Kafka era amante del sesso sado-masochistico. Lo provano alcune riviste pornografiche lette dal giovane autore boemo. Timido, riservato, disinteressato, macché! Franz Kafka non si legò mai ad una donna del suo ceto sociale proprio per questa sua anima da dominatore che non si confà ad una vita matrimoniale dell’epoca.
Parafrasando, queste sono state le supposizioni dello scrittore James Hawes, che, nel suo libro Excavating Kafka (2008) ipotizza gusti sessuali piuttosto ricercati dell’autore. Più vicino al sensazionalismo che ad una ricerca della verità, le teorie di James Hawes restano, appunto, solo teorie e non mancano di aspre critiche da parte di altri studiosi. Klaus Wagenbach, storico biografo di Franz Kafka, sostiene infatti che le riviste “pornografiche” in possesso dello scrittore erano piuttosto riviste erotiche e nulla lascerebbe supporre che lo scrittore avesse inclinazioni sado-masochistiche.
Tuttavia, tra queste informazioni infondate che abbiamo riassunto sopra, qualcosa di vero c’è: Kafka non era un timido scrittore praghese tutto libri e studio, ma era invece un amante delle donne, del sesso, dei bordelli, non lo era invece del matrimonio. Lo conferma Marketa Malisova, direttrice della Società di Franz Kafka a Praga:
«Kafka amava le donne e le donne sicuramente gli correvano dietro perché era un uomo carismatico, alto, con uno sguardo profondo. […] Tra le cinque donne entrate nella sua vita, quella verso la quale Kafka nutrì la passione più profonda e intensa, nonchè un’ammirazione infinita, fu la scrittrice Milena Jesenska, una donna moderna, emancipata e indipendente».
Chi era di preciso Milena Jesenska? La sua amante segreta? Sì e no: tra Franz Kafka e Milena Jesenska c’era un amore appassionato, ma platonico fatto di infinite lettere e solo due incontri di persona. Il rapporto con Milena Jesenska nasce in modo professionale con la richiesta di lei di tradurre un suo racconto. Da lì in poi sboccia una fitta corrispondenza e nulla più, dal momento che lei era già sposata. Dopo la morte di Kafka leggiamo in una lettera di Milena all’amico comune Max Brod:
«Se allora fossi venuta con lui a Praga sarei rimasta per lui quella che ero. Io invece avevo i piedi ancorati saldissimamente in questa terra, non ero in grado di abbandonare mio marito e forse ero troppo donna per trovare la forza di assoggettarmi a una vita che sarebbe stata, sapevo bene, la più rigorosa ascesi fino alla morte. Dentro…