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«A head full of dreams»: il nuovo caleidoscopico album dei Coldplay

Chris Martin scrive della serenità di chi ha ricominciato a vivere e ad amare, di una rinascita interiore dopo un periodo buio.

4 minuti di lettura

I Coldplay sono tornati e questa volta, con il loro settimo album, A head full of dreams, siamo di fronte – forse – al loro lavoro più pop di sempre: i cori sono ancora più aperti, il tono è epico e le melodie irresistibili. Il nuovo disco, più pop perfino di Mylo Xyloto, è un vero e proprio caleidoscopio colorato, già a partire dalla copertina.

Invece di andare in tour dopo Ghost Stories, lo scorso anno la band ha deciso di rimanere in studio: «L’universo mi stava mandando così tante canzoni che mi sono detto: devo continuare a registrare!», spiega il frontman Chris Martin nell’intervista che compare nel numero di dicembre di Rolling Stone. Così, pieni di ambizione, i Coldplay questa volta hanno collaborato con Stargate, il collettivo di produttori norvegesi che ha seguito molte hit di Rihanna e Beyoncè. I produttori sono stati molto esigenti: volevano un demo per ogni canzone e ogni volta i membri della band hanno dovuto decidere all’unanimità quale pezzo registrare.

Se Ghost stories (2014) era un break-up album, in cui quindi troneggia il tema dell’elaborazione del conscious uncoupling con Gwyneth Paltrow, con A head full of dreams, la rottura è ancora presente ma con la serenità di chi ha ricominciato a vivere e ad amare: Chris Martin, infatti, canta così nella prima canzone: «Mi sono risvegliato nella vita, con la testa piena di sogni».

A head full of dreams, Coldplay
Copertina del settimo album “A head full of dreams”. Immagine tratta da: www.coldplay.com

Fino a qualche tempo fa Chris Martin era sopraffatto dagli eventi, distrutto a causa della separazione dalla Paltrow e sempre più insicuro anche sul fronte musicale. La salvezza gli è giunta dalla biografia dello psichiatra sopravvissuto all’olocausto Viktor Frankls, Uno psicologo nei lager e dalla raccolta di poesie del poeta persiano Rumi del XIII Secolo. Martin sostiene che sia stato proprio uno dei suoi poemi, The Guest house, ad aiutarlo a superare il dolore del divorzio, poiché esorta a «invitare dentro di noi» i pensieri negativi. Il poema è stato poi inserito nel nuovo album, che tratta in primo luogo il percorso di uscita dall’ansia e dal dolore causati dalla fine del matrimonio: «Tratta dell’amore e dell’accettazione di quello che succede nella nostra vita. In un certo senso è un album hippie, credo che tutti i nostri dischi precedenti siano stati un viaggio fino a questo». Gli altri temi ricorrenti del disco sono la rinascita e l’euforia, percepibile dalle melodie e dai frequenti cori. In realtà le canzoni più apertamente pop sono solo quattro – A head full of dreams, Hymn for the weekend, Adventure of a lifetime e Up&up – ma sono proprio loro a definire il tono dell’intero album.

Con il primo singolo estratto Adventure of a lifetime il gruppo ritorno al genere pop, anche se non mancano echi funky e disco. Il suo obiettivo è quello di essere un’altra canzone di rinascita:

«Oh you make me feel like I’m alive again».

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A head full of dreams, il brano che dà il titolo all’album, è da considerarsi un ponte tra i vecchi e i nuovi Coldplay: ci sono le ritmiche dance in primo piano, le classiche “chitarrine” che si alternano a quelle invece più funky e l’«Oh-oh-oh» finale è anticipato da una vera e propria dichiarazione di intento:

«Oh I think I landed
where there are miracles at work
when you got me open-handed
when you got me lost for words
I sing oh-oh-oh».

Birds, invece, si presenta più come un brano nelle loro corde: la ritmica è più sostenuta e le chitarre trionfano, mentre il gruppo inneggia alla libertà ritrovata:

«We don’t need words
close your eyes and see
and we’ll see birds
flying free».

In Hymn for the weekend, pur rimanendo in sottofondo, compare Beyoncè, che apre la canzone cantando con gli uccellini. Il brano ricorda molto Princess of China dall’album Mylo Xyloto, in cui i Coldplay duettavano con Rihanna. Dopo l’attacco di Beyoncè, subentra il piano su di un ritmo sostenuto e sincopato.

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Non poteva mancare una ballata per piano ed elettronica che nei suoni ricorda molto l’album Ghost Stories, ovvero Everglow, la tanto anticipata canzone su e con Gwyneth Paltrow. La partecipazione dell’ex moglie di Martin è proprio la più inattesa: il frontman sostiene che essa sia stata fatta spontaneamente nello studio di registrazione in toni molto amichevoli. Una vera e propria dichiarazione d’affetto dopo l’amore:

«Oh they say people come, say people go
this particular diamond was extra special
and though you might be gone,
and the wor
ld may not know
still I see you, celestial».

Anche Fun per le sue iniziali atmosfere minimaliste e più interiori riecheggia Ghost Stories, aprendosi però più energicamente con Tove Lo che fa da controcanto a Chris Martin.

Kaleidoscope è molto interessante e sperimentale, poiché si tratta di un recitato su base musicale: il poeta Coleman Barks declama The guest house di Rumi accompagnato di Khatia Buniatshvili, seguito poi dal presidente Barack Obama che canta Amazing Grace ai funerali della strage di Charleston, lo scorso giugno.

Army of one si apre con la tecnica delle voci campionate – che ricorda molto l’incipit de La Cura di Franco Battiato – ed è una semplice canzone d’amore con un mid tempo dall’incedere quasi marziale e con un crescendo finale.

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In Amazing day si ritrova il vecchio stile: il brano presenta un giro di chitarre che ricorda molto quello di In my place, ma un po’ più rallentato.

«Sat on a roof
named every star and
you showed mea place
where we can be who we are.
And the view
the whole Milky Way
in your eyes
I’m drifting away
and in your arms
I just wanna sway».

L’album si conclude con Up&up, la cui chiusura in levare vede la partecipazione di tutti gli ospiti: Beyoncè, Marry Clayton, Annabelle Wallis (la nuova fidanzata di Martin) e Noel Gallagher con la sua chitarra.

I Coldplay si dimostrano ancora una volta dei grandi arrangiatori ed esecutori, le canzoni di Chris Martin sono sempre ben scritte, ma i loro ultimi lavori portano con sé un senso di incompiutezza, quasi fossero dei progetti estemporanei mentre attendono il vero disco di studio, il vero seguito di Viva la vida. A head full of dreams in particolare, dopo l’ascolto lascia nell’ascoltatore un retrogusto amaro: la consapevolezza di essere meno omogeneo ed elaborato di Ghost Stories.

Nicole Erbetti

Coldplay

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2 Comments

  1. […] “A head full of dreams”: il nuovo caleidoscopico album dei Coldplay – I Coldplay sono tornati e questa volta, con il loro settimo album, A head full of dreams, siamo di fronte – forse – al loro lavoro più pop di sempre: i cori sono ancora più aperti, il tono è epico e le melodie irresistibili. Il nuovo disco, più pop perfino di Mylo Xyloto, è un vero e proprio caleidoscopio colorato, già a partire dalla copertina. Leggi tutto […]

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