di Chiara Alivernini.
Tinto Brass, regista, sceneggiatore, attore, doppiatore, montatore… è un artista a 360 gradi, che nel cinema riesce a coprire tutti i ruoli, davanti e dietro la telecamera.
Nacque nel cinema vero, quello che esisteva una volta: fu infatti assistente di maestri del cinema del calibro di Roberto Rossellini e Joris Ivens, ed esordì nella regia con il lungometraggio In capo al mondo (1963), apologo sul disagio giovanile, del quale curò anche sceneggiatura e montaggio.
Oggi è conosciuto come il maestro dell’erotismo per eccellenza, ed è soprattutto questo che è stato oggetto della mostra a lui dedicata al Vittoriano di Roma (24 febbraio – 23 marzo 2016), dal titolo Lo sguardo Libero di Tinto Brass: si tratta della prima grande esposizione dedicata al regista e comprende foto, oggetti di scena, documenti inediti, lettere, sceneggiature, copioni, manifesti e costumi. Una mostra che emoziona, forse un pò imbarazza, decisamente… tocca.
I primi timidi (ma non troppo!) approcci di Brass all’erotismo consistettero nel trattare tematiche come il sesso ed il suo particolare rapporto col potere e col denaro, tema centrale di Salon Kitty (1975), e della celebre ed a tutti nota ricostruzione storica Caligola (1979). Questo fu l’incipit che portò Brass a lasciare il cinema serio (o «serioso», come lui lo definiva) per passare al vero cinema erotico (con la prima opera La Chiave, 1983).
«La vita è semplice ma complicata dalla paura che le persone hanno della libertà», con questa frase si potrebbe riassumere tutto il pensiero del regista così come è stato ripercorso dalla mostra del Vittoriano.
Abbiamo colto l’occasione per intervistare il Maestro.
Sessualità e sensualità. Quali le affinità e quali le differenze, a suo parere?
«Il concetto di sessualità è limitato al discorso sul sesso mentre la sensualità attiene alla persona, è una caratteristica che promana dalla personalità».
Una volta, durante una divertente (ed irriverente) intervista, quando le domandarono quali fossero a suo parere i veri valori dell’Italia, lei rispose semplicemente «tette e culo». Cosa risponderebbe oggi e perché?
«I valori del nostro Paese stanno nella possibilità di godere liberamente del proprio corpo. E quindi: culi e tette».
Caligola è stato il suo primo successo. Una scommessa. Un cult. Cos’altro?
«Caligola è stato importantissimo ma non l’ho potuto fare come volevo. È stato un grande dispiacere. Non avendolo potuto montare, non ho nemmeno firmato la regia».
Il film che sogna di girare è…
«Ziva, con protagonista Caterina Varzi».
Queste le risposte che ci ha dato il Maestro, cercando di coglierne il senso e di respirarne l’arte: Tinto Brass: uno sguardo libero ha raccontato il lungo percorso del regista attraverso aspetti meno noti al grande pubblico, come il suo impegno nel teatro, nel montaggio, seguito dal regista stesso per ogni suo film, e i suoi rapporti di amicizia e di collaborazione con i grandi protagonisti del cinema italiano e internazionale, interpreti del calibro di Alberto Sordi, Stefania Sandrelli, Terry Carter, Franco Nero, e maestri artisti come Gianfranco Salis e Guido Crepax.
Perché l’arte, quella vera, è a 360 gradi. E, qualche volta, anche a 69…
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[…] ci propone il mondo visionario e sempre sopra le righe del cinema di Tinto Brass. Da tanti anni il maestro del soft-core all’italiana celebra l’erotismo come elemento vivificante dell’esistenza stessa e come inesausta ricerca di […]