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©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)

“Be the bee body be boom”:
Sara Munari racconta
le strade dell’Est

4 minuti di lettura

Capelli a spazzola e sguardo pieno di vita, seduta a un tavolo al centro della sala e dell’attenzione c’è Sara Munari. Fotografa (ma non solo: anche docente, giurata e lettrice portfolio) che vive e lavora nel lecchese, e proprio a Lecco, in una Libreria Volante di via Bovara gremita, tra vicoli e odore di libri, lo scorso 12 maggio l’abbiamo incontrata. L’occasione di un’atmosfera così carica di sguardi è la presentazione del suo nuovo capolavoro fotografico Be the bee body be boom (bidibibodibibu): pubblicato dalla casa editrice emuse in versione cartacea e digitale, è un vero e proprio racconto composto da 107 fotografie in bianco e nero per un viaggio lungo otto anni, che ha come protagoniste le strade di dodici Paesi dell’est Europa, dalla Russia fino alla Bulgaria.

L’est europeo raccontato dagli occhi di Sara diventa un visione in cui il bianco e nero fa da tramite, come una lente di ingrandimento, su un mondo distante ma sopratutto su un modo di vederlo del tutto personale. Non è una descrizione analitica dell’est contemporaneo, è un’interpretazione, un’impronta libera di essere plasmata di fronte agli occhi dello spettatore.

Si tratta di «un progetto nato molto tempo fa, quando era solo un viaggio, e poi sono diventati una serie di viaggi – spiega Sara Munari – viaggi che poi si sono uniti da un filo rosso: le favole e le leggende urbane che in questi luoghi si esprimono con grazia, malinconia e stravaganza. Un po’ per far vedere ciò che i miei occhi vedono quando cammino per strada e un modo per ridare le favole ai bambini», prosegue. Il suo tono di voce entusiasta con cui risponde alle domande e interviene ci porta ancora di più in un mondo fantastico.

©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)
©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)

Sfogliare il libro di Sara Munari è come entrare in una realtà narrata con uno stile completamente personale, dove tristezza e bellezza ballano la stessa danza, si alternano tra chiari e scuri contrastati, e dove nessun elemento si va a sostituire all’altro.

©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)
©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)

Fin dalle prime pagine si nota l’evoluzione del progetto, che lascia spazio a tutta la sua personalità e il risultato che si stacca dalla street photography, intesa in modo essenziale e classico, ovvero quel genere fotografico che è solito raccontare la storia delle cose, rimanendo il più fedele possibile alla strada stessa dove nasce; questo lavoro invece, senza usare manipolazioni troppo marcate, si stacca quasi completamente da questo genere e sembra essere più una storia personale vissuta tra le vie e sulla strada. Più un sentire la strada, sfruttare la sua essenza per far trasparire un sentire.

«La mia volontà per questo progetto non era piacere a qualcuno, qui parlo io e basta. È come un romanzo in cui l’interpretazione è lasciata libera».

È proprio nella progettualità che Be the bee body be boom si distacca dalla street photography: di sicuro con quest’ultima condivide la strada, inteso proprio come spazio fisico per esprimersi, luogo dei fatti vissuti e del tempo fermo ad aspettare, ma la sua è una storia che si evolve in una vera e propria favola contemporanea da leggere d’un fiato.

É un lavoro studiato nel tempo, che nel tempo si è evoluto con una certa coerenza e anche cambiando nella forma, ha mantenuto sempre un risultato regolare e costante.

«Un discorso, un progetto, per avere senso e per avere abbastanza forza, si deve affermare per lungo tempo».

©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)
©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)

Si traduce così come il lavoro per lei più intenso, a livello personale e professionale: un impegno a una visione costante, una voglia consistente di spiegare com’è la sua visione mentre passeggia per strada. Intensità che riesce a essere trasmessa a livello cutaneo e sottocutaneo.

«Non è la mia visione a essere assurda, è il mondo che è assurdo, le persone che ci sono per strada e i loro gesti. Ci sono attimi in cui le persone si autoderminano assurde, gli stessi attimi in cui non succede nulla, ma succede tutto».

©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)
©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)

I punti forti di tutto il lavoro di Sara Munari sono proprio l’ossessività e la distanza: la ricerca insistente di situazioni e fotografie adatte, durata 8 anni, la loro scelta e la loro post-produzione, un lavoro maturato e legato inevitabilmente all’ispirazione iniziale di distacco.

«Mi aspettavo un luogo dominato dal nero e dal cemento, vie strette e scure, invece ho trovato città fantastiche con tanto spazio e tanto tantissimo bianco. Per questo ho rivisto il progetto più volte e per questo il risultato è questo che vedete, interpretabile dai vostri occhi in maniera sempre rinnovata».

Torna ancora la distanza, come elemento principe del suo lavoro e del suo vedere.

©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)
©Sara Munari Be the bee body be boom (bidibibodibibu): Est East (Portfolio Vol. 5)

La distanza fisica e quella del distacco emotivo è lo stesso spazio che separa e coinvolge lo spettatore di fronte a queste fotografie.

I progetti futuri riguardano l’Ovest e l’uso del colore, ma c’è ancora un progetto volutamente poco definito.

«Per il progetto che ho in mente a Ovest, vedo una fotografia che andrò a ricercare in America, se non troverò l’immagine che ho in mente allora ricercherò il sentimento che questa idea mi provoca».

Il progetto a Ovest si compierà solo viaggiando; fino a quel momento, come nel caso del progetto sull’est Europa, certezze vere e proprie non possono essere stabilite, c’è solo una convinzione, forte e chiara: «Prima di tutto deve continuare a essere un divertimento, quando smetterò di divertirmi smetterò anche di fotografare», afferma Sara Munari in conclusione.

Il libro sarà possibile acquistarlo o scaricarlo, inoltre sarà presentato il prossimo giovedì 19 maggio a Carugo in via Baracca 7, sabato 28 maggio presso il Monzambano Fotografia 2016 e ancora in programma per il 15 giugno la presentazione durante l’evento inaugurale del Leica Store di Bologna.

Armata della sua Olympus EPL5, con Be the bee body be boom Sara Munari ha intrapreso un viaggio nell’Est Europa che, dopo la giusta maturazione, si è tramutato in romanzo e favola, anzi come uno di quei romanzi che non ti fanno dormire per leggerne il finale.

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Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.

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