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I libri da leggere, o rileggere, nel 2016

Da David Foster Wallace a Orazio, ecco i libri da non perdere nel 2016

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6 minuti di lettura

La letteratura non ha età, si sa. Non esistono limiti temporali nel mondo dei libri, ogni testo ha un valore, a volte anche diverso, sempre e in qualunque momento lo si legga. La letteratura non scade mai, ma si sedimenta e si interseca, nel tempo e nello spazio. Ecco perché abbiamo pensato di proporre qui alcuni libri da leggere per il nuovo anno, senza pensare in modo esclusivo alle pubblicazioni più recenti, ma anzi alle pubblicazioni che vale la pena di portarsi dietro, come un bagaglio prezioso, per il loro valore contenutistico e per la bellezza inesauribile di queste pagine.

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1) Una biografia: Come diventare se stessi. David Foster Wallace si racconta, David Lipsky

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A febbraio uscirà nelle sale The End of the Tour, l’attesissimo film ispirato a questo testo e primo tentativo di portare David Foster Wallace sullo schermo. Impresa non facile, bisogna ammetterlo. Non si è mai pronti a vedere un autore rivestito dai panni di qualcun altro, soprattutto se il rischio di scadere nel pop più becero è dietro l’angolo. Onde evitare spiacevoli sorprese, è meglio allora partire avvantaggiati. Questo libro è il risultato di cinque giorni ininterrotti trascorsi da David Lipsky in compagnia di Wallace, impegnato nel tour promozionale di Infinite Jest. Tra viaggi, reading e lezioni cui assistere, il giornalista traccia un ritratto chiaro e potente di quell’artista che «pompava fascino come un reattore» rendendo pubblica la sbobinatura della lunga intervista commissionatagli da Rolling Stone. I due parlano di letteratura, politica, cinema e musica, fino a toccare gli aspetti più intimi e drammatici della vita di DFW. In 442 pagine emerge in controluce il suo mondo, con un botta e risposta serrato che, pubblicato all’indomani del suicidio, costituisce quasi il testamento spirituale di un artista geniale. Spegnete smartphone, tablet e pc: Come diventare se stessi è da gustarsi in silenzio, con un bicchiere sul tavolo e il prossimo romanzo di Wallace in pronta lettura.

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2) Una raccolta di favole: Favole al telefono, Gianni Rodari, con illustrazioni di Bruno Munari

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Gli anni passano ma certi libri non invecchiano. Si può fare un balzo nel 2016 trattenendo con sé le favole raccontate dal Ragionier Bianchi di Varese, rappresentante di commercio che «sei giorni su sette girava l’Italia intera vendendo medicinali». Costretto a una vita da pendolare non ha mai mancato, la sera, di raccontare una favola alla sua bambina: «Mi raccomando papà: tutte le sere una storia». Più nessuno come Gianni Rodari, han detto in molti. Forse perché, al giorno d’oggi, le storie per l’infanzia sono tutte uguali: lieto fine assicurato, disegni morbidi, grande attenzione a non turbare i pargoletti innocenti. Ma i bambini (e gli adulti) di ogni età e di ogni epoca han bisogno d’altro: attenzione, fantasia, immaginazione ma al contempo realtà, vita vera raccontata con i toni poetici dell’ironia. Favole al telefono da leggere e rileggere. Per Alice Cascherina, Il palazzo da rompere, la rabbia dei più piccoli che si sfoga nella distruzione e poi si placa, per La viola al Polo Nord e il senso della nostra terra così sofferente e amareggiata o ancora Il muratore della Valtellina che s’accompagna a quegli amori che durano anche dopo la morte. Per piangere, avere paura, ridere forte e ricordarci – prima di tutto – che è su questa terra che siamo costretti a vivere: dunque tanto vale conoscerla per davvero, amarla, comprenderla, soffrirne. Saperne gli orrori, le brutture e i misteri. Per levitare, infine, verso una funambolica bellezza.

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3) La storia di una generazione: Il tempo materiale, Giorgio Vasta

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Che l’Italia sia cambiata drasticamente negli ultimi trent’anni facendo rotolare la politica a slavina, e che gli italiani abbiano i connotati stravolti, questo, lo avvertiamo. Ma come poterlo comprendere? Forse un libro non è la soluzione esatta. Di certo, però, se si è disposti ad accettare una risposta ambigua, che problematizzi senza risolvere, questa è Il tempo materiale, romanzo di Giorgio Vasta uscito nel 2008 per minimum fax. Il tempo della storia è il 1978. I protagonisti sono tre undicenni palermitani che, costituendo la cellula d’ispirazione terroristica N.O.I. (Nucleo Osceno Italiano), si vogliono assumere la responsabilità di essere «colpevoli di linguaggio», di andare via da Palermo «semplicemente parlando». E Il tempo materiale punta lo sguardo sulla storia – il 1978, l’anno dopo il quale è cambiata l’Italia – proprio attraverso una «favola filosofica» (Le Monde) sul linguaggio tragico. Ne consegue uno stile incisivo e incalzante, una sintassi costruita come su blocchi di marmo, su alcune parole-nucleo da cui si irradia la storia dei tre undicenni surreali: sogno, luce, infezione, tragedia, pianto, progetto, sangue. La cosmogonia linguistica di Vasta genera così una storia allucinata e viscerale, diretta allo stomaco della storia italiana.

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4) Il romanzo francese: La schiuma dei giorni, Boris Vian

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L’anno nuovo è il momento migliore per rispolverare letture del passato sfortunatamente prese troppo poco in considerazione, nonostante la loro rara bellezza. Boris Vian ha creato un mondo magico nel suo La schiuma dei giorni. Il romanzo, scritto nel 1947, è la storia d’amore tra il ricco Colin e la bella Cloé: due protagonisti di un mondo fantastico che si incontrano e sposano, venendo poi a contatto con una reale e disperata malattia che porterà al progressivo logoramento non solo dei due protagonisti e della loro vita insieme, ma anche dell’intero universo che li circonda. Tra surrealismo e critica spietata alla società, in questo romanzo non manca assolutamente niente: la struggente dolcezza dell’amore e la freddezza della morte incolore, il lavoro che ci rende schiavi e i meccanismi perversi di una società impersonale. La schiuma dei giorni è un classico senza tempo, senza luogo, è un classico di centrale importanza. Si potrebbe definire quasi una fotografia cinica del mondo visto dagli occhi innocenti di un bambino.

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5) La poesia che insegna: Odi, Orazio

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Un consiglio così antico e quasi “scolastico” potrebbe apparire, di primo acchito, anche troppo elitario e pretenzioso. La verità non è che i classici non abbiano più niente da dirci perché appartengono ad un mondo lungi dal nostro e ormai fossilizzato, ma è che noi non siamo più in grado di prestar orecchio alla loro voce soffusa e delicata. Le Odi di Orazio sono una raccolta poetica che può essere affrontata a più livelli di lettura: lascia appagato l’esteta, sfama il curioso, commuove chi cerca emotività, raccomanda chi chiede consiglio, insegna a tutti rispondendo alle più fondamentali domande dell’esistenza: chi sono, dove vado, perché soffro, come posso essere felice. Domande arcane, senza tempo né spazio, che forse Orazio e l’antica saggezza greca ed ellenistica a lui così cara, sapevano porsi meglio di noi, figli della modernità, probabilmente perché erano meno occupati, sicuramente perché avevano meno paura delle risposte. Le Odi sono una lettura da seguire granello dopo granello, spargendo i carmi lungo il percorso dell’anno: non vanno inghiottite, altrimenti rimangono indigeste. Attraverso una raffinata spontaneità e la creazione di immagini tanto sublimi quanto fragilmente umane, Orazio esprime davanti al lettore – di ieri come di oggi – l’immenso tormento del sapersi umano, ribadendo i precetti di vita senza i quali l’uomo rischia di perdersi ed essere eternamente infelice, eternamente dannato: conosci te stesso e i tuoi limiti. Davanti al graduale abbraccio di questa consapevolezza, ovvero che su ogni primavera incombe la Pallida Morte, non è solo il carpe diem il suo consiglio, ma è quel meraviglioso motto troppo spesso dimenticato: affrettati lentamente (festina lente).

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6) La raccolta di racconti: Il bar sotto il mare, Stefano Benni

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Il bar sotto il mare di Stefano Benni è una raccolta di racconti unica nel suo genere. Il narratore, semplicemente chiamato “l’ospite”, scopre l’esistenza di un misterioso bar sotto il mare seguendo un vecchio signore con una gardenia all’occhiello. Entrato nel locale, l’ospite ascolta con curiosità le storie dei ventiquattro clienti, tutti legati a personaggi famosi letterari o cinematografici. Ognuno di loro ha un’avventura straordinaria da raccontare, che lo scrittore sviluppa in modo fantasioso e innovativo. Stefano Benni infatti, con grande abilità, presenta al lettore storie appartenenti a generi diversi e con stili molto vari, dal gotico al fantascientifico, dal poliziesco al romanzo russo. Alcuni racconti arrivano solo a poche pagine, altri sono narrazioni ben più lunghe: il risultato è un libro di grande varietà che riesce a far divertire, commuovere e riflettere il lettore, oltre a dimostrarsi un esperimento letterario esclusivo e interessante.

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7) Il reportage giornalistico: Buonanotte Signor Lenin, Tiziano Terzani

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Nell’estate del 1991 Tiziano Terzani si trova in Siberia, aggregato a una spedizione sovietico-cinese, quando apprende la notizia del golpe anti-Gorbacev appena avvenuto a Mosca. Decide di intraprendere da solo un lungo viaggio che in due mesi lo porta dalla Siberia, attraverso l’Asia Centrale e il Caucaso, fino alla capitale russa. Un’esperienza forte, fissata negli appunti, nelle riflessioni e nelle fotografie che compongono il testo: la testimonianza di un evento epocale. Una galleria di individui e popoli diversi, uno scenario di città e luoghi sconosciuti e abbandonati, di passato e nuovo che avanza. Un viaggio e un libro che attraverso gli occhi del giornalista riprende le vicende del tramonto definitivo dell’impero sovietico, un passaggio cruciale della storia mondiale. Il giornalista testimonia tutto questo, in un’opera amara che coinvolge il lettore e lo invoglia ad approfondire. Un diario di viaggio conciso e accattivante, arricchito di retrospettive storiche, aneddoti miti e leggende. Un viaggio fatto di incontri, dialoghi e impressioni a caldo, mossi dall’impavida convinzione  di Terzani secondo cui emerge più verità dalla voce della gente comune che dal copione dei potenti. Un’avventura da cui si profila un Terzani dalla insaziabile curiosità e dalla contagiosa voglia di mettere in discussione ogni volta le proprie convinzioni.

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Elenco redatto da: Ginevra Amadio (David Foster Wallace), Alessia Carsana (Tiziano Terzani), Dalila Forni (Stefano Benni), Ilaria Moretti (Gianni Rodari), Costanza Motta (Orazio), Andrea Piasentini (Giorgio Vasta), Margherita Vitali (Boris Vian).

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Redazione

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