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«Trash Island»: l’amore che (non) c’è

Giovedì 25 luglio si è conclusa l'ultima edizione di "Trash Island" (alias Temptation Island). Perché non concludere il mese di luglio con un falò di confronto "speciale"?

2 minuti di lettura

Si è appena conclusa l’edizione più seguita di Temptation Island, il formato di successo, confezionato da Canale 5 per i fedelissimi del trash sentimentale, targato Mediaset. In attesa del suo ritorno, previsto per settembre, perché non concludere il mese di luglio con un falò di confronto “speciale”? Un tête-à-tête, solo noi e la nostra passione per Temptation, o forse per il Bon-Ton del caro Filippo (Bisciglia, per intendersi)?

Cominciamo col chiederci: che cosa resterà di “Trash Island”?

Trash Island: passioni, intrighi e tradimenti

Non i nomi dei protagonisti, né dei tentatori, a meno di apparizioni nei programmi della famiglia allargata del Trash del circuito Mediaset, eventualità ormai più che concreta. Da Temptation a Uomini e Donne, e da Uomini e Donne al GF, o viceversa: la pista è già rodata, e per testarla non servono delle buone referenze su Linkedin, ma menzioni e followers sui social. Questione di feeling, questioni di like.

Dei protagonisti, in fin dei conti, non si sa poi molto, se non ciò che gli sceneggiatori reputano necessario per impreziosire la soap-opera estiva che ha conquistato Canale 5 al pari, e forse più, dell’ultra-quarantennale “Beautifulandia”. L’analogia è ben trovata: intrighi, passioni e tradimenti insaporiscono la “brodaglia sarda”. Di sostanza “ce n’è poca”. Ogni coppia rispecchia un cliché ben radicato, una “tipologia”, un ideal-tipo relazionale, ma attenzione, un ideal-tipo disfunzionale. «Le corna stanno bene su tutto», in stile De-Lellis, per dirne una. Se stessimo descrivendo un romanzo secondo i canoni della narrativa, potremmo constatare che l’autore ha scelto di utilizzare dei personaggi tipo, monodimensionali, anziché personaggi-persona, a trecentosessanta gradi.

La motivazione la si comprende facilmente. Trash-Island non desidera che intrattenerci, senza impegno, con le sue “storie brevi”. La nostra con Trash-Island è un’avventura estiva, un flirt “senza capo né coda”, eppure lascia strascichi.

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L’amore che (non) c’è, ma che che si canta

«Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei». Dicono. «L’amore rende ciechi». Rispondono.

Le accoppiate di questa edizione sono quanto mai mal assortite. Dalla pubblicazione dei video di presentazione è stato chiaro a tutti, senza che fosse necessario scomodare i “poteri” veggenti di ChatGPT, che quasi nessuna avrebbe retto il colpo una volta scoccato il dardo di Cupido Tentatore. La parola “amore” è passata di bocca in bocca, di palo in frasca, ma sempre invano. Forse, con una sola eccezione. «Parole, parole, parole, solo parole tra noi». Mina non delude mai. E neppure Venditti, Adele, Laura Pausini, Ultimo, e tutti gli altri nomi della music compilation dell’edizione appena conclusa. La colonna sonora di “Trash Island” merita le 5 stelle e più di un riascolto nostalgico su Spotify. Ma sul resto si chiuda il sipario. L'”amore è un’altra cosa”, e vale la pena ricordarlo, ripeterlo, una e infinite volte, dati i tempi che corrono.

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Consigli estivi per “il sotto l’ombrellone”

In attesa del ritorno di “Trash Island”, prevista per il prossimo settembre, per contrastare l’arsura estiva con una buona lettura sotto l’ombrellone sarebbe “cosa buona e giusta” rispolverare le poesie d’amore di Catullo e i romanzi di Jane Austin, per esempio. Oppure, per i più intellettuali, attendere Noos di Alberto Angela, in avvio dal prossimo 25 agosto.

O forse no, «de gustibus non est disputandum».

Ha ragione Filippo, in fin dei conti. La scelta è nostra. Decidiamo di tornare a casa da soli o con “Trash Island”?

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Alexia Buondioli

Laureata in Filosofia Teoretica ed iscritta alla magistrale di Scienze Filosofiche presso Unimi, individuo nella scrittura e nel viaggio le mie frontiere esistenziali. Mi nutro di attività sportiva, relazioni interpersonali e caos creativo.

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