Sull’onda di un crescente successo che ne ha accompagnato la crescita in termini di numeri e qualità, la rassegna culturale IDEM – Percorsi di relazione, organizzata dall’omonima associazione veronese, festeggia il suo decimo compleanno con un programma come sempre nutrito, che affianca agli illustri ospiti ormai “di casa” anche novità di sicura presa sul pubblico degli associati, che hanno ampiamente superato il migliaio, e che garantiscono sempre il tutto esaurito al Teatro Filarmonico di Verona che ne ospita gli eventi. Il merito è della «formula originale che coniuga alla riflessione un format teatrale» come ha sottolineato il direttore artistico della rassegna Alcide Marchioro nella conferenza stampa di presentazione, e che ha avuto, aggiungiamo noi, la meritoria capacità di avvicinare un vasto pubblico, anche giovanile, a discipline di nicchia quali la filosofia o la storia dell’arte.
Tema di quest’anno è Il Riflesso del Tempo – Il Novecento, un viaggio attraverso le svolte nel campo dell’arte, nella musica, nelle idee che hanno connotato il XX secolo, ed il particolare quella parte di esso definita “secolo breve” in cui, mentre il progresso spingeva sull’acceleratore, cadevano una dopo l’altra le ideologie dominanti, dai nazionalismi al comunismo al capitalismo. Un secolo breve tuttavia abbastanza lungo, che in realtà non si è ancora concluso, viste le grandi trasformazioni tuttora in atto nella nostra società.
Ad inaugurare l’ambizioso percorso è questa sera, 29 gennaio, Alessandro Baricco, romanziere, narratore teatrale, giornalista, saggista, critico musicale, sceneggiatore, regista, tra i più eclettici intellettuali italiani. Fondatore della Scuola Holden di Torino, specializzata nello storytelling e nelle arti performative, Baricco proporrà al pubblico in anteprima nazionale un intervento intitolato Le invasioni barbariche, una «indagine sull’anima e le forme di una migrazione intellettuale annunciata, a dieci anni dal surfing multitasking, su sovversive orme digitali, lungo le rotte intraprese sulla superficie di mappe capovolte».
Il cinema, espressione artistica più che mai legata al Novecento, e la musica che ai suoi albori ne costituiva l’unica espressione sonora, saranno protagonisti del secondo incontro Chaplin, immagini musicali e sonorità visive, il 26 febbraio. Un concerto con racconto, in cui il violoncello di Mario Brunello, uno dei massimi esecutori mondiali e sperimentatore di progetti che coinvolgono diverse discipline artistiche, dialogherà con la voce narrante di Gianni Canova, critico cinematografico, editorialista del domenicale de Il Sole 24 ORE, e volto noto di Sky Cinema.
Il Novecento è rivoluzione anche nell’architettura d’esterni e di interni, dove il concetto di forma si fonde a quello di funzionalità. «La forma diventa scopo e il pianeta un cantiere dove si ridisegna l’assetto della vita», come spiegherà lo storico dell’arte Philippe Daverio, guidando il pubblico attraverso le maggiori correnti architettoniche del secolo nella serata del 10 marzo, dall’accattivante titolo Ornamento e delitto, che offrirà all’istrionico ed estroso critico d’arte occasione per spaziare tra i diversi ambiti culturali del panorama contemporaneo.
Infine, parlando di Novecento non poteva mancare la nuova fabbrica dei sogni, la Televisione, tra miti e riti, tra finzione e realtà. Ne parlerà il più noto e letto tra i critici televisivi, Aldo Grasso, nella serata del 26 marzo intitolata Lo specchio dei sogni, che chiuderà la rassegna invernale.
Un antipasto al banchetto di eventi che la IDEM ha in serbo per Il Festival della Bellezza, rassegna estiva ospitata al Teatro Romano ed al Giardino Giusti, divenuta un irrinunciabile appuntamento delle serate veronesi di inizio estate. Come ha anticipato la responsabile Alessandra Zecchini, dal 27 maggio al 10 giugno si susseguiranno una ventina di personaggi, a partire dal compositore Philip Glass, che a Verona farà l’unica tappa del suo tour europeo.
E poi Umberto Galimberti con una conferenza sulla bellezza come suprema legge della vita, Vittorio Sgarbi con la prima nazionale del suo spettacolo su Leonardo Da Vinci, primo evento per celebrare i 500 anni dalla scomparsa; Massimo Recalcati sull’arte come immagine dell’inesprimibile; Philippe Daverio su Giotto, Dante e Vivaldi come inventori delle forme d’arte della modernità; Federico Buffa con uno spettacolo teatrale su figure iconiche del ‘900; Morgan con una lezione-concerto su Fabrizio De André e la sua poetica, Stefano Bollani alle prese con la narrazione di grandi musicisti del ‘900; Luigi Lo Cascio e Gloria Campaner in un reading-concerto su Boris Pasternak e Sergej Rachmaninov; Alessandro Piperno con una comparazione tra due romanzieri del calibro di Stendhal e Gustave Flaubert. In una tale varietà di offerta, impossibile non trovare il proprio evento su misura.