Mettete due femministe insieme in una stanza e potranno accadere grandi cose. Mercoledì sera, il 24 febbraio, si è tenuto a Londra un evento della How To Academy che ha visto confrontarsi due icone importanti icone: Emma Watson, nota per aver interpretato Hermione Granger nella saga di Harry Potter, e Gloria Steinem, scrittrice, giornalista e attivista politica in particolare negli anni ’60 e ’70. La giovane Emma ha intervistato Gloria in occasione dell’uscita del suo nuovo libro, My Life on the Road, prima opera a essere stata inserita nel book club femminista Our Shared Shelf, recentemente creato dall’attrice. L’incontro si è svolto in un’atmosfera di serenità e convivialità nonostante l’importanza dei temi toccati.
A tenere banco è stata, ad esempio, la riflessione sul corpo della donna: Emma Watson ha confessato di essere stata una ragazza molto insicura durante l’adolescenza, mentre la Steinem ha sottolineato come i corpi femminili dovrebbero essere strumenti, non ornamenti. Le diversità, le imperfezioni, le cicatrici, ci rendono uniche. In un’epoca in cui i mezzi di comunicazione di massa hanno inculcato nell’immaginario collettivo l’idea di donna-oggetto, bella statuina da mostrare in pubblico, le due donne hanno tirato fuori grinta e carattere, da sempre elementi caratteristici del loro essere. Belle e intelligenti, affascinanti e spiritose, ancora una volta si son dimostrate capaci di dare un calcio agli stereotipi di genere.
Si è poi parlato dell’importante – ma non così nota – differenza tra erotismo e pornografia. Emma Watson ha suggerito di trovare delle alternative alla pornografia per far sì che la donna possa esser vista come figura forte, non mero oggetto da esibire per il piacere maschile. Steinem si è inoltre mostrata preoccupata della percezione che i giovani hanno del sesso attraverso la pornografia. Quello che dovrebbe essere un piacere reciproco, rischia di trasformarsi in sofferenza, violenza, umiliazione, dominazione di uno sull’altro. La bellezza delle carezze, dello scoprirsi pian piano cede pericolosamente il passo a rapporti mordi e fuggi, a volte crudi, privi di quel sentimento che è l’ingrediente fondamentale per la riuscita di un rapporto sessuale sano ed equilibrato. La scrittrice ha poi riflettuto sul fatto che la destra stia eliminando l’educazione sessuale, esponendo così i ragazzi a conseguenze gravissime fra cui quella, appunto, di dover ricorrere al porno per comprendere la sessualità, avendo di questa un’idea molto sbagliata.
Come non pensare alla situazione del nostro Paese? I numeri parlano chiaro e i ragazzi non hanno alcuna educazione alla sessualità; non conoscono i rischi derivanti da rapporti non protetti, una percentuale altissima utilizza ancora il coito interrotto come metodo contraccettivo e un numero sorprendente sembra essere all’oscuro dell’esistenza di malattie come la clamidia e la gonorrea. Quello della Steinem è un discorso complesso, che va ben oltre i confini del Regno Unito e tocca le generazioni 2.0, quelle che dovrebbero esser cresciute a pane e informazione veloce. L’ignoranza dei giovani, invece, non fa altro che dimostrare come internet non basti e anzi, in certi casi, possa essere addirittura fuorviante. Come può un adolescente formarsi su forum frequentati da coetanei ed esser poi perfettamente consapevole delle precauzioni necessarie per affrontare un rapporto? C’è bisogno di educazione, di qualcuno che metta a disposizione le proprie competenze a favore di giovani che si affacciano nel mondo della sessualità portando addosso il peso di una società che continua a relegare il sesso ad argomento tabù (basti pensare alla decisione della Rai di spostare il servizio di Presa Diretta sull’educazione sessuale in seconda serata perché considerato, incredibilmente, argomento sensibile).
Steinem ha insistito sulla pericolosità della violenza legata alla sfera sessuale, da quella più esplicita e fisica alla più subdola in cui, anche se indirettamente, si ha una “vittima” e un “conquistatore”, basandosi su differenze di genere, classe o etnia. Le due donne hanno quindi sottolineato come sia necessaria una rivoluzione sessuale al femminile per garantire la propria libertà, la propria sicurezza, il proprio piacere. Emma è positiva e pensa che delle alternative alla pornografia siano possibili.
Tra gli argomenti legati alla sessualità, l’attrice ha consigliato l’utilizzo di un sito web di ricerca da lei recentemente scoperto: OMGYES. Lo scopo è quello di aiutare le donne a trovare il piacere sotto le lenzuola attraverso una serie di docu-interviste informative dal carattere più o meno esplicito. Un modo, forse, per raggiungere la tanto agognata parità anche nella camera da letto tramite un’educazione sessuale priva di tabù.
Durante quest’intervista di novanta minuti si sono quindi toccati temi importanti e di grande attualità: due femministe hanno parlato di violenza sulle donne, di aborto, sessualità, uguaglianza all’interno del matrimonio, famiglia, discriminazioni e politica (Donald Trump in particolare è stato vittima del duo Watson-Steinem). La società patriarcale, come ha affermato Gloria, non funziona più ed è tempo di fare qualcosa.
Emma Watson non è più soltanto la celebre eroina di Harry Potter, ma è ormai una donna adulta che si interessa a tematiche fondamentali per la società contemporanea con sguardo critico e attento. Emma ha infatti dichiarato di volersi prendere una pausa dalla recitazione per dedicarsi totalmente al suo impegno nel campo del femminismo. Dopo il discorso alle Nazioni Unite, l’intervista a Malala Yousafzai e la fondazione della campagna HeForShe per la parità dei sessi, è chiaro che da questa (non solo) attrice dobbiamo aspettarci grandi cose.
di Dalila Forni e Ginevra Amadio
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