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«AMLETO²» è troppo bello per parlare di cose importanti

Filippo Timi trasforma Amleto in un'esperienza inedita, rivelando nuove sfumature del celebre dramma shakespeariano. Disponibile su Rai Play, lo spettacolo sorprende e conquista.

1 minuto di lettura

È possibile raccontare qualcosa di nuovo riguardo una delle opere drammaturgiche più famose e rappresentate di sempre? Può l’Amleto nascondere ancora degli aspetti non esplorati e cambiare forma? È questo che viene da chiedersi quando ci si trova di fronte ad AMLETO² di Filippo Timi. Lo spettacolo, prodotto nel 2012 dal Teatro Franco Parenti, è oggi disponibile su Rai Play ed è una visione che convince e risponde affermativamente alle domande precedenti.

Elogio alla follia

Dicono che sono matto. Come dargli torto? Bene. E allora su questo palcoscenico reciterò lo spettacolo della mia follia.

È una follia carnevalesca quella che caratterizza AMLETO², all’apparenza divertente, che nasconde però un’anima distruttrice e, soprattutto, dalla quale è impossibile scappare. Una follia che è fuga dal dolore e ricerca di libertà al di là del proprio destino tracciato di principe ed eroe tragico. La gabbia nella quale l’Amleto portato in scena da Timi si muove è il suo regno, il suo palcoscenico, ma anche la sua condanna e prigione.

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Questo Amleto, con un guanto rosso e glitterato, gli abiti che sfidano ogni identificazione e senso, è pazzo e sa di esserlo. Non finge la follia ma la riconosce, l’abbraccia e la vive apertamente. Il protagonista è folle, ingannatore, manipolatore. E gioca questa parte senza risparmiarsi. Sfida gli altri personaggi, li fa entrare nel dramma per poi trasportarli fuori violentemente, come un regista annoiato, eccentrico e capriccioso, lasciandogli però, alle volte, lo spazio e la possibilità di ignorarlo e recitare la propria parte come vogliono. I personaggi tratteggiati con toni drammatici e seri da William Shakespeare quattrocento anni fa sembrano ora trovare una nuova identità scaturita dalla mente folle di questo nuovo Amleto. Il protagonista stesso sembra non prendersi sul serio, arrivando ad affermare di essere «troppo bello per mettermi in bocca parole importanti».

«AMLETO²»: una paradossale ricerca della verità

Forse grazie al carattere istrionico del suo protagonista, forse un po’ per fortuna, certamente per bravura, quella messa in scena da Timi è una scommessa vinta. Accompagnato da Lucia Mascino, Marina Rocco, Luca Pignagnoli ed Elena Lietti, l’attore, regista e scrittore perugino esplora la follia umana tuffandocisi dentro, giocando un gioco metateatrale coinvolgente e arguto. Il teatro, luogo di finzione e menzogna per eccellenza, come nella tragedia shakespeariana diventa qui mezzo paradossale (e folle) di ricerca della verità per Amleto. Verità riguardo la morte del padre e l’implicazione in essa dello zio e della madre, ma anche verità circa se stesso e il mondo che lo circonda.

AMLETO² è tragedia e commedia, parla di tutto parlando del niente, è omaggio e distruzione di un capolavoro celebre ma, spesso, dato per scontato.

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Fonte immagine di copertina: raiplay.it

Rebecca Sivieri

Classe 1999. Nata e cresciuta nella mia amata Cremona, partita poi alla volta di Venezia per la laurea triennale in Arti Visive e Multimediali. Dato che soffro il mal di mare, per la Magistrale in Arte ho optato per Trento. Scrivere non è forse il mio mestiere, ma mi piace parlare agli altri di ciò che amo.

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