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Desiderio e inconscio: la critica di Deleuze e Guattari a Freud

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«Il desiderio», scrivevano nel 1972 Gilles Deleuze e Félix Guattari nell’Anti-Edipo. Capitalismo e schizofrenia, «nella sua essenza è rivoluzionario» (Deleuze, Guattari 1975, p. 129). Il concetto di desiderio, centrale nell’opera dei due autori, si collega strettamente al tema dell’inconscio, che assume un ruolo fondamentale nella loro analisi e critica della psicoanalisi.

Quando Gilles Deleuze e Félix Guattari scrivevano questa frase, la psicoanalisi dominava il dibattito culturale e filosofico, a Parigi e non solo. La loro critica all’interpretazione freudiana dell’inconscio e del desiderio emerge come una rottura radicale rispetto alla tradizione psicoanalitica classica. Secondo la tragedia di Sofocle Edipo re, Edipo, senza saperlo, uccide il padre e sposa la madre. Questa vicenda, com’è noto, simboleggia per Sigmund Freud l’origine del complesso di Edipo, dove il desiderio inconscio del bambino per il genitore di sesso opposto viene represso per conformarsi alle regole sociali. In questo contesto, l’inconscio è visto come uno spazio di repressione, in cui il desiderio è costretto a sacrificare il proprio godimento per adattarsi alle norme della società.

Secondo Gilles Deleuze e Félix Guattari, Sigmund Freud avrebbe sviluppato una concezione dell’inconscio simile a un teatro, nel quale si rappresentano i conflitti edipici e il desiderio emerge come una mancanza, un’assenza da colmare. In questa visione, l’inconscio è il luogo della frustrazione, dove il desiderio è sempre destinato a essere insoddisfatto, poiché deve rinunciare al proprio oggetto originario, incarnato dalla madre. Il desiderio, quindi, secondo Sigmund Freud, è sempre il tentativo di compensare una mancanza, una ferita originaria. Ecco perché un teatro: l’inconscio è uno spazio di rappresentazione simbolica, dove le pulsioni sono messe in scena ma mai soddisfatte realmente.

Gilles Deleuze e Félix Guattari si oppongono radicalmente a que…

Giovanni Fava

25 anni; filosofia, Antropocene, geologia. Perlopiù passeggio in montagna.

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