Era l’estate del 1983. Un’ondata di caldo, una delle più intense, dava del filo da torcere a tutti gli abitanti dello stivale. Ma solo una cosa era più rovente di quel famoso luglio: la Principessa Daphne del videogioco Dragon’s Lair. Adolescenti dell’epoca preparatevi: stiamo per sbloccarvi un ricordo.
Principessa Daphne e Don Bluth
Lunghissimi capelli biondi, sguardo ammiccante, vestiti succinti e trasparenti. La principessa Daphne era lo stereotipo sexy della damigella da salvare tanto quanto il protagonista, Dirk, era la caricatura dell’eroe imbranato pronto a tutto pur di salvare la bella dalle grinfie del drago.
La mano che diede vita a questo cult del mondo videoludico era del geniale Don Bluth, prima disegnatore per la Disney (suoi sono i disegni di Robin Hood, Le avventure di Winnie the Pooh, Le avventure di Bianca e Bernie, per citarne qualcuno), poi produttore indipendente. Bluth lascia presto quel mondo fatato e a lieto fine della Disney per dedicarsi a progetti più originali, dark e ambiziosi come Brisby e il segreto di Nihm (1982), Charlie – Anche i cani vanno in paradiso (1989) e molti altri.
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Fra i suoi progetti degli anni Ottanta rientra il videogioco Arcade Dragon’s Lair: un piccolo gioiello esposto nelle sale giochi. Ed era un gioiello in tutti i sensi dal momento che una partita costava più del doppio rispetto agli altri videogiochi. Ma torniamo alla nostra Principessa Daphne.
Una principessa da copertina
Se vi sembra di aver già visto la nostra ammiccante principessa da qualche parte, o se vi ricorda una provocante Pin Up da calendario, non siete andati molto lontano dalla verità. Don Bluth, infatti, per disegnare Daphne aveva preso ispirazione a piene mani dalla rivista erotica Palyboy: non c’era infatti abbastanza budget per coinvolgere una modella in carne e ossa.
Vediamo quindi la nostra principessa molto poco Disney in pose osé, costumi da bagno da sfilata, tacchi alti e un luccicante soprabito completamente trasparente. Una principessa davvero atipica per la fortuna del nostro eroe dalla spada di Joystick.
Sulla sessualizzazione della figura della donna nei videogiochi potremmo parlarne a iosa. Ma noi preferiamo ricordarci della sexy Principessa Daphne così com’è, come un’icona d’altri tempi.
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