Come ogni domenica vi riproponiamo quelli che sono stati i migliori articoli pubblicati sul nostro giornale nella settimana appena conclusa, scelti dalla redazione. Così anche chi si è distratto può recuperare con tutta calma!
Inés e Clara: le matriarche
del Cile di Isabel Allende
Nelle donne che Isabel Allende dipinge nei suoi romanzi c’è tanto di lei, della sua famiglia, del suo Paese. Sono figure molto diverse, tutte accomunate da una grande forza e da una straordinaria capacità di amare. E, di quando in quando, nella loro vita compare anche il surreale: una magia che si tramanda di madre in figlia, legata al sangue e alla terra. È grazie a queste caratteristiche che Inés e Clara, due delle più belle figure create da Isabel Allende, plasmano la propria vita, quella di chi le circonda e perfino la loro terra: il Cile.
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L’insostenibile leggerezza
del giudicare
Giugno 2015. Tiziana Cantone si trova in un parcheggio del capoluogo partenopeo, in compagnia del suo amante, al quale sta praticando del sesso orale. L’amante sta filmando la scena e lei pronuncia una frase destinata a diventare tristemente famosa: «Stai facendo un video? Bravo!». Il video sarebbe poi stato mandato su WhatsApp ad alcuni amici, per poi finire nel mare magnum della rete.
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Campo: borgo fantasma
appeso sul lago di Garda
Sopra Marniga è rimasto un pugno di case a guardarsi negli occhi. Campo di Brenzone è il così noto borgo fantasma sulla sponda veronese del lago di Garda. È sdraiato alle pendici del Monte Baldo, a circa 200 metri di altitudine, e si può raggiungere solo attaccando la strada di buona gamba. Non c’è altro che una mulattiera a scivolare verso la città, e a risalire in alto, dissestata, e percorribile solo dalle fameliche 4×4, che divorano qualsiasi terreno.
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L’erotismo inquieto
di Johann Heinrich Füssli
L’arte non ha nulla a che vedere con la morale. È questo l’imperativo categorico di Johann Heinrich Füssli che, dopo aver compiuto studi ecclesiastici volti a condurlo a un’esistenza morigerata, si trasferì appena ventinovenne nell’Urbe dove, stando alle biografie, condusse vita da libertino. Era il 1770 e Roma era il paradiso della voluttà e del peccato.
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La Sirenetta di Copenaghen:
una favola firmata Eriksen
Su una roccia bagnata dal mare, nella sua bellezza discinta, una figura bronzea si volge nostalgica verso l’Øresund. Ha il profilo malinconico di chi vede andare e venire gente di terra e di mare, siede silenziosa all’ingresso del porto, luogo di scambi, gioie, addii e dolori. È la Sirenetta che aspetta il suo principe, è il simbolo immobile e composto della città di Copenaghen.
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