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Sesso e malattia: quale eros possibile 

Come affrontare la vita sessuale quando si è “in compagnia” di patologie croniche, autoimmuni o virali?

4 minuti di lettura

Ma le persone malate fanno sesso? Sicuramente dipende da quale malattia sono affette le persone coinvolte e anche dal grado di avanzamento della stessa. Se una patologia cronica o anche l’insorgenza di un cancro non precludono l’attività sessuale, non ci sono grandi ostacoli a vivere serenamente la propria sessualità, con le dovute accortezze e attenzioni. 

Vediamo insieme, quindi, come affrontare la vita sessuale anche “in compagnia” di patologie croniche, autoimmuni o virali, che coinvolgono gran parte della popolazione, anche in maniera silente. 

Il sesso e il tabù della malattia

Innanzitutto, va specificato che spesso la malattia è considerata un tabù nel sesso. Si è poco propensi addirittura nel dire che non ci si sente bene, affinché il/la partner non restino delusi. Si ha ansia da performance, continuamente, perfino nella vita sessuale e questo, ovviamente, ostacola una comunicazione fluida e serena. 

Alla luce di queste complicanze psico-sociali, diventa difficilissimo parlare apertamente della propria malattia (qualsiasi essa sia). Il timore del giudizio altrui porta i soggetti sensibili ad una regressione nella comunicazione, con diffuse menzogne sul proprio stato di salute. 

La soluzione a questo primo step, ovvero quello della comunicazione e condivisione del proprio stato, è sicuramente (anche se non facile) abbandonare le tensioni e i timori, prendere sicurezza e consapevolezza di sé e definire la propria apertura all’altro coerentemente con i propri confini. 

Per farla più semplice, è necessario rendere partecipi i partner rispetto alla propria condizione, cercando insieme una strada che possa andare bene per entrambi; al contempo, però, si rende anche necessario delimitare il proprio spazio vitale, gestendo cose che possono dar fastidio e altre che possono dar piacere, affinché non ci si senta responsabili o erroneamente in colpa per la propria malattia. 

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Questo atteggiamento costruttivo rende la vita di coppia o relazionale più sana e trasparente, non creando frizioni o costrizioni da ambo le parti, di modo da superare insieme il tabù che spesso è legato alla condizione patologica. 

Ma i malati fanno sesso? Il caso dell’HIV 

Nel 1981, negli Stati Uniti d’America, il virus dell’HIV, che causa l’AIDS, venne definito in status pandemico. 

In realtà il virus circolava da anni, ma fu solo nel 1981 che ne venne riconosciuta l’effettiva pericolosità. Per moltissimi anni fu considerato mortale, visto che il numero dei deceduti affetti riguardava la quasi totalità dei casi. 

Tuttavia, le numerose cure sviluppate in questi ultimi quarant’anni non hanno debellato la malattia, rimasta epidemica soprattutto nei Paesi molto sviluppati, ma hanno sicuramente arginato notevolmente il numero consistente dei decessi, regalando alle persone affette dal virus una vita normale e più serena. 

Nel 1982, sempre negli Stati Uniti d’America, si registrarono 1.614 casi di cui 619 decessi e nel 1983 vennero individuati 642 maschi omosessuali contagiati di cui 154 tossico dipendenti e 81 tossicodipendenti omosessuali

Ovviamente, spostandoci nel nostro Paese, si registra che il 49,8% delle segnalazioni riguarda persone con rapporti eterosessuali e il 30,9% di persone con rapporti omosessuali

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È quindi una falsa credenza quella legata al fatto che l’AIDS sia una malattia delle persone omosessuali o dei tossicodipendenti. Le malattie a trasmissione sessuale possono riguardare tutti, indistintamente. 

Ed è per questo motivo che negli ultimi trent’anni ci si è fortemente battuti in campagne di comunicazione e promozione di una vita sessuale sana e sicura. 

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Ovviamente, le persone affette da HIV, come quelle affette da qualsiasi altra malattia sessualmente trasmissibile possono condurre una vita sessuale totalmente normale, con i dovuti accorgimenti che dovrebbero riguardare tutti, in realtà, ma che spesso vengono sottovalutati. 

Il preservativo, in primis, consente di ridurre in altissima percentuale le trasmissioni. 

Inoltre, se la persona sieropositiva segue una terapia anti-virale mirata, non risulta più contagiosa, o la sua carica virale è talmente bassa da non costituire un pericolo

Questo, però, non deve distrarre dall’utilizzo di protezioni, che si rendono comunque indispensabili per una maggiore serenità di relazione. 

Malattie autoimmuni e sessualità 

Come molte malattie croniche, la sclerosi multipla causa disfunzioni anche rispetto alla vita sessuale degli individui che ne vengono coinvolti. 

I disturbi sessuali sono diversi, partendo dal presupposto che la sclerosi multipla causa stanchezza, spossatezza, disturbi nella concentrazione, nella stragrande maggioranza delle persone coinvolte.

A questo bisogna aggiungere i problemi sul piano psicologico: una persona con SM spesso tende a sviluppare comportamenti depressivi che minano l’autostima e la capacità di relazionarsi con il prossimo. 

Anche in questo caso, affrontare di petto la malattia e conoscerne i possibili sviluppi, condividendoli, progressivamente con il/la partner, può rappresentare un aiuto significativo. 

La sclerosi multipla causa molti scompensi sia fisici che psichici nelle persone che ne soffrono e spesso questi scompensi non sono facili da gestire. 

Il senso di stanchezza, di affaticamento fisico e mentale, possono rendere le giornate difficili e giustificare simili sensazioni appare complesso. 

Questo può avvenire anche sul piano sessuale, dove un calo del desiderio è molto frequente per motivazioni legate sia al corpo che alla mente

Come superare l’eterna lotta tra sesso e malattia 

La nostra è la società della performance: è questo il vero ostacolo alla vita sessuale delle persone affette da malattie virali, autoimmuni o in ogni caso croniche.

Il fatto di sentirsi continuamente sotto giudizio, sotto i riflettori, sempre in competizione l’uno con l’altra e con modelli, come quelli dei numerosi siti pornografici o dei social media, che non rendono ovviamente giustizia reale della situazione, non aiuta le persone a vivere un rapporto sicuro e sereno con le proprie debolezze o con i loro momenti di smarrimento. 

Svincolarsi da questi dettami inutili è il primo passo per vivere una vita felice, ma soprattutto per fare un buon sesso, comunque esso sia. 

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Anto D'Eri Viesti

A proud millennial. Dopo il dottorato in semiotica e gender studies decide di dedicarsi solo alle sue passioni, la comunicazione e la scrittura.
Copywriter e social media manager.
La verità sta negli interstizi, sui margini e nei lati oscuri.
Tanti fiori, cioccolato e caffè.

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