia comparata dell’Ottocento nota a Mallarmé, dietro ai miti ariani si celano degli scenari cosmici (notte/giorno, aurora/tramonto), qui si evita di scindere la persona mitica dal fenomeno a cui è legata (per esempio Edipo dal sole, Giocasta dalla notte o dall’aurora). Il mito di Edipo viene ripersonalizzato e vengono riesumati i ruoli e le figure che gli danno vita, è possibile rileggere le descrizioni ambientali del poeta, nelle quali emergono comportamenti, tendenze e decisioni che non sempre vogliono assecondare il regolare corso degli eventi. Mallarmé tende ad alterare il tempo della natura, a sottoporre a paradossali distorsioni i fenomeni fisici, l’alba e il tramonto. Le sue poesie creano scene cosmiche alterate. Interrompere, ritardare e modificare i ruoli degli attori. Il mito per Mallarmé diviene una via d’accesso alla memoria. Tramite un’ampia gamma di infrazioni al corso naturale degli eventi, M. immagina di poter rimuovere le origini dei suoi dolori: il lutto, l’assenza, l’amore mancato.
Paolo Montanari
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