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Copertina di "Nulla" di Marcello Fois. Foto di Francesca Leali © il fascino degli intellettuali

“Nulla, una specie
di Spoon River”
di Marcello Fois

1 minuto di lettura

È un’anagrafe di morte Nulla (2010) di Marcello Fois. Pagina su pagina, nel libro si affastellano 16 epitaffi di persone morte suicide. Ogni epitaffio si dilunga in racconto, e ogni sepolto ha diritto a una breve parentesi di notorietà, per riscattare una vita, una morte, così vane.

Copertina di "Nulla" di Marcello Fois. Foto di Francesca Leali © il fascino degli intellettuali
Copertina di “Nulla” di Marcello Fois. Foto di Francesca Leali © il fascino degli intellettuali

Nel sottotitolo, Spoon River rimanda al cimitero dell’antologia di Edgar Lee Masters. Ritorna la tattica sineddotica del maestro americano: si dice del microcosmo di un paesino, Nulla, per significare l’umanità intera. Le storie toccano opposte, ma intimamente simili, categorie umane. Si bloccano su giovanissime età anagrafiche.

Nulla è niente, niente di che, un posto qualunque, che è dappertutto. «Secondo le ultime stime, ha un’estensione che copre tutta Italia». Nulla fuori e dentro. Insipidezza delle persone che vivono in un ambiente insapore. O meglio, che non sono riuscite a viverci. La narrazione è consegnata a uomini e donne scomparsi, che ragioni per mentire non ne hanno più. È un racconto sincero, e disperato. Omosessualità, amori non corrisposti, relazioni problematiche con i genitori, i consorti, il lavoro o la vita in generale. Mancanza, sempre, di senso.

La lettura è ascolto, le parole si fanno voce, nella freschezza di stile di Marcello Fois. E sembra quasi di vederseli davanti, i narratori, con le lacrime che incespicano nelle pieghe ruvide dei visi. Sul piano formale, la lingua fascia perfettamente il profilo dei singoli, si muove con loro, e bruscamente vira al variare del personaggio. L’italiano si impasta di sardo in alcuni passaggi, a volte il linguaggio si fa colorito, godereccio.

www.leggeremania.it
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Raccontano in pochi, per dire di troppi. Sono storie piluccate qua e là, senza criterio apparente, campioni di un disagio uguale ma diverso per tutti. È una critica alla moderna società, che sovraespone a stimoli inconsistenti, svuotando. È la denuncia di un disagio diffuso, che forse gridato dai morti fa più paura, e colpisce più direttamente il cuore.

Marcello Fois, Nulla
Il Maestrale
Nuoro, 2010
129 pagine
prezzo di copertina 10€

 

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Francesca Leali

Nata a Brescia nel 1993. Laureata in lettere moderne indirizzo arti all'Università di Bergamo, dopo un anno trascorso in Erasmus a Parigi. Appassionata di fotografia, cinema, teatro e arte contemporanea.

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