Zdzisław Beksiński (1929-2005) pittore, grafico, scultore e fotografo polacco iniziò la sua carriera artistica come fotografo nel 1958.
Nell’atmosfera della Polonia comunista si pone come uno dei pochi artisti innovatori. Fin dagli inizi si impongono i suoi motivi peculiari: figure dal volto bendato, deturpato o cancellato; paesaggi brulli, aridi e desolati; oggetti mutilati, corrosi e in fase di decomposizione.
La sua prima mostra in ambito fotografico fu nel 1958, seguita da molte altre in qualità di membro dell’Unione Artisti e Fotografi Polacchi.
Il periodo barocco
Per un periodo si dedica anche alla scultura, lavorando con materiali innovativi come plastica, metallo ed acciaio.
Egli stesso classifica la sua arte in due periodi: dal ’58 ai primi anni ’70 e dal ’71 fino alla morte. Il periodo “barocco” vede un maggiore impegno verso la pittura. Questo primo periodo contiene tratti espressionisti nei colori e surrealisti nelle architetture.
Le sue opere non hanno un titolo, le classificò con codici o descrizioni anonime. Si caratterizzano inoltre per le grandi dimensioni.
Il periodo gotico
Il periodo “gotico” ha come data di inizio, secondo lo stesso Zdzisław, il 1971 e si compone da opere realizzare ad olio su masonite. Questo secondo periodo si caratterizza per toni molto più scuri e costruzioni astratte con rimandi al formalismo.
Il suo passaggio dalla fotografia alla pittura ha origine da una leggenda: secondo Zdzisław l’ispirazione per le sue tele gli sarebbe venuta in seguito a un grave incidente d’auto nel ’70, che lo ridusse in coma per un periodo di tre mesi. Dopo questo incidente l’artista sostiene di aver visto l’Inferno e di aver la necessità di rappresentarlo per non impazzire. Una curiosità è che Zdzisław riusciva a dipingere solo con l’ausilio della musica classica.
Le opere
È un rappresentante della corrente del surrealismo dispotico: arte che rappresenta un’ipotetica società dove molte percezioni negative sono portate al loro limite estremo.
Le sue opere sono spesso collegate a quelle di Ernst Fuchs e Alfred Kubin per le atmosfere. Per quanto riguarda la maestria degli effetti di luce e dei chiaroscuri viene sempre avvicinato al grande maestro William Turner.
Prende in prestito da Magritte la frase:
«The purpose of art is mystery»
e proclama che:
«Meaning is meaningless for me. I do not care for symbolism and I paint what i paint without meditating on a story.
Simply, I do not know myself. Moreover, I am not at all interested in knowing.»
Gli ultimi anni di vita
Negli ultimi anni della sua vita si avvicinò alla grafica digitale. In seguito alla morte della moglie e del figlio suicida (1999), il suo carattere schivo e il suo isolamento si radicalizzarono. A questa situazione si aggiunse una profonda depressione, che portò Zdzisław a recidere quasi tutti i contatti con il mondo esterno. Morì tragicamente assassinato in un tentativo di rapina nella sua casa a Varsavia.
Molte sue opere sono oggi conservate nel Historical Museum di Sanok.
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