È proprio grazie a un’esposizione dedicata a Jean Cocteau, suggerita da Marcel Duchamp, che Peggy Guggenheim inizia la sua carriera artistica nella galleria londinese Guggenheim Jeune nel 1938. L’esposizione includeva numerosi studi per i costumi dei personaggi creati dall’artista per la sua commedia I cavalieri della tavola rotonda (1937), insieme ai relativi arredi: due disegni di grandi dimensioni su lenzuola di lino, che, come spiega la collezionista statunitense nella sua autobiografia Una vita per l’arte (1979), “Uno era un soggetto allegorico dal titolo La paura dona le ali al coraggio, e includeva un ritratto dell’attore Jean Marais che, con altre due figure molto decadenti, compariva con i peli del pube scoperti”. Proprio a causa del soggetto rappresentato, l’opera viene sequestrata dalla dogana britannica e dopo numerose trattative si trova un accordo: mostrarla esclusivamente nell’ufficio della galleria. Rimarrà quindi per anni nell’ombra, nascosta nella collezione della mecenate, che la porterà a Venezia per poi venderla a un lontano parente americano che, a sua volta, nel 1965, dona al Phoenix Art Museum in Arizona.
Dopo oltre settant’anni, in onore della mostra Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere, curata da Kenneth E. Silver (esperto dell’artista e storico dell’arte presso la New York University) l’opera dell’enfant terrible della scena artistica francese del XX secolo, torna a Venezia, a Palazzo Venier dei Leoni.
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La destrezza da giocoliere
La sua opera ci lascia una sensazione perdurante di felicità, non perché escluda la sofferenza, ma perché in essa nulla è rifiutato, rimpianto, o crea rancore. La felicità è un segno di saggezza, più affidabile di quanto si creda, e forse Cocteau ne ha più di altri.
– W. H. Auden
Jean Cocteau, figura di spicco del Novecento, si è distinto grazie alla sua versatilità, alla sua destrezza da giocoliere, suscitando critiche da parte dei suoi contemporanei. Immerso nella vivace scena artistica parigina del suo tempo, gravitavano attorno a lui figure di spicco come Josephine Baker, Coco Chanel, Sergej Djagilev, Edith Piaf, Pablo Picasso e Tristan Tzara. Tuttavia, pur facendo parte dell’elite culturale, la sua omosessualità e la dipendenza dall’oppio hanno contribuito significativamente alla sua posizione precaria nell’ambiente avanguardista contemporaneo, incarnando così le contraddizioni sociali e politiche del suo tempo.
Poeta, romanziere, drammaturgo e critico, ha scritto testi su arte e musica, sperimentando diverse forme narrative. La mostra alla Collezione Peggy Guggenheim, però, rivela un altro aspetto della sua carriera: la sua abilità nell’arte visiva attraverso approcci innovativi in una vasta gamma di discipline. Da essa emerge il Jean Cocteau disegnatore, grafico, muralista, designer di moda, di gioielli, di tessuti e regista.
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Il percorso espositivo
Attraverso una straordinaria esposizione di oltre centocinquanta opere provenienti da rinomate istituzioni museali internazionali, tra cui Centre Georges Pompidou di Parigi, Phoenix Art Museum, Nouveau Musée National de Monaco, Musee Jean Cocteau (Collection Séverin Wunderman) di Mentone e importanti collezioni private (come la Collezione Cartier), la mostra Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere offre un viaggio avvincente attraverso la complessa estetica di questo poliedrico artista del Novecento. Divisa in diversi capitoli tematici, l’esposizione esplora i principali filoni dell’opera di Jean Cocteau: l’Orfeo e il tema della poesia, l’eros, il classico nell’arte, il legame con Venezia e con Peggy Guggenheim, il cinema e il design, con particolare enfasi sulla moda e sui gioielli. Una selezione sorprendente di disegni rivela il tema del desiderio come fulcro della pratica artistica di Jean Cocteau, mentre una sezione dedicata al suo rapporto ambivalente con il Cubismo, il Dadaismo e il Surrealismo rivolge uno sguardo approfondito sul suo percorso artistico. Inoltre, la retrospettiva esplora l’influenza dell’artista nel mondo della pubblicità e del cinema, evidenziando il suo impatto su artisti contemporanei di spicco come Andy Warhol, Félix González-Torres e Pedro Almodóvar. Tra le opere in mostra ad attirare l’attenzione è sicuramente La spada d’Accademico di Jean Cocteau (1955), un gioiello di estrema raffinatezza realizzato su disegno dell’artista da Cartier, simbolo dell’identità artistica di Jean Cocteau, utilizzata il 20 ottobre 1955 per conferirgli il titolo di Accademico di Francia.
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Il curatore Kenneth E. Silver invita dunque il pubblico del XXI secolo a riscoprire l’arte di Jean Cocteau con occhi nuovi, apprezzandone la versatilità e la modernità, aspetti che rendono ancora attuale la figura di questo geniale artista. “Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere offrirà l’opportunità più che unica di riscoprire l’arte di Cocteau con lo sguardo nuovo di chi vive nel XXI secolo”, afferma il curatore Kenneth E. Silver, “la sua sorprendente versatilità artistica, per la quale in vita è stato spesso criticato per essersi dedicato a troppi interessi, ora ci appare un elemento precursore, un modello per quel tipo di fluidità culturale che oggigiorno ci si aspetta dagli artisti contemporanei. Tutto questo, unito alla sua omosessualità più o meno dichiarata e alla sua lotta pubblica contro la dipendenza dall’oppio, lo rendono ancora più attuale. Forse il mondo potrà finalmente comprendere appieno Jean Cocteau.”
immagine in evidenza: © Photo Matteo De Fina Courtesy Collezione Peggy Guggenheim
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