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Regolamentare l’IA: a che punto siamo con la “via italiana”?

Sul fronte high-tech, il 2024 si aperto all'insegna della regolamentazione. Ma a che punto siamo con la "via italiana"?

3 minuti di lettura

Regolamentare l’IA: le prime tappe del trimestre 2024

Dallo scorso 9 dicembre 2023, segnato dall’accordo provvisorio raggiunto dalla Commissione, dal Consiglio e dal Parlamento Europeo sull’AI Act (regolamento sull’intelligenza artificiale) si sono susseguiti una serie di eventi fondamentali per la regolamentazione dell’IA sia sul fronte transnazionale che nazionale.

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Prima di approfondire il “caso italiano”, è propedeutico, e come si vedrà, necessario, tracciare una rapida rassegna degli eventi più salienti del trimestre 2024 sul fronte dellapproccio UE all’Intelligenza Artificiale. Nell’ambito dell’Agenda Europa Resiliente per il Decennio Digitale, gennaio 2024 è stato un mese di lancio, segnato in occasione della Conferenza di Bruxelles (28-29 gennaio) dall’introduzione di un pacchetto sull’innovazione “affidabile” e rispettosa dei valori e delle norme UE, rivolto alle start-up ed alle PMI (piccole e medie imprese) europee.

Il 21 febbraio 2024, la Commissione Europea ha costituito formalmente, nell’ambito della Direzione Generale delle Reti di Comunicazione, dei Contenuti e delle Tecnologie (DG CNECT) l’Ufficio Europeo per l’Intelligenza Artificiale (AI Office), preposto alla consulenza e alla definizione delle linee guida essenziali sull’IA, secondo quando stabilito nell’AI ACT del 9 dicembre.

Il 13 marzo 2024 il Parlamento Europeo ha approvato ufficialmente l’AI Act, chiudendo un iter legislativo iniziato il 21 aprile 2021, con la prima proposta di regolamento presentata dalla Commissione Europea. Il prossimo maggio 2024 è prevista in agenda la promulgazione del testo che verrà tradotto in 24 lingue e sottoposto a nuovo voto in Parlamento il prossimo aprile, per il definitivo via libera da parte del Consiglio dell’Unione Europea.

Regolamentare l’IA: verso una “via italiana”

Sul fronte divieti, sanzioni e normative, l’Approvazione dell’AI ACT ha dato via a un “conto alla rovescia” interno, che si chiuderà tra due anni, ma che già impone valutazioni e azioni di regolamentazione urgenti.

La segnalazione inviata 3 giorni fa, lo scorso 25 marzo, dal Garante per la Protezione dei Dati Personali, (GPDP), Pasquale Stanzione, a Parlamento e Governo, ne è chiaro segnale.

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali possiede i requisiti di competenza e indipendenza necessari per attuare il Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale coerentemente con l’obiettivo di un livello elevato di tutela dei diritti fondamentali.

Ma cosa sta accadendo in Italia in rapporto all’AI ACT? Quali sono le azioni politiche in corso? Cosa si intende per via italiana?

Durante il Convegno L’Intelligenza Artificiale per l’Italia, dello scorso 12 marzo, Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato la definizione di una “via italiana”, complementare alla regolamentazione europea, e volta all’individuazione di misure adatte per stimolare il tessuto produttivo nazionale, nonché a un non definito stanziamento di circa 1 miliardo di risorse sull’IA:

Il governo sta predisponendo un provvedimento di legge che ha come obiettivo quello di stabilire alcuni principi, determinare le regole complementari a quelle del regolamento europeo che è in via di approvazione e individuare le misure più efficaci per stimolare il nostro tessuto produttivo. Inoltre stiamo lavorando per individuare l’organismo più idoneo a svolgere il ruolo di autorità competente sull’uso delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. 

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Regolamentare l’IA: una “via italiana”, un approfondimento

Durante il primo dei venti appuntamenti previsti a Trieste, in preparazione del vertice del G7 (13-15 giugno 2024), che quest’anno si terrà sotto la presidenza dell’Italia, il sottosegretario italiano all’Innovazione, Alessio Butti, ha relazionato i punti chiave della strategia nazionale sull’IA, che entro fine mese verrà presentata ufficialmente tramite un disegno legge dedicato all’intelligenza artificiale.

L’annuncio ufficiale è stato lanciato dallo stesso Butti che, in occasione dell’apertura della 17esima edizione della RomeCup all’Università di Tor Vergata, ha dichiarato che nonostante i ritardi sugli investimenti, l’Italia intende definire un competitor italiano di ChatGPT:

L’Italia ha bisogno di un Large Language Model italiano, un nostro modello di IA generativa, un esigenza sentita da moltissime imprese e abbiamo molti progetti, almeno 5 universitari e tanti altri da privati, in via di sviluppo

Verso aprile 2024 – scenari incerti

Sarà fondamentale seguire gli eventi del prossimo aprile in vista di maggio 2024 (sulla carta il mese dell’approvazione definitiva dell’AI ACT) per comprendere se ed in che modo si agirà in concreto per regolamentare tutto ciò che sta a monte e a valle dell’IA artificiale: Big-Tech, investimenti privati e pubblici, deep-fake, violazioni della privacy, attendibilità dell’informazione.

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Le parole “non fanno i fatti”. L’IA è un “fatto” complesso che richiede strategie comuni e risoluzioni concrete.

La rapida rassegna qui proposta non è assolutamente esaustiva, ma vuole indicare una possibile pista per approfondire ogni tematica su più fronti (nazionale e transnazionale) e più tavoli: economico, politico, sociale, educativo, culturale, sanitario, ecc. Ogni volta che si studia un fenomeno non si può procedere per compartimenti stagni, ma è fondamentale tracciare relazioni, che il più delle volte, non sono né lineari né di facile schematizzazione.

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Alexia Buondioli

Laureata in Filosofia Teoretica ed iscritta alla magistrale di Scienze Filosofiche presso Unimi, individuo nella scrittura e nel viaggio le mie frontiere esistenziali. Mi nutro di attività sportiva, relazioni interpersonali e caos creativo.

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