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Storie di sport. Elogio di Federico Buffa

4 minuti di lettura

Un canale dedicato

In occasione delle festività natalizie, Sky Sport ha voluto creare un canale (il 205) interamente dedicato al personaggio di Federico Buffa. Dal 25 dicembre al 4 gennaio l’emittente satellitare trasmette ventiquattro ore su ventiquattro uno speciale avente come protagonista colui che, a detta di molti, è il più grande narratore sportivo italiano. Sul canale 205 si possono gustare e rigustare i programmi principali di Federico Buffa, come il magnifico Storie mondiali e l’altrettanto eccezionale Storie di campioni; oppure ci si può imbattere nei racconti che hanno come protagonisti figure mitologiche dello sport, come Diego Maradona o Michael Jordan, per tacere, infine, delle sue interviste (mai banali) ad Andé Agassi o a Victor Hugo Morales, il più celebre commentatore calcistico sudamericano.

La redazione di Sky Sport ha voluto rendere omaggio a colui che rappresenta la punta di diamante del giornalismo sportivo italiano contemporaneo anche perché, in primavera, verrà lanciata una mini-serie, ideata e condotta da Buffa, incentrata sul 1968, un vero e proprio tornante della storia mondiale novecentesca. Di fatto proprio sul canale 205, in questi giorni, è programmata la puntata pilota della mini-serie documentaristica, un prologo ambientato a Parigi, ovvero il luogo da dove partì e si sviluppò il maggio francese. Detto tutto ciò, a questo punto, una domanda sorge spontanea: ma concretamente chi è Federico Buffa?

Federico Buffa
Federico Buffa in posa.
www.modenatoday.it

La prima parte della sua carriera

Lo storico soprannome di Federico Buffa, con cui veniva appellato specialmente nella prima parte della sua carriera, è “l’avvocato”. Ciò è dovuto alla laurea in Giurisprudenza ottenuta a Milano (città natale) con una tesi sul contratto di lavoro nello sport. Prima ancora di laurearsi, però, ha compiuto un viaggio che costituisce la tappa fondamentale del suo percorso umano e, in seconda battuta, professionale. Nell’estate del 1978, quando il mondo intero posa lo sguardo (non troppo attento, a dir la verità) sull’Argentina che sta ospitando e vincendo i mondiali di calcio casalinghi, Federico frequenta una Summer school alla Ucla, uno dei templi del basket collegiale americano. All’università di Los Angeles si innamora definitivamente della pallacanestro e della cultura americana, due passioni che fondamentalmente lo accompagneranno per tutta la vita. Rientrato a Milano scrive un articolo proprio sull’esperienza appena trascorsa. È il primo articolo sportivo di Federico Buffa, è l’inizio di una grande storia.

Lui stesso ha dichiarato come la sua vita sia sempre proceduta per fasi. Ha iniziato occupandosi di basket come telecronista sportivo e la prima telecronaca risale al 1991; nella memoria collettiva degli appassionati restano le partite Nba commentate  in coppia con Flavio Tranquillo. In particolare, i due hanno la fortuna di poter raccontare l’epopea di Michael Jordan e dei suoi Chicago Bulls: tutti si ricordano specialmente la leggendaria gara 6 di MJ contro gli Utah Jazz nel 1998, una delle prestazioni individuali più importanti della storia dello sport a cui Federico, in compagnia del suo amico fidato, spetta l’onere e l’onore del commento e della descrizione.

I tempi televisivi delle telecronaca di Buffa e Tranquillo sono perfetti: possiedono entrambi una capacità straordinaria di controllare lo spazio-tempo. Gli appassionati di basket lo amano alla follia, ma non sono gli unici ad accorgersi della straordinarietà di Federico. Infatti, agli inizi degli anni 2000, anche il calcio (in particolare Milan Channel, la rete ufficiale della squadra rossonera di cui Buffa si è sempre dichiarato tifoso) comincia ad accorgersi di lui e della sua intelligenza superiore. A Milan channel Federico si occupa della componente tattica delle partite della squadra, all’epoca di Carlo Ancelotti, mostrando una eccellente conoscenza del calcio, rara per uno che non soltanto non ha mai giocato ad alto livello, ma ha trascorso gli ultimi quindici anni di vita occupandosi di pallacanestro.

Federico Buffa
Buffa e Tranquillo in postazione commento.
www.commonswikimedia.org

Storie mondiali: «chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio»

La svolta della vita professionale di Federico avviene nel 2014. Già in precedenza Buffa si era dilettato con la narrazione sportiva (eccezionale il documentario in cui racconta la storia di Arpad Weisz), ma erano stati episodi sporadici. In concomitanza con i mondiali brasiliani Sky Sport trasmette Storie mondiali, il programma che costituisce l’apogeo della carriera di Buffa, in cui mostra al pubblico italiano, finalmente, le proprie doti da divulgatore e narratore. Ogni episodio di Storie mondiali è ovviamente incentrato su una edizione della Coppa del mondo di calcio: si va dal Maracanazo del ’50 alla Francia multietnica del ’98, da Italia-Germania 4-3 (1970) al pioneristico Uruguay degli anni ’30.

Il calcio e i mondiali fanno da cornice ai dieci racconti di Federico, ma limitare il programma unicamente all’aspetto sportivo sarebbe una grave dimenticanza (non a caso, giustamente, Sky ha trasmesso le puntate di Storie mondiali anche sul canale tematico Sky Arte). Storia e storia del calcio viaggiano a braccetto lungo un percorso guidato in maniera magistrale dalle doti affabulatorie di Federico. Il suo essere quasi totalmente onnivoro da un punto di vista culturale fa sì che le storie delle grandi nazioni (e nazionali), spesso, lasciano spazio ad excursus su paesi calcistici non certamente d’élite, ma ugualmente affascinanti. Ascoltando Buffa raccontare, sembra di accorgersi che non esista, al mondo, civiltà e cultura di cui il più grande storyteller italiano non abbia il desiderio di conoscere e, successivamente, far conoscere agli altri.

Da grande umanista qual è, Buffa ha una capacità fuori dal comune di ragionare per immagini: nella sua mente infatti, tutto (lo sport, la storia, la letteratura, il cinema e molto altro) si collega. Così la puntata di Storie di campioni dedicata a Cristiano Ronaldo è un pretesto per un viaggio all’interno dei romanzi di Antonio Tabucchi; i mondiali inglesi del ’66 non potrebbero essere raccontati degnamente senza la musica britannica di quegli anni; oppure, le vicende delle nazionali calcistiche dell’Europa orientale (la Romania, la Jugoslavia, la Polonia) raccontano perfettamente le difficoltà del vecchio continente dopo il Patto di Varsavia. D’altronde, come veniva detto all’inizio del programma andato in onda nella primavera del 2014, «I mondiali hanno scandito i tempi della nostra vita e scandiranno quelli di chi verrà».

Recentemente Aldo Grasso, storica penna del Corriere della Sera, nonché grandissimo ammiratore dell’”Avvocato” ha dato di Federico un’immagine eccezionale: «Buffa ha inventato una nuova forma di teatro televisivo».

Siamo molto fortunati ad essere suoi contemporanei.

Federico Buffa
www.feniceforumcommunity.net

Fonte immagine in evidenza: www.agropolisportmag.it

 

Giacomo Van Westerhout

Classe 1992, possiedo una laurea magistrale in ambito umanistico. Maniaco di qualsiasi cosa graviti intorno allo sport e al calcio in particolare, nonostante da sportivo praticante abbia ottenuto sempre pessimi risultati. Ho un debole per i liquori all'anice mediterranei, passione che forse può fornire una spiegazione alle mie orribili prestazioni sportive.

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