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L’arte nell’era dei social media

Il mondo dell'arte è in continua trasformazione e negli ultimi anni ha visto artisti emergenti, ma anche già noti come Damien Hirst e Takashi Murakami, sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie. Che ruolo giocano i social media in questa rivoluzione?

2 minuti di lettura

È un dato di fatto: da sempre l’arte è un riflesso dei cambiamenti culturali e tecnologici della sua epoca. Difatti, con l’avvento dei social media, il panorama artistico ha subito una profonda trasformazione, che ha influenzato non solo il modo in cui le opere d’arte vengono concepite e condivise, ma anche come esse vengono percepite e commercializzate.

Le piattaforme digitali hanno infatti contribuito ad abbattere molte delle barriere tradizionali nel mondo dell’arte: prima di Instagram, Facebook (e ora, soprattutto dopo la pandemia, anche TikTok), gli artisti dipendevano dalle gallerie d’arte e dovevano far breccia nei cuori di curatori e critici per esporre il loro lavoro e raggiungere il pubblico. In parte, chiaramente, è ancora così, ma i social rappresentano una nuova possibilità. Attraverso una strategia di comunicazione ben ponderata, permettono di poter ottenere visibilità globale. Un mezzo che permette dunque agli artisti di gestire il tutto in totale autonomia, avendo molte più libertà.

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Un nuovo punto di vista

CJ Hendry, nata nel 1988, è un’artista australiana nota per i suoi lavori iperrealistici su larga scala di oggetti di lusso, inizia la sua carriera artistica nel 2013, pubblicando una serie di foto su Instagram. Nel corso degli anni, accumula migliaia di follower prima ancora di esporre le sue opere in una galleria tradizionale e di collaborare con brand di lusso come, ad esempio, la casa di moda Christian Louboutin nel 2016.

I social media, però, non sono solo uno strumento di distribuzione, ma anche un mezzo per esprimere creatività artistica. In particolare, TikTok, con i suoi brevi video, vede giornalmente emergere artisti che mostrano l’intero processo creativo in pochi secondi, ottenendo milioni di visualizzazioni. Un esempio notevole è quello del giovane italiano Gabriel Giunta, classe 2003, che ha sfruttato il periodo di restrizioni dovute al Covid per promuovere la sua creatività online. Questo gli ha permesso di conquistare un vasto seguito in Italia e di farsi conoscere anche a livello internazionale. I suoi lavori, molto espressivi, consistono in sculture che affrontano temi angoscianti della nostra contemporaneità e sono realizzati utilizzando materiali di scarto, soprattutto carta e cartone.

Inoltre, le sfide artistiche lanciate online, come Inktober, che prevede di realizzare trentuno disegni in trentuno giorni, stimolano la creatività e incoraggiano a sperimentare nuovi stili e tecniche.

Curioso come questo aspetto coinvolga non solo le nuove generazioni, ma anche artisti più affermati come Damien Hirst, celebre artista britannico e figura chiave del movimento degli Young British Artists degli anni Novanta. Damien Hirst infatti, utilizza Instagram per condividere le sue opere, mostrare il dietro le quinte del suo processo creativo e organizzare, addirittura, mostre virtuali

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Il rapporto tra artista e pubblico 

Un altro aspetto importante riguarda il rapporto tra l’artista e il pubblico, un rapporto che è cambiato grazie alla possibilità di ricevere feedback immediati. Se questo sia positivo o negativo, dipende dai punti di vista: tramite commenti, like e condivisioni, gli artisti possono adattarsi e crescere, ma possono anche subire pressioni per ottenere visibilità, il che potrebbe spingere a creare opere più incentrate sul sensazionalismo che sulla profondità concettuale. Un dialogo che talvolta può avvenire anche tramite live: ad esempio, Takashi Murakami, noto per la sua arte pop giapponese che mescola influenze tradizionali e contemporanee, attraverso le sue dirette sui social media non solo mostra i vari processi creativi e le sue opere, ma interagisce attivamente con il pubblico, rispondendo a domande e discutendo delle sue visioni artistiche. Questo dialogo aperto e diretto con i suoi follower ha contribuito non solo ad aumentare la sua visibilità e il suo seguito online, ma anche a rompere le barriere tra l’artista e il pubblico.

Le piattaforme digitali hanno rivoluzionato il mondo dell’arte, rendendolo più accessibile e interattivo che mai. Ma c’è una sfida che gli artisti devono affrontare: trovare un equilibrio tra visibilità e integrità artistica, sfruttando al meglio le opportunità offerte da queste piattaforme senza sacrificare la qualità e la profondità delle proprie opere.   

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Dorasia Ippolito

Curiosa, iperattiva e appassionata d'arte, classe 2002, studentessa fuorisede di scenografia all'Accademia di Belle Arti di Venezia giornalmente tormentata dalla domanda "ma sei pugliese?".

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