«Per chi ha il coraggio di andare oltre il titolo provocatorio, il brano racconta di quanto tutte le problematiche della vita odierna possano passare in secondo piano quando a farla da padrona sia la Passione e l’unione tra due persone: un inno all’amore raccontato senza tabù, contro le storture del mondo».
Daniele Ronda
Lo avevamo già intervistato a gennaio 2015 prima del suo concerto a Mondovì (CN) durante il tour La Rivoluzione, di promozione all’omonimo album. Ritroviamo Daniele Ronda, a un anno e mezzo di distanza, a Cairo Montenotte (SV), all’OktoberValleyFest (di nome e di fatto, meteorologicamente parlando, in questa estate che stenta a decollare) in una delle date della nuova tournée Da qui si riparte, cominciata nel teatro di Piacenza, a “casa sua”, lo scorso 15 aprile, e che lo vedrà esibirsi in tutta Italia, sud compreso, dove è sempre apprezzato ed accolto con grande entusiasmo.
Cosa è successo nel frattempo? Così come nel 2014, anche lo scorso anno Daniele ha partecipato al concerto del 1° maggio a Roma. Inoltre, in autunno ha realizzato – insieme ai giovani hip hopper Mucci Bravo, T-Flow, Nick Lo Schiaffo e Piccio – il singolo Terra ubriaca, subito dopo la devastante alluvione che ha colpito il piacentino, e il cui ricavato delle vendite è stato devoluto per sostenere gli aiuti in quelle zone. Un giovane cantautore che non dimentica mai da dove è partito ed è sempre legato alla sua terra.
Per il 2016, punto fermo resta l’accompagnamento degli storici Sandro Allario (fisarmonica, tastiere, pianoforte) e Carlo Raviola (basso). Si aggiungono Cristian Rocco alle chitarre e Stefano Petrini alla batteria. Le novità: una nuova collaborazione, con l’emiliano Massimo Varini, chitarrista, compositore, arrangiatore, produttore artistico; un nuovo album in lavorazione che segna un ritorno al genere pop, senza mai voltare le spalle alle proprie radici e alla passione per il folk, strada che ha percorso negli ultimi anni con tanto successo. Per quanto riguarda i concerti live, riarrangiamenti dei brani con sonorità e contaminazioni della world music sudamericana e del centroamerica.
Aspettando l’uscita del nuovo disco, Daniele Ronda ha già spiazzato tutti con il singolo uscito a maggio, un inno alla passione dal titolo inequivocabile ed irriverente: Apri le gambe, amore mio, scritto insieme al produttore e musicista Massimo Varini.
Ciao Daniele e benritrovato. Com’è nato questo brano, e come è stato accolto dai tuoi fan e dalla critica?
Il pezzo è “in cantiere” da un po’ di mesi, esisteva prima della fine dell’ultimo tour, quello che poi ci ha portato a una pausa, solo dall’esterno, in quanto si è lavorato in studio e si continua a lavorare tuttora al disco nuovo. E oltre al nuovo album, abbiamo lavorato tanto su un’evoluzione del nostro sound. Molti si sono accorti che il nostro folk, la world music, hanno preso connotati diversi, si sono mescolati ad altre sonorità, questo grazie anche alla collaborazione con Massimo Varini che è produttore di questo singolo e sarà produttore di altri pezzi contenuti nel disco.
La prima cosa che è balzata non all’occhio ma all’orecchio di chi ha ascoltato il pezzo è stato il titolo. L’abbiamo suonato dal vivo per la prima volta alla data zero del tour a Piacenza, e quella sera alcuni fan hanno “rubato” dei video – cosa che ci fa sempre molto piacere visto che la gente ha voglia di portarsi a casa un “pezzettino” del nostro concerto. Il brano quindi, anche non esistendo un master registrato, ha cominciato a girare su web. All’inizio arrivavano soltanto commenti positivi, ma se da una parte mi faceva piacere, dall’altra mi preoccupavo perché ero consapevole che sarebbero dovute arrivare delle critiche, prima o poi.
I casi erano due: o che l’avevano ascoltato in maniera superficiale o che tutti l’avevano già ascoltato in maniera ben più profonda. Non che non fosse possibile ma la cosa mi faceva venire molti dubbi, visto che abbiamo questo grande murales dove ognuno spara le proprie opinioni, giuste o sbagliate che siano. E infatti dopo l’uscita del singolo in vendita su Itunes e sugli store digitali, sono iniziati ad arrivare i primi “moralisti” indignati che ci accusavano di aver superato una soglia di volgarità troppo elevata.
Questa cosa mi ha fatto riflettere: innanzitutto perché il 99,9% di quelli che si sono sentiti offesi erano uomini, mentre io credevo in un movimento femminista. In questo caso le donne ci hanno fatto capire di essere andate oltre quello che era il titolo. L’altra cosa è che il mondo web spinge molti a sentirsi in dovere di dare un giudizio subito, il prima possibile. Credo quindi che molti abbiano dato un giudizio prima di sentire la canzone, fermandosi al titolo. E neanche al titolo intero, perché quell’Apri le gambe, amore mio spiega tante cose, se lo riesci a leggere. C’è da dire comunque che molti hanno fatto un passo indietro, comprendendo cosa c’era dietro alla provocazione iniziale. Smuovere delle emozioni significa, a volte, anche infastidire qualcuno e questa è una cosa che non ci ha fermato né messo dubbi, anzi, ci ha reso felici perché questo mestiere deve smuovere qualcosa: le emozioni.
A Piacenza, il 15 aprile hai presentato un altro nuovo singolo, Tutto fin qui, che dà poi il nome al tour con la strofa Ora da qui si riparte. E sembra quasi tu abbia voluto trarre una sorta di bilancio e fare una svolta.
In realtà io faccio molti bilanci e molte ripartenze, sia nella mia vita che nella mia carriera. Ho scritto tanto per altri artisti, a un certo punto avevo pezzi primi in classifica, poi sono ripartito da zero suonando con questo nuovo progetto che nasceva dal folk e dal territorio in un piccolo locale di Piacenza, che poi si è tramutato in un palazzetto dello sport, e poi ho rimesso tutto in gioco evolvendo la sonorità. Insomma sono uno da ripartenze, assumendomene i rischi e prendendomi anche gli stimoli, che per me sono fondamentali. Questa è una nuova ripartenza, non da zero perché in questa sonorità nuova c’è tanto di quello che si è fatto fino ad oggi, la base è quella lì. Credo che queste siano delle evoluzioni necessarie, che a me servono per mantenere così vivo quello che faccio.
Ci puoi dare qualche anticipazione sul nuovo album?
Credo uscirà verso ottobre-novembre. Siamo nel pieno del lavoro e quando sei in studio, così immerso in quello che stai facendo può succedere di tutto. La direzione l’abbiamo un po’ data già con questi due singoli, in realtà nel disco c’è tanto materiale, tanta coerenza ma anche un bel viaggio, quindi quel famoso “stimolo” di continua elaborazione ed evoluzione vorrei si sentisse in questo album. Ora siamo in tour, gireremo tutta l’Italia e questo è basilare per noi dopo che siamo stati fermi per qualche mese. Siamo abituati a fare concerti in strada, nelle piazze e ne sentivamo tutti la mancanza e l’esigenza.
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