Nella mattina del 4 febbraio in tutta Italia è scattata un’operazione dei carabinieri del comando di tutela del patrimonio culturale contro il traffico illecito di reperti e beni culturali. Circa 450 carabinieri hanno eseguito 147 perquisizioni in tutto il territorio nazionale, sequestrando duemila reperti archeologici provenienti da alcuni dei più importanti siti del Paese , tra cui Campania (in particolare da Pompei e Paestum), Puglia e Sicilia. Il blitz, coordinato dal Dda di Napoli, ha permesso il recupero di moltissimi manufatti in ceramica, monete, utensili metallici, e per il momento non è stato effettuato alcun arresto.
Quanto avvenuto oggi deve fungere da monito per il popolo italiano, che inconsapevolmente assiste allo smembramento della propria terra. Privarci della nostra storia e delle nostra cultura, equivale a privarci della nostra anima.
L’Italia è in ognuno di quei resti trafugati e fortunatamente salvati. Ma per poter smuovere la coscienza nazionale è necessario partire dalle fondamenta, educando i nostri giovani all’amore per il bello e al rispetto per la loro nazione.
Questi furti rappresentano solo la punta dell’iceberg. È facile indignarsi di fronte all’illegalità, ma non davanti all’ignoranza e alla mancanza di rispetto. Questi luoghi, che tutta l’umanità ci invidia, vanno in rovina perché non vengono trattati con il rispetto e la reverenza che meritano. Perciò non sentiamoci italiani solo quando qualcuno ci deruba, sentiamoci italiani quando buttiamo immondizia a Pompei, sentiamoci italiani quando qualcuno imbratta i marmi delle nostre cattedrali. Il dio denaro è da sempre il più abile corruttore dell’animo umano, e i furti di opere d’arte non sono una novità nelle testate giornalistiche. Perciò l’unico modo valido ed efficace per difendere e salvaguardare il nostro Paese è amarlo e rispettarlo, conoscerlo e apprezzarlo, e renderci conto che siamo i custodi del Paese più bello del mondo.
A.M.G.