Il 18 gennaio è uscito il nuovo lavoro dei Metronautica, collettivo nato nel 2021 da un’idea del trombettista Michele Tedesco e del pianista Luca Dalla Gasperina. Si chiama Sublimazione fallita: un viaggio in una nebbia esistenziale, volto alla una consapevolezza interiore scaturita dal dubbio. Ne abbiamo parlato un po’ insieme a loro.
Metronautica, vorrei partire innanzitutto dal vostro nome. Penso ai viaggi mitologici degli Argonauti, ma tra pagine di spartiti e metriche che talvolta sono inaspettate e burrascose, altre sublimi e distese. Siete un po’ tutto questo?
Direi proprio di sì! Il nostro collettivo, Metronautica, nato nel 2021 da un’idea del trombettista Michele Tedesco e del pianista Luca Dalla Gasperina, in arte “Digi”, nasce con l’obiettivo di miscelare le nostre diverse conoscenze e tendenze musicali al fine di esplorare mondi sonori a noi nuovi. Infatti, insieme ai preziosissimi Thomas Osho Zausa alla batteria e Federico Lincetto al contrabbasso e basso elettrico, siamo partiti dal Post-Bop, con il nostro primo disco dal titolo omonimo, per arrivare, poi, alla musica elettronica, alla dodecafonia ed all’improvvisazione radicale caratterizzante il nostro secondo lavoro discografico, per l’appunto, Sublimazione Fallita.
Come descrivereste il vostro nuovo lavoro, Sublimazione fallita?
Ci piace pensare a Sublimazione Fallita come un disco per tutti e per nessuno: un viaggio sonoro i cui fautori sono essi stessi spettatori della loro stessa storia, mai autori. In altre parole, una nebbia esistenziale, di ispirazione decadentista, la cui esistenza è giustificata al solo fine di obbligare gli occhi e le orecchie ad accettarla per vedere oltre. Tutto ciò con l’intento di creare nuovi valori che rappresentino effettivamente un corrispettivo realista tra l’interiorità dell’individuo moderno e il suo mondo sonoro inconscio.

Fonte: nusica.org
Leggi anche:
Musica e rivoluzioni nel XX secolo
Nell’ascoltare le 14 tracce che compongono il disco, il vero trait d’union sembrerebbe essere la mutevolezza dei suoni e delle atmosfere. Qual è l’intento comunicativo veicolato attraverso la vostra musica?
L’intento consiste in un costante dualismo volto a generare tensione e chaos: un desiderio irrefrenabile di scomporre il puzzle modificandone i pezzi al fine di consentire all’ascoltatore di creare il proprio.
Sublimazione fallita è anche il frutto di ispirazioni non soltanto musicali, ma anche letterarie e colte. Punti di riferimento nella stesura dei vari brani e dei loro significati sono stati per voi La coscienza di Zeno di Italo Svevo e Niebla di Miguel De Unamuno. In cosa si riscontra questo legame tra le correnti letterarie del decadentismo italiano e del realismo spagnolo con i brani della vostra suite?
Il suddetto legame nasce dalla volontà di osservare il punto di vista contrario rispetto all’apparente etimologia del significato stesso. Ne La Coscienza Di Zeno, ciò che appare sano, si rivela malato e viceversa. In Niebla, invece, la nebbia non rappresenta l’offuscamento dei sensi, bensì lo sforzo esistenziale dell’uomo moderno che porta all’effettiva rivelazione ed utilizzo degli stessi in un mondo nuovo.

Ph: Lorenzo Badin
Leggi anche:
Novecento, il minimalismo della musica
Qual è la vostra idea di musica e come avete cercato di condensarla nei brani di Sublimazione fallita?
Paragonando, per un momento, la nostra musica alle arti visive, potremmo dire che Sublimazione Fallita non rappresenta nessuna forma di quadro finito, bensì un’attenta e capillare tavolozza di colori. Non abbiamo realizzato concetti attraverso figure fatte e finite, abbiamo provato a dare all’ascoltatore sfumature e tonalità particolari dei più svariati colori esistenti nella speranza che sia lui stesso ad immaginare il quadro che più lo rappresenta. Da qui, la conclusione si scrive da sé: stessi colori, quadri diversi.
Vi attendono nuove esplorazioni musicali?
Assolutamente! Il nostro obiettivo è navigare coscienziosamente a vista sperando di trovarci sempre ai margini nell’inevitabile volontà di scrutare e capire cosa ci sia oltre gli stessi.
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!
Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!