Umberto Eco, il grande semiologo, scrittore e filosofo recentemente scomparso, nel 2010 parlava così de I Promessi Sposi, capolavoro del Manzoni:
Molti pensano che I promessi sposi sia noioso perché sono stati obbligati a leggerlo a scuola verso in quattordici anni, e tutte le cose che facciamo perché siamo obbligati sono delle gran rotture di scatole. Io questa storia ve l’ho raccontata perché mio papà mi aveva regalato il libro prima, e così me lo ero letto con lo stesso piacere con cui leggevo i miei romanzi d’avventure. Certo, era più impegnativo, certe descrizioni sono un poco lunghe e si incomincia a gustarle dopo averle lette due o tre volte, ma vi assicuro che il libro è appassionante. Non so se oggi a scuola lo fanno ancora leggere; se avrete la fortuna di non doverlo studiare, quando sarete grandi provate a leggerlo per conto vostro. Ne vale la pena.
Eco nel 2008 ha ricevuto il premio alla carriera conferitogli dal Premio Letterario Internazionale Alessandro Manzoni – Città di Lecco. Intervistato da Michele Fazioli di RSI, ha parlato a lungo del suo rapporto con Manzoni, e anche in questo caso I promessi sposi sono un’ottima occasione per descrivere il funzionamento della letteratura.
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