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Perché leggiamo?

Alcuni leggono tanto, altri poco e altri affatto. Ma perché leggiamo i libri? Ecco alcune nostre riflessioni a proposito delle motivazioni che si spingono alla lettura.

4 minuti di lettura

Chi poesie, chi romanzi rosa, chi giall: tutti leggiamo (o quasi). C’è chi ama immergersi, con la lettura, nelle valli incantate di un fantasy; chi decide di leggere e di lasciarsi catapultare in un’epoca passata, accompagnando qualche grande condottiero che aspirava alla gloria eterna; chi legge e rilegge spasmodicamente gli stessi versi da giorni, per carpirne i significati più profondi e per stamparseli nel cuore e nella mente.

L’uomo è un essere leggente: è l’unico animale tanto capace di trascendere dall’hic et nunc da riuscire a creare e immedesimarsi in storie inventate. Leggere è raccogliere, quindi scegliere; ciò che definiamo come «letto» è ciò che supera almeno la prima cernita estetica. La decisione di approcciarsi a una lettura, dunque, suggerisce la presenza di una tendenza discernente e scremante che agisce precedentemente alla lettura stessa: essa ci orienta nella scelta dei libri, polarizzando la nostra attenzione verso ciò che ci appare più congeniale. Questa forza è la somma di tutto quello che abbiamo letto, e si chiama gusto.

Leggere è anche rileggere: rileggi, rileggi, rileggi…
Rileggiamo non solo per comprendere le sottigliezze stilistiche di un testo, ma anche per memorizzarlo,  o come dicono gli inglesi, to learn by heart. Si impara col cuore per imprimere i pensieri veicolati dalle parole nella propria anima; un atto di questo tipo richiede una forza passionale, erotica, pari a quella necessaria per amare una donna. Impariamo a memoria ciò che desideriamo far nostro per sempre, ciò di cui vogliamo appropriarci e ciò che vogliamo custodire gelosamente.

Memorizziamo anche per poter trasmettere alle generazioni future. È il ricordo a testimoniare i mali che hanno lacerato il mondo, spargendo sale dove avrebbero potuto crescere i fiori della cultura: raccolti e rilegati, questi fiori avrebbero dato vita a tante screziate antologie, che altro non sono che raccolte di testi bellissimi, i più belli: i fiori della letteratura. Se impariamo con il cuore, allora non ripeteremo gli errori del passato. Quelle atroci ingiustizie che odorano di carne dilaniata e di sangue rappreso sul terreno non avranno una nuova epifania.

Memorizziamo per testimoniare, affinché i posteri, forti dei nostri racconti e dei nostri scritti, non commettano quegli abomini che noi abbiamo scongiurato perché ammoniti da chi era presente al massacro. Pur con tremuli occhi increduli, i testimoni del male della storia sapevano di non dover distogliere lo sguardo dai delitti. Sapevano, e molte volte temevano, che un giorno avrebbero dovuto testimoniare, rievocando il male subito. Leggere è, quindi, anche vedere con gli occhi di chi è stato, anche involontariamente, testimone.

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Leggere è un atto ardito: significa viaggiare nel tempo e nello spazio.
Viaggio verso dove? Dove ti dice il narratore, naturalmente. Sono questi i termini del patto: se non ti piacciono chiudimi e apriti un altro libro! Ma è un viaggiare con lo spirito, il corpo resta sulla terra. Ecco dunque che le biblioteche si popolano, già all’orario di apertura, di novelli o più esperti viaggiatori. Lì in fondo si è seduto quello che non parla mai, quello sempre solo e dimesso: ora ha da poco intrapreso un viaggio verso qualche isola misteriosa ed esotica insieme a una sgangherata ciurma di pirati (mi chiedo se farà amicizia col pappagallo del capitano); là troviamo un esploratore navigato! sembra un sub esperto: chissà quanto impiegherà ad attraversare gli abissi di quel tomo profondissimo e toccare il fondo dell’ultima pagina…

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Ecco, guarda là! li riconosci? non sono troppo differenti da te: forse hanno solo qualche brufolo in più. A quel gruppo di studenti è stata somministrata una soporifera lettura estiva. Lo sconforto contrae i loro volti, la disperazione e l’ansia si posano come un corvo sulla loro testa (chi ha fatto entrare i corvi in biblioteca? A ecco, ho chiesto alla bibliotecaria: mi ha detto che hanno fatto il nido nel reparto di letteratura americana un po’ di tempo fa). Ma torniamo ai nostri studenti. Maledicono ogni singola parola di quel libro. Ogni sacrosanta, incomprensibile parola. A loro servirà qualche anno prima di riscoprire la bellezza di quel classico: magari diverrà persino il loro libro del cuore!

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Torni a casa stanco: il lavoro ti stressa, i bambini urlano e fanno i capricci, tua moglie è ingrassata tanto da occupare da sola le quattro piazze del divano. Pensi alla tua vita, alle tue aspettative giovanili, a quella esistenza  aspirata ma che non sei riuscito a tramutare in realtà. Non tutto è perduto: caro Lettore, consolati sapendo che la lettura dilata esponenzialmente il tempo della tua vita. Chi legge, carissimo, non vive solamente una vita, ma tante vite quanti sono i protagonisti dei libri tanto adorati.

Altro che dottrina della reincarnazione! Ti sto proprio vedendo: hai preso il libro che hai iniziato ieri e te lo sei portato in veranda per leggere in religiosa quiete. Hai aperto il libro e… zac! il viaggio comincia. Ti sei estraniato completamente da tutto e da tutti; sei sprofondato in quello stato di atopia catalettica (apparente) tipica di chi viaggia tra le righe di un bel libro.
Che libro è? potrei chiedertelo, ma non mi ascolteresti: non perché tu sia scortese, ma perché sei assente. Hai accettato il patto narrativo. I termini del contratto sono semplici: l’autore, attraverso il narratore del suo libro, ti regala i biglietti per un viaggio che costa poco (pochissimo se decidi di viaggiare con la compagnia Supereconomici). Da parte tua, mio diletto, devi lasciarti trasportare, abbandonando ogni riserva riguardo la verità di quello che ti viene raccontato. In altre parole devi prendere per vera la narrazione, accompagnando i personaggi durante tutta la diegesi.

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Perché leggiamo? Siamo un po’ bulimici: vogliamo assimilare storie ed esperienze che non potremmo mai esperire sulla nostra pelle. Siamo figli di quell’Ulisse dantesco che, poco dopo essere tornato ad Itaca, riparte per la propria Odissea senile: si rimette in viaggio perché vuole far esperienza, non essendo mai sazio del proprio sapere. La sete di conoscenza affligge le nostre menti e i nostri cuori bramano quella linfa simile all’icore, sangue divino, che sembra zampillare dalle sensazioni proibite, dai misteri intricati e dalle gioie infinite che regala una buona lettura.

Caro lettore, è tardi: sei su quel libro da tante ore, ma non te ne accorgi perché, è proprio vero, quando ci si diverte il tempo vola. Ora però basta: tua figlia ti tira i pizzicotti sulle guance e, vedendo che non rispondi agli stimoli, chiede alla mamma se sei morto; questa, scherzando, risponde: «Magari, così mi risposo!». Dai, ora ti aspettano le calde braccia di Morfeo: se sarai fortunato, ti faranno visita in sogno tutti i personaggi del libro che stavi leggendo, permettendoti, nei tuoi deliri onirici, di improvvisarti sceneggiatore.
Ecco… ecco che prendi sonno e… ciak, si gira!

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di Nicolas Calò

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  1. […] Chi poesie, chi romanzi rosa, chi gialli…: tutti leggiamo (o quasi). C’è chi ama immergersi, con la lettura, nelle valli incantate di un fantasy; chi decide di lasciarsi catapultare in un’epoca passata, accompagnando qualche grande condottiero che aspirava alla gloria eterna; chi legge e rilegge spasmodicamente gli stessi versi da giorni, per carpirne i significati più profondi e per stamparseli nel cuore e nella mente. Continua a leggere… […]

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