Ieri sera, 27 maggio 2015 si è spento a Roma, a 67 anni, il regista Claudio Caligari, da tempo malato. Nato ad Arona, il 7 febbraio ’48, aveva appena terminato il montaggio del suo terzo ed ultimo film Non essere cattivo, ambientato nella periferia romana, in cui è tornato a raccontare i ragazzi di vita degli anni ’90.
Con una manciata di film all’attivo, era entrato da nella storia della cinematografia italiana di “culto”. Esordisce nel 1983 con Amore tossico, film su un gruppo di ragazzi romani con dipendenza da eroina: la sua particolarità è che a interpretarli non furono attori ma persone con un problema – presente o passato – di dipendenza da eroina.
Nel 1998 dirige L’odore della notte, ispirato alla banda di rapinatori soprannominati “dell’arancia meccanica”. L’ultimo film è stato realizzato in collaborazione con Mastrandrea, il quale, dopo la morte dell’amico regista, lo ricorda su Tumblr: «con l’amore e la cattiveria che la malattia gli imponeva. Con la dolcezza di chi riconosce la magia del cinema e delle persone che lo fanno. Con la stronza intelligenza di chi urlava il diritto al cinema da conoscere e da poter fare».
«L’intero cast tecnico e artistico è commosso e onorato di aver lavorato al film con un grande maestro», dice la sua produzione.
C.M.
[…] c’è Accattone Cataldi che arranca sbilenco tra la polvere e i calcinacci ma soprattutto c’è Claudio Caligari, silente osservatore da tre film a vita e geniale regista mai riconosciuto. Dopo la presentazione […]
[…] Caligari è morto il 26 maggio scorso, a riprese ultimate, e si deve a Valerio Mastrandrea il merito – grandissimo – di essersi fatto produttore di una pellicola che nessuno voleva finanziare, perché in fondo – dicevano – cosa uscirà mai dalla cinepresa di un regista che ha fatto solo tre film, che parla sempre degli ultimi, che non fa parte dell’intellighenzia nostrana. Ora a Venezia, dove il film è (scandalosamente) fuori concorso, tutti applaudono Caligari, tutti rimpiangono Caligari; la morte nobilita sempre, e apre gli occhi agli ipocriti, agli stolti, a coloro che vivono di apparenze e di apparenze aride finiranno per morire. Se Caligari fosse rimasto in vita anche questo splendido film sarebbe passato nel silenzio della critica, come Amore tossico, come L’odore della notte (quanti lo rammentano? Quanti lo citano?), come ogni film vagamente scomodo e scarsamente compiacente. Perché in fondo questo è Non essere cattivo, ultimo capitolo di un’ideale trilogia che Caligari aveva in mente (aperta dal punto di riferimento Accattone e proseguita col racconto d’eroina di Amore tossico), storiaccia di borgata, droga, scippi e dissoluzione. Il passaggio dagli anni ’80 alla metà dei ’90 è significativo, è simbolo della crisi e del vuoto in cui i personaggi vivono, sospesi tra eccessi e drammi personali, tra voglia di riscatto e impossibilità d’azione. […]