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Masters e Johnson: il duo
che cambiò il nostro modo
di vedere (e fare) il sesso

2 minuti di lettura

Approdata sul piccolo schermo del 2013, ed ormai alla sua quarta stagione, Masters of Sex narra le vicende reali dell’equipe di ricerca formato da William Masters (nella serie interpretato da Michael Sheen) e della collega Virginia Johnson (Lizzie Caplan).

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Sessuologo e ginecologo lui, sessuologa e psicologa lei, hanno lavorato in equipe al primo studio sulla sessuologia umana a partire dal 1956, quando si incontrarono e iniziarono una collaborazione al dipartimento di Ginecologia ed Ostetricia della Washington University di St. Louis, Missouri.

L’anno seguente, il team iniziò ad effettuare una serie di ricerche legate alla sessualità umana, cosa che costò caro alla carriera accademica di lui, visto che all’epoca dei fatti l’argomento era considerato un tabù: il lavoro, infatti, prevedeva anzitutto l’osservazione diretta dei volontari (a cui comunque era garantita massima riservatezza) da parte dell’equipe durante un rapporto sessuale o mentre si masturbavano.

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www.softrevolutionzine.org

I due scienziati, poi, registravano attraverso un poligrafo dati relativi al battito cardiaco e osservavano tramite appositi strumenti gli andamenti del’attività celebrale durante l’atto; innovativa, quanto scandalosa, invenzione del dottor Masters fu “Ulisse”, un dildo in plexiglass munito di telecamera, che veniva introdotto nella vagina per un’osservazione ancora più precisa e scientifica.

Sottoponendo all’esperimento 382 donne e 312 uomini, di età compresa tra i 18 e gli 89 anni, Masters e Johnson riuscirono ad osservare il comportamento dell’organismo durante l’orgasmo, e arrivarono così a delineare il “ciclo della risposta sessuale“, ossia l’insieme delle componenti fisiche e psichiche che investono il corpo quando esso è sottoposto ad uno stimolo erotico.

Individuando le fasi di eccitamento, plateau, orgasmo risoluzione, i medici fecero chiarezza anche sui disturbi legati alla sfera sessuale e contribuirono ad eliminare il metodo “freudiano”, fino a quel momento il più in voga per combattere questo tipo di problemi. Da una conoscenza fisiologica del corpo durante il sesso, quindi, sarebbe derivata una maggior consapevolezza e una maggior libertà, che avrebbe reso certamente più appagante l’esperienza.

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Fu nel 1964 che Masters e Johnson aprirono un loro istituto di ricerca a St. Louis, il Reproductive Biology Research Foundation, poi Masters and Johnson Institute) e, nel 1966, pubblicarono il primo libro riportante gli esiti della loro ricerca, arrivato in Italia col titolo di La riposta sessuale umana.

Ad essere abbattuti nel volume, molto apprezzato nonostante i tecnicismi, furono convinzioni molto in voga all’epoca come per esempio l’inesistenza del periodo refrattario o la pericolosità della masturbazione; il libro fu anche propulsore di un nuovo atteggiamento verso il sesso, in particolare da parte del pubblico femminile, che aveva ottenuto, grazie agli studi, un riconoscimento sessuale fino ad allora sconosciuto.

I due, partners sul lavoro, divennero poi anche compagni di vita, sposandosi nel 1971, e continuarono le loro ricerche, che però furono adombrate da alcune erronee convinzioni sull’omosessualità e sulle MST. I due, poi, furono molto criticati per un programma di “conversione” che mirava a rendere eterosessuali i soggetti omosessuali, che Masters e Johnson attualizzarono nella loro clinica tra il 1968 e il 1977.

Qualche curiosità? I due scienziati avrebbero osservato circa 10.000 cicli sessuali completi, il che equivale a circa mille ore di filmati porno; in più, parrebbe che le prime volontarie furono 145 prostitute, sicuramente meno inibite, e che i volontari si siano presentati solo in un secondo momento. E, last but not least, i due scoprirono un qualcosa che fece “tirare il fiato” agli uomini: la soddisfazione del partner, non dipende dalla dimensioni del pene.

 

Giulia Malighetti

23 anni, laureata a pieni voti in Lettere Classiche alla Statale di Milano, amante della grecità antica e moderna spera, un giorno, di poter coronare il suo sogno e di vivere in terra ellenica.

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