Fino al 7 gennaio 2018 il Mudec si tinge di oro, proponendo in contemporanea una Klimt experience dedicata al famoso pittore della Secessione viennese, e un viaggio di esplorazione nell’Egitto della diciottesima dinastia, chiamata dagli studiosi “età dell’oro”.
Perché l’Egitto a Milano
In apertura della mostra Egitto. La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II, un albero genealogico ci mostra i sinuosi rapporti famigliari fino a Tutankhamon, il faraone-ragazzo che tutti conosciamo grazie alla sensazionale scoperta di Howard Carter nel 1928. Pochi invece ricordano che vent’anni prima destò scalpore il ritrovamento da parte di Victor Loret della tomba di Amenofi II, che racchiudeva anche le mummie di altri celebri sovrani, posizionate qui dai sacerdoti secoli dopo, per preservarle dagli sconvolgimenti politici e dai tombaroli.
In questo momento la sezione egizia del Museo Archeologico del Castello Sforzesco è chiusa, e lo sarà fino al prossimo giugno, per rinnovo del percorso espositivo. La mostra del Mudec intende sopperire a questo “vuoto” e celebrare il legame particolare di Milano con il faraone Amenofi II: infatti l’Università Statale nel 2002 ha acquisito l’importantissimo fondo documentario di Loret, con il diario di scavo e le riproduzioni dei reperti. Per la prima volta questo materiale è accessibile al pubblico. È un invito quindi a riscoprire la figura di un faraone ingiustamente dimenticato e ad assaporare l’emozione di quel ritrovamento.
Chi è Amenofi II
Figlio del grande conquistatore Thutmosi III, Amenofi regnò tra il 1427 e il 1401 a.C., dedicandosi al consolidamento dei confini e garantendo un lungo periodo di pace. La mostra introduce gradualmente al mondo della diciottesima dinastia: le statue del faraone, riconoscibile per la sua muscolatura da “palestrato”, la riproduzione di un carro a due ruote, ma anche la vita quotidiana dell’alta società egizia (giochi, monili, trucchi), le decorazioni coloratissime di sarcofagi di varie età, i vasi canopi, le statuette degli ushabti (servitori dell’aldilà), i bendaggi delle mummie, stralci dal Libro dei Morti. I reperti provengono dalle più importanti collezioni egizie mondiali (Il Cairo, Leida, Vienna) e sono integrati da installazioni multimediali di papiri, radiografie delle mummie, documenti filmati.
La tomba 1:1
Nell’ultima sala ci accoglie la splendida statua di una piccola pantera, simbolo della seduzione della notte eterna. Ed ecco infine il clou della mostra, la riproduzione in scala 1:1 della tomba di Amenofi, con le colonne, le pareti decorate, la camera segreta. Le pagine dei diari di Loret, con appunti, misurazioni e disegni, ci comunicano l’emozione della scoperta.
Egitto felix
Per i più piccoli è prevista una guida d’eccezione: Geronimo Stilton, che rivela le curiosità sui geroglifici, gli animali, la vita quotidiana. Un modo divertente per avvicinarsi a una civiltà misteriosa, su cui gravano spesso stereotipi, che scivolano verso il macabro, l’occultismo o addirittura l’horror. Ciò che si coglie invece è il benessere di una civiltà felice, che viveva in una specie di Eden in terra, un Egitto prospero e rigoglioso, e coltivava il sogno dell’immortalità e della rinascita.
Egitto. La straordinaria scoperta del Faraone Amenofi II
Mudec, Milano via Tortona 56
fino al 7 gennaio 2018