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Le note dell’eros:
sensualità a ritmo di musica

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4 minuti di lettura

L’erotismo, lo ripetiamo spesso, si manifesta in tutte le arti in modi più o meno espliciti. È un tema trasversale e inesauribile, la cui problematica, soprattutto in relazione a come la società lo accoglie, è affrontata in ogni campo: dalle più antiche arti figurative e letterarie, fino a quelle più recenti del cinema e della fotografia. E la musica non fa eccezione. Forse, anzi, è l’arte che meglio di tutte può esplicitare l’eros.

violoncello
Fonte: http://genova.mentelocale.it

Il legame tra musica ed eros si ritrova in molteplici espressioni già nel mondo antico. Come ci rende noto Platone, erano proprio questi gli ingredienti di un perfetto simposio, il momento in cui i “gentiluomini” si davano a cibo, vino e raffinati discorsi. Ma nessun simposio sarebbe stato tale senza che vi fosse la musica ad allietarlo – strumenti a corde e a fiato erano quelli prediletti – e belle donne (o bei giovani) a regalare piacere agli occhi e non solo. Eros e musica erano un’accoppiata vincente anche nei baccanali, le controverse e sfrenate feste in onore del dio Dioniso. Qui la ricerca della parte più irrazionale e istintiva dell’uomo si esplicava nell’allontanamento dalla civiltà, nell’ebbrezza data dal vino e nelle pratiche sessuali più sfrenate, accompagnate immancabilmente dagli strumenti a percussione, che più di tutti si prestano ad alimentare l’estasi.

Ma perché la musica ha un legame così particolare con l’eros? Senza nulla togliere alla sensualità emanata da un disegno di Milo Manara o da una fotografia di Helmut Newton, la musica ha il grande pregio di poter vivere il momento, di pervaderlo e intrecciarsi ad esso. Tutti noi abbiamo almeno un ricordo legato in modo inscindibile alla musica. Quando lo riviviamo nella memoria, la musica è lì insieme alle immagini, è parte integrante del ricordo, esattamente come la colonna sonora di un film lo caratterizza almeno quanto i fotogrammi che lo compongono. Un dipinto o una fotografia, per quanta sensualità possano avere, vivono sempre il passato – un ricordo – o il futuro – un’attesa, una fantasia. La musica è l’unica che, per sua stessa natura, possa vivere il presente.

manara rossa

Quando, dunque, un brano musicale può essere definito erotico? La risposta è piuttosto semplice: sempre. In parte perché, come abbiamo detto, la musica è strettamente legata alla memoria. Un brano legato a un ricordo piacevole diventa improvvisamente bello, anche se in condizioni diverse non ci sarebbe sembrato degno di nota. Allo stesso modo, una canzone legata a un ricordo un po’ piccante diventa… potete continuare da soli. Ma la risposta è dovuta anche al fatto che per ciascuno di noi l’eros ha un significato diverso. Possono essere erotici i gesti o le immagini molto espliciti, ma anche sguardi che durano un secondo, sorrisi più obliqui del solito, parole innocenti soffiate in un orecchio. Lo stesso accade nella musica.

Premesso dunque che c’è chi può trovare erotiche anche le canzoni di Gigi D’Agostino, possiamo dire che ci sono brani che più di altri accendono i sensi. Alcune canzoni, dal testo particolarmente esplicito, descrivono rapporti sessuali senza troppi mezzi termini. Specialisti in questo campo sono, ad esempio, gli AC/DC, veri e propri guru del sex&drugs&rock’n’roll, che accanto a brani divertenti e giocati sul doppio senso come Big Balls (1976) ne propongono altri decisamente meno velati, come You Shook Me All Night Long.

«…Made a meal out of me,
and come back for more,
Had to cool me down,
To take another round,
Now I’m back in the ring to take another swing

But the walls were shaking,
The earth was quaking,
My mind was aching,
And we were making it and you…»

Particolarmente espliciti nella loro infinita discografia sono in genere anche i Led Zeppelin. Tra i tanti brani che si potrebbero nominare c’è Whole Lotta Love, dall’album Led Zeppelin II (1969). Il brano è talmente noto – e bello – che forse non ci ferma spesso a riflettere sul suo vero significato, ma anche qui il testo lascia decisamente poco all’immaginazione.

«A-way, way down inside
A-honey you need-ah
I’m gonna give you my love, ah
I’m gonna give you my love, ah oh
Whole lotta love
Want to whole lotta love
Want to whole lotta love
Want to whole lotta love»

E nel panorama italiano? Senza andare a scomodare l’intramontabile Patty Pravo con il suo Pensiero Stupendo, possiamo citare Jamin-a di Fabrizio de Andrè, tutto cantato in genovese. Si tratta di uno dei suoi brani meno noti ma dotato di una sensualità disarmante: «Non navigare di sponda / prima che la voglia che sale e scende / non mi si disfi nell’onda / e l’ultimo respiro Jamina». Meno poetico e con ancora meno peli sulla lingua è Zucchero (al secolo, Adelmo) Fornaciari. Anche qui non bisogna sforzarsi troppo per trovare immagini e parole dominate dalla sensualità e dai doppi sensi. Quelle che seguono sono tratte da Il mare impetuoso al tramonto salì sulla luna e dietro una tendina di stelle… (spoiler: il brano si conclude con un «… se la chiavò»).

«Voglio vederti ballare
senza tabù
un ballo da strappamutande
fallo di più
come on sister
è un volo proibito
amore e sesso, sesso, sesso
sono un assetato
perché tu sei l’acqua, l’acqua del peccato!»

Ma vi sono anche canzoni che, pur non essendo particolarmente esplicite, riescono a riscaldare l’atmosfera grazie alla particolare abilità del (o della) cantante. È il caso di uno dei più noti brani dei Massive AttackParadise CircusIl brano destò scandalo soprattutto per il suo video estremamente spinto (che, non a caso, è stato praticamente rimosso dalla rete), ma non si può dire che il testo in sé sia eccessivamente osé. Nessuno, tuttavia, oserebbe escluderlo in una compilation di musica erotica. Il perché si capisce solo ascoltandolo.

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Silvia Ferrari

Classe 1990, nata a Milano, laureata in Filologia, Letterature e qualcos'altro dell'Antichità (abbreviamo in "Lettere antiche"). In netto contrasto con la mia assoluta venerazione per i classici, mi piace smanettare con i PC. Spesso vincono loro, ma ci divertiamo parecchio.

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