Triste presentimento, olio su tela del 1862 di Gerolamo Induno attualmente conservato alla Pinacoteca di Brera, è un quadro verista forse oggi poco conosciuto al grande pubblico ma che racchiude in sé tutti gli ideali del Risorgimento.
In una stanza illuminata dalla luce del mattino, una giovane donna siede spettinata sul bordo del letto e guarda con espressione ansiosa una fotografia. Siamo in un contesto totalmente umano: la “struttura narrativa” è lenta, quotidiana. Sulla sinistra, un caminetto con appoggiati sopra un serie di oggetti quotidiani. Davanti, un bacile di acqua e lì vicino una salvietta appesa alla bell’e meglio. In mezzo, il letto disfatto con la ragazza, altrettanto disfatta e afflitta dal dolore e dalla preoccupazione. A destra, la finestra spalancata da cui entra la luce che inonda tutta la stanza.
Interessanti, oltre alla dimensione di totale realismo, sono i piccoli dettagli sullo sfondo: una copia de Il bacio di Francesco Hayez, altra grande icona del periodo, testimonianza della sua enorme diffusione subito poco dopo l'”uscita”, un disegno di Pulcinella, il busto di Giuseppe Garibaldi, l’illustrazione di una barricata sull’imposta della finestra. Segni di un Risorgimento vivo e sentito anche nelle situazioni più intime, come può essere appunto quella magistralmente descritta da Induno che, tramite i colori caldi e neutri, riesce a rendere tutte la tensione emotiva della situazione senza tuttavia creare una “cappa” di negatività al tutto.
Le modalità, come già evidenziato, sono difatti quelle del realismo, che intendono portare sulla tela la Storia – è ben evidente dal tricolore formato dai vestiti appoggiati distrattamente sulla sedia davanti al camino, che portano i colori della nostra bandiera.
I richiami patriottici sono quindi tanti e nascosti e, di fatto, rimandano alla esperienza personale dell’autore, artista militante che ha vissuto i momenti fondamentali della storia italiana del periodo prendendo parte alla Cinque giornate di Milano, alla guerra di Crimea e alla Repubblica Romana ed è perciò in grado di rendere con l’arte anche il sentimento più vivo che si insinua in chi invece la guerra non la fa, ma sta a casa ad aspettare. Quest’opera di Induno, in realtà, si colloca in un contesto più ampio di opere facenti capo al realismo e che si snodano sullo stesso tema: ne è un esempio il contemporaneo Una triste novella di Giuseppe Reina, che ha per tema la dimensione quotidiana del Risorgimento. Una giovane donna si appoggia al davanzale della finestra e riflette sui parenti al fronte. La dimensione è anche qui umana, vissuta. Non mancano nemmeno in Reina i riferimenti al tricolore – il panno rosso sul libro verde, ad esempio- e… nemmeno i riferimenti al Bacio, la cui fortuna è nota e diffusa sin da subito.
Quello che fanno questi autori è un lavoro molto sentito, molto umano e incredibilmente intenso, che riesce ad esprimere tramite la pittura il mondo valoriale dell’epoca e allo stesso tempo dare speranza e incoraggiamento: accanto all’angoscia e alla preoccupazione di chi sta a casa, c’è anche il tricolore che, più o meno mimetizzato nella scena, fa da monito e incita a resistere e combattere.
PS. Triste presentimento sembra aver ritrovato una certa fortuna in tempi molto recenti… guardate un po’ qui!