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«Amor sacro e Amor Profano»: il dualismo estetico-ideologico nel dipinto di Tiziano

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2 minuti di lettura

Tra i dipinti in assoluto più studiati e apprezzati nella storia dell’arte, Amor Sacro e Amor Profano (olio su tela, 118×279 cm) è uno dei capolavori dell’immenso Tiziano, pittore veneziano del XVI secolo. Realizzato nel 1515, Amor Sacro e Amor Profano è un quadro estremamente complesso, dalla simbologia rigidamente strutturata, frutto di un attento e rigoroso lavoro. Scevro dal mero esercizio pittorico, tale dipinto è una vera e propria riflessione filosofico – culturale, che ha dato adito a numerose interpretazioni.

«Amor Sacro e Amor Profano» uno dei titoli possibili

Innanzitutto, si parta dicendo che il titolo col quale è conosciuto non è altro che uno dei tanti titoli identificativi che spesso si attribuiscono ad opere di grande fama. Nel corso dei secoli esso è stato rinominato Beltà disornata e Beltà ornata, Donna divina e Donna Profana, Amor profano e Amor divino. L’elemento in comune resta però la contrapposizione fra l’elemento profano, identificato nella nudità della morbida figura sulla destra, e quello sacro, ovvero l’argentea dama che siede elegantemente sulla sinistra.

amor sacro e amor profano

«Amor sacro e Amor profano » analisi

Partendo da un’analisi superficiale che si sofferma sulla composizione dell’opera, si può notare sullo sfondo un paesaggio bucolico, campestre, che lascia scorgere i profili di alcuni edifici in lontananza.

Fra i primi e più importanti elementi simbolici vi è la presenza dell’acqua: nel laghetto sulla sinistra dietro il manto purpureo, e nell’acqua contenuta nel sarcofago al centro dell’immagine. Proprio quest’ultimo si pone come punto focale e chiave interpretativa dell’intera opera. Su di esso infatti poggiano entrambe le figure, e da esso sono sorrette. L’acqua è emblema della temperanza, di quella perfetta mescolanza fra piacere carnale e diletto dello spirito. Da essa, infatti, attinge Eros, divinità intermedia che collega sessualità e elevazione morale del sentimento.

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Le figure femminili

Le figure femminili, sebbene siano state identificate come Medea, Proserpina o altre figure mitologiche, si offrono ad un’interpretazione molto più generale: quella, appunto, dell’amore sacro e di quello profano.

La figura sulla destra è pudicamente abbigliata in ricche vesti candide dai riflessi argentati. Il talento di Tiziano per i panneggi è qui magistralmente esercitato in un ondeggiare di morbido tessuto. Raffinata e ritrosa, questa donna è lo stereotipo della donna–angelo, oggetto di un amore platonico e contemplativo; una Beatrice dantesca che con la sua presenza salvifica eleva lo spirito dell’amato ad una dimensione di  pentimento e purezza. La compostezza ed eleganza della figura lasciano anche pensare all’incarnazione delle virtù della nobiltà, delle donne dell’aristocrazia, il cui amore è giusto e santificato dal vincolo matrimoniale.

Sulla destra si erge invece, languida e sublimemente sensuale, la donna simbolo del profano, oggetto di quell’amore carnale, sanguigno e passionale, che il rosso vivo del drappo accentua ancora di più. Le morbide membra della donna, quasi completamente scoperte, sono come abbracciate da un vaporoso tessuto cremisi che ricorda l’abbraccio di un amante appassionato. Fondamentale il gioco di sguardi pensato dal Tiziano: la candida vergine distoglie gli occhi, quasi con fastidio, dallo sguardo tentatore, quasi di sfida, della seconda figura, che pare istigarla ad abbandonarsi ai medesimi piaceri.

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Un’opera dai tanti significati

Sebbene il primo livello d’interpretazione si fermi alla sfera amorosa, il dipinto è forse molto più complicato, ricco di un significato più intenso, che riguarda realtà sociali, filosofiche e artistiche in perenne contrasto. Il tutto è però collegato dal tema dell’opposizione di due realtà avverse, che trovano fondamento, forza e sostegno solo nella temperanza.

Magnifico e sublime come tutte le opere dell’immenso Tiziano, Amor Sacro e Amor Profano, oggi conservato presso la Galleria Borghese di Roma, è un dipinto dalla bellezza assoluta. È un’opera priva di artificio ma diretta ed eterna come solo le grandi opere d’arte possono essere. Immediata, travolgente, ed emblematica, Amor Sacro e Amor Profano è, e sempre resterà, uno dei più grandi capolavori nella storia dell’arte.

 


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Anna Maria Giano

Mi chiamo Giano Anna Maria, nata a Milano il 4 marzo 1993. Laureata Lingue e Letterature Straniere presso l'Università degli Studi di Milano, mi sto specializzando in Letterature Comparate presso il Trinity College di Dublino.Fin da bambina ho sempre amato la musica, il colore, la forza profonda di ciò che è bello. Crescendo, ho voluto trasformare dei semplici sentimenti infantili in qualcosa di concreto, e ho cercato di far evolvere il semplice piacere in pura passione. Grazie ai libri, ho potuto conoscere mondi sempre nuovi e modi sempre più travolgenti di apprezzare l'arte in tutte le sue forme. E più conoscevo, più amavo questo mondo meraviglioso e potente. Finchè un giorno, la mia vita si trasformò grazie ad un incontro speciale, un incontro che ha reso l'arte il vero scopo della mia esistenza... quello con John Keats. Le sue parole hanno trasformato il mio modo di pensare e mi hanno aiutata a superare molti momenti difficili. Quindi, posso dire che l'arte in tutte le sue espressioni è la ragione per cui mi sveglio ogni mattina, è ciò che guida i miei passi e che motiva le mie scelte. E' il fine a cui ho scelto di dedicare tutti i miei sforzi, ed è il vero amore della mia vita.

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